E a te che cazzo ti importa? - gli gridò a jimin
-vedi? Vedi come sei? Stai rappresentando qualcuno che non sei- dettagliò
-non ti ho chiesto consiglio di come io posso essere, non dovresti spiare la gente, sei solamente un impiegato, non sei mia madre o qualcosa di mio - disse
-dovresti Valor are la gente, non per la sua situazione economica ne a quello a cui si dedica, valorarla per com'è, apprendi ad essere te stesso, non qualcun'altro... solo questo ti dico - gli consiglio Jimin e se ne andò.
Yoongi aveva un pasticcio in testa, lo aveva visto piangere e magari pensava che era un uomo debole, i ricordi lo tormentavano sempre, anche se li voleva dimenticare, erano sempre li per rovinarli la vita, non era riuscito a stare con nessuna donna o uomo dall'incidente, si sentiva colpevole per la morte del suo ora ex ragazzo, gli mancava però sapeva che mai sarebbe potuto ritornare per stare con yoongi. Jimin gli aveva detto di cambiare la sua personalità, per mostrarsi come realmente è, però : chi è?, se neanche lui lo sapeva, e poi perché doveva fargli casa ad una persona di ceto basso? Perché doveva fare caso ad una persona come lui?, che l'unica cosa che sapeva fare era spiare le persone.
Jimin entrò nella sua stanza mentre pensava a quella scena, dove lo ha visto piangere, dove ha saputo che realmente aveva dei sentimenti e che stava soffrendo in silenzio.
Lui mai cambierà, un giorno arriverà qualcuno che lo farà cambiare, forse in bene o in male.
Si mise il suo pigiama e si Steve nel grande letto, si sentiva solo, aveva bisogno della sua famiglia, dei suoi genitori, di suo fratello e in questa casa l'unica cosa che riceveva era rabbia e venir trattato male.
Tanti pensieri, lo fecero addormentare.
Yoongi dall'altra parte non poteva chiudere occhio, era inquieto nel letto, stava che si voleva fare una doccia o bere un bicchiere di latte per rilassarsi, lo inquietava che Jimin lo abbia visto piangere, sicuramente lo avrebbe preso in giro, dicendo che era una femminuccia.
Il giorno dopo, Jimin si alzò per lavarsi e vestirsi, usic dalla stanza per andare verso la cucina e rimase impressionato con quello che vide, Min Yoongi in piedi alle 8 del mattino, mentre mangiava la sua colazione in cucina, Jimin non poteva credere a quello che i suoi occhi vedevano, lui in piedi che mangia a la sua colazione a quell'ora era qualcosa che non si vedeva tutti i giorni, anche poté vedere le sue occhiaie.
Sicuramente non aveva dormito bene durante notte.
-non vuoi mangiare più niente? - chiese mentre si metteva il suo grembiule.
-no - disse secco.
-bene - disse Jimin mentre si mette a a lavare alcuni piatti sporchi che c'erano, oggi avrebbe avuto una dura giornata, jin non ci sarebbe stato perché deve andare dal dottore, e quindi avrebbe avuto il giorno libero, mentre lui si occupava di tutta la casa.
-emmm... quello che hai visto questa notte... - diceva nervoso.
-su quello che è successo, non ti preoccupare - disse Jimin mentre lasciava da parte la pezza per guardarlo - non lo racconterò a nessuno se è questo che ti preoccupa, non sono una di quelle persone, e se pensi che ti ho visto come una femminuccia hai miei occhi, non lo sei, io anche sono un uomo, anche io piango come fai tu - disse.
-bene - solo riuscì a dire questo, visto che tutto quello che Jimin gli ha detto era lo stesso che yoongi gli voleva chiedere - mi potresti dare più succo?, per.... favore.
-certo - rispose Jimin e ne depositò un po' nel bicchiere.
Aspetta.... aspetta un'attimo, gli aveva detto "per favore"? Questo mai glielo aveva detto, Jimin dentro di sé era molto sorpreso davanti alla sua attitudine, aveva fatto caso al consiglio che gli aveva dato la notte prima? Non era qualcosa che si aspettava però si lo prese, bene per lui.
-quando finisci di lavare quelle cose, potresti fare la mia camera? Per favore - si alzò dalla sedia - Ah.... e ti avviso che arriverò tardi perciò non fare il pranzo per me -
-okay - disse Jimin.
E uscì, Jimin lo vide entrare nella sua macchina e uscire, non aveva idea di dove andava, però è uscito. Un piatto in meno, questo era buono, non doveva cucinare molto, per Taehyung, Jihoon e Bambam. Bambam non era molto di suo gradimento, l'unica cosa che voleva era che se ne andasse il più presto possibile, si alzava allora che voleva e l'unica cosa che faceva era discutere con lui.
Già erano le 4 del pomeriggio e Jimin passeggiava per il giardino mentre aspettava il bus di Jihoon, che sarebbe arrivato da un momento all'altro dalla scuola, passeggiava mentre toccava i meravigliosi fiori che erano nel giardino, fiori di tutti i colori, il prato ben tenuto, tuttavia si sorprendeva della bellezza della casa, sembrava di principessa, di quelle solo che si vedono nei film, racconti, telenovele o libri, si sentiva fortunato di lavorare in una casa così.
Ad un tratto gli venne in mente la riabilitazione di Jungkook, oggi era giovedì e iniziava lunedì prossimo, desiderava tanta che lui potesse camminare e passare la sua infanzia come un bambino normale e no chiuso come faceva sempre, gli faceva male vederlo così tutti i giorni, seduto su una sedia a rotelle, annoiato, ne amici ha potuto farsi perché non gli piace uscire e per far vedere agli altri bambini il suo difetto.
I suoi pensieri furono interrotti quando ascolto l'arrivo del bus di Jihoon, nel quale era sceso e correva verso Jimin che lo aspettava con le braccia aperte.
-come ti è andata, piccolo? - chiese Jimin n mentre lo aveva in braccio.
- super bene - disse - ho un compito ed è fare un disegno -
-vuoi che ti aiuto? -
-no, nel disegno me la cavo abbastanza bene -
-bene - disse mentre lo mette a giù - allora vai, corri a farla, ti porterò biscotti e un bicchiere di latte -
Jihoon disse "si" con la testa e corse verso la casa, il contrario di Jimin che camminava tranquillamente, da lontano vide Bambam che cercava qualcuno con lo sguardo, il castano poco a poco si avvicinò.
- Hey! - chiamò riferendosi a jimin.
- che c'è? - rispose Jimin.
-hai visto yoongi? Lo sto cercando da tutte le parti e non appare - si lamentò
- È uscito presto e ha detto che non tornerà fino a questa notte, non ha detto dove andava - avvisò
- è uscito senza di me - diceva Bambam come se stesse per svenire.
-ti devi rendere conto che non tutto gira intorno a te - Jimin non sapeva perché lo aveva detto ma lo aveva fatto
-mi pare che i miei schiaffi ti stiano piacendo, vero? - disse arrabbiato.
-ti fa tanto male che ti dicano la verità - disse jimin
- sai? Perché non chiudi un po' quella bocca impiegato di poco?, non mi abbasso al tuo livello, sei cosa insignificante, non so come ti hanno accettato in questa casa, non sei un buon esempio per nessuno - disse il castano
- ne molto meno tu - di difese
-almeno ho soldi e non vivo nel casetta dei cani - disse con tono arrabbiato
- non avrò soldi, né una casa lussuosa, però ho educazione, dignità e non sono vuoto e questo è qualcosa che tu non hai - disse Jimin mentre lo fulminava con lo sguardo e passando al suo fianco mentre scontra a la spalla con quella del Carano violentemente.
Il castano rimase con la bocca aperta per quello che aveva detto, non sapeva che parola dire, però si vedeva la furia che teneva, visto che stava rosso.
Jimin entro in Casa con un sorriso sul viso, gli è piaciuto aver fatto rimanere senza parole il castano, si e sentito forte per un momento.
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Un Semplice Impiegato
FanfictionPark Jimin è un ragazzo di 20 anni, umile e di buon cuore, decide di lavorare in una casa di ricchi, la casa dei Min. Una famiglia che si lascia trasportare dall'avarizia, l'apparenza e l'ambizione. Mai pensò che lavorare in quella casa sarebbe stat...