piangere era l'unica cosa che poteva fare. Bussarono alla porta, non aveva voglia di aprirla, però era un bussare persistente, si asciugò le lacrime e nascose la foto di Yoongi.
Aprì lentamente la porta e si trovò davanti Yoongi.
Doveva essere lui?
-Jiminie, stai bene? – chiese mentre entrava in camera di Jimin.
-si- rispose a testa bassa.
-non sembra- disse Yoongi mentre chiudeva la porta a chiave.
-si, si mi succede qualcosa, però non ti importa- disse mentre alcune piccole lacrime uscivano dai suoi occhi.
-ummmm.... Vedo che hai carattere- disse e si sedette sul letto vicino a Jimin -capisco che mi odi e tutto, però non sono una brutta persona, solo hai un concetto sbagliato di me per come mi comporto con te-
-io non ti odio- disse guardando verso il niente.
-bene, se non odi allora, non ti piaccio? –
(ATTENZIONE YOONGI NON PARLA DI PIACERE IN MODO SENTIMENTALE, MA SOLO AMICHEVOLE)
-non ti odio e niente di tutto ciò- disse guardandolo negli occhi -solo mi costa capirti, le tue azioni mi confondono, un giorno sei uno e il giorno dopo non sei lo stesso- si lamentò Jimin.
-quello che stai vedendo in questo momento è quello vero. Però non voglio parlare di me, se no di te, perché te ne sei andato dalla stanza di Jihoon? –
-perché... mi faceva male la testa! – mentì.
-credo che non sei bravo a mentire. Raccontami, non ti criticherò-
-se staresti rinchiuso in una casa come lo sono io ora, senza poter vedere la tua famiglia, staresti come me, ti mancherebbero- disse Jimin con gli occhi cristallini -può essere che tu magari non sei vicino ai tuoi genitori, però io si lo sono-
-ti capisco, allora vuoi andare a vederli? –
Era ancora sorpreso, si trovava a parlare con Yoongi sulla sua vita personale, la sua famiglia e la sua casa.
-se voi me lo permettereste... - parlò Jimin mentre abbassava lo sguardo.
-può essere che all'inizio non ti sopportavo Jiminnie, però sul serio so che possiamo essere buoni amici- espresse con un leggero sorriso.
-mi piace che la pensi così, in questo modo so che dentro di te c'è qualcuno che è vivo- scherzò Jimin.
-cosa? Pensi che sono morto? –
-non ho mai detto questo- si difese.
-bene, vado a vedere se Jihoon si è alzato per andare a scuola- disse Yoongi mentre si alzava dal letto e andava alla porta -Ah! Jiminie, quando vuoi puoi andare a trovare la tua famiglia- gli fece un occhiolino con il suo ultimo sorriso e se ne andò.
Jimin ridette.
Cosa quello che sento nello stomaco? Sarà che mi sto ammalando di nuovo?
Essendo che Yoongi gli aveva dato l'autorizzazione per andare a vedere la sua famiglia allora non doveva rinunciare al suo lavoro, in qualsiasi modo già si era dispiaciuto di rinunciare, non poteva lasciare solo Jihoon dopo il grande bene che gli voleva. Non poteva lasciare solo neanche Taehyung che nonostante i suoi studi aveva bisogno di aiuto. Però specialmente non voleva andarsene per un solo motivo, e questo motivo non era una cosa, ma una persona.
-Min Yoongi- sussurrò.
STO SCOPPIANDO SERIAMENTE, UNO YOONGI COSì NON SI ERA MAI VISTO PRIMA D'ORA. PIAN PIANO STACAMBIANDO E A NOI CI PIACE QUESTO YOONGI!!!!! IMPAZZISCO SOLO A LEGGERE IL CAPITOLO PER POTERLO TRADURRE.
BENE POPOLO WATTPADIANO CI VEDIAMO DOMANI CON ALTRI NUOVI CAPITOLI.
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Un Semplice Impiegato
FanfictionPark Jimin è un ragazzo di 20 anni, umile e di buon cuore, decide di lavorare in una casa di ricchi, la casa dei Min. Una famiglia che si lascia trasportare dall'avarizia, l'apparenza e l'ambizione. Mai pensò che lavorare in quella casa sarebbe stat...