capitolo 27

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-e tu chi sei per dirmi come devo trattare le persone? Tu non sei nessuno Jimin, superalo- lo guardò direttamente negli occhi.

-non ti sto dicendo come devi trattare le persone, solo che la tua attitudine mi da fastidio-

-peggio per te- sorrise cinicamente -così sono io, e se non ti piace...non mi importa! -

Doveva essere così arrogante?

Jimin solo sospirò e si incamminò verso la cucina.

-andrai a flirtare con il tuo nuovo amico "wuki"? –

Merda, perché lo ha detto?

-questo è una cosa che a te non importa, no? –

-può essere, che sei come gli altri-

Cosa stava cercando di dire con questo?

-e come sono gli altri secondo te? – chiese mentre si avvicinava a Yoongi.

-sono tutti dei prostituti- disse il più calmo possibile, Jimin lo guardò e non riuscì più a trattenersi dal tirarli uno schiaffo sulla guancia a Yoongi.

-non mi tratti così! Non mi giudichi! Tu conosci solo il mio nome, non la mia storia! -lo fulminò con lo sguardo per poi andarsene da lì.

Come si permetteva a chiamarmi così? Nessuno mi tratta in questo modo. Però come no? Sempre il signorino Min deve essere il primo. Rimpiango tutte le cose belle che ho detto su di lui, di tutto! Ufficialmente LO ODIO!!

Infuriato, Jimin entrò in cucina sbattendo la porta, senza accorgersi che Ryewook era lì che mangiava una mela.

-oh, mi dispiace- si scusò per essere entrato in quel modo.

-vedo...che sei un po' arrabbiato...si può sapere il perché? –

-No! .... cioè dico, no. Mi dispiace, però ci sono cose che non vale la pena neanche raccontarle-

-okay, credo che a quel tale Yoongi non gli sono molto simpatico... -

-non ti preoccupare, lui è così, freddo e sgradevole .... e arrogante, un imbecille- lo criticò rabbiosamente.

-wow, vedo che lo apprezzi molto- ridette delle sue parole -è così pesante questo Yoongi? –

-come non ti immagini-

-perché è così? –

-ci saranno che saprai con il tempo, io non posso dirti niente su di lui, non è il mio compito Wookie, mi dispiace-

-non ti preoccupare Jimin, neanche mi importa, lui non mi importa- disse mentre si alzava e si puliva le mani con un panno.

Sfortunatamente Jimin non poteva dire la stessa cosa, Yoongi gli importava e anche molto.

(...)

Jimin stava salutando Ryewook dal giardino, le sue ore di lavoro erano già finite e per questo poteva già andarsene.

Ricambiavano sguardi e sorrisi, è vero che lo aveva conosciuto oggi stesso, però era come se lo conosceva da tutta la vita, la confidenza che avevano preso era molto buona.

-bene Jimin me ne devo andare via- disse per poi dargli un tenero bacio sulla guancia dell'altro -ci vediamo domani-

-spero che tutto vada bene-

Lo vide salire in auto e insieme a questa uscire dalla casa dei Min.

Ryewook era un ragazzo molto diverso, era molto attento con le persone, dimostrativo e aveva un carisma molto attraente. E la cosa migliore era che lo capiva alla perfezione e sempre era se stesso. Questo pensava Jimin.

(...)

Dentro la casa (che era completamente silenziosa), salì le scale per raggiungere la camera di Jihoon che era arrivato da scuola e neanche lo aveva salutato quando era arrivato.

Quando arrivò alla porta, bussò, però Jihoon non aprì per cui è entrato senza permesso.

Lo vide a pancia in giù sul letto, e non gli piacque per niente la tristezza che vide nei suoi occhi.

-Jihoon, che succede? – chiese mentre si sedeva sul letto.

Jihoon non disse niente, si lanciò solamente tra le braccia di Jimin e iniziò a piangere sconsolato.

-nessuno mi vuole, Minnie- disse nel pianto Jihoon.

La verità, Jimin capiva alla perfezione a cosa si riferiva Jihoon. Sempre era solo, disegnando o pitturando. Mai si riuniva in casa con i suoi amici.

-non dire cosi Jihoonie, molte persone ti amano- Jimin lo consolò.

Un Semplice ImpiegatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora