HELL IS A PLACE ON EARTH; PARTE QUATTRO (T-BAG)

186 9 50
                                    


Essere lo spacciatore ufficiale di Sona non è affatto male e porta con sé numerosi vantaggi: una paga lauta e sicura, vitto e alloggio gratuiti ed un tenore di vita molto più alto rispetto a quello della maggior parte dei detenuti.

Lechero mi ha gentilmente donato un paio di pantaloni ed una camicia, perché gli abiti con cui sono entrato in prigione erano ormai diventati degli stracci indecenti che puzzavano di vomito secco e di sudore, e dopo qualche visita dal barbiere per sistemarmi i capelli ed il pizzetto, che nel frattempo è ricresciuto, il mio aspetto fisico è decisamente migliorato; anche se non sono ancora tornato in perfetta forma come ai tempi in cui spadroneggiavo a Fox River, non mi posso affatto lamentare perché ci sono persone che versano in condizioni molto più disastrose delle mie: Bellick e Mahone, ad esempio, sembrano degli zombie, il primo a causa della fame e delle angherie che è costretto a subire, il secondo a causa della droga che gli fornisco settimanalmente, con estrema puntualità.

Anche Scofield non se la sta spassando molto bene, e non credo che ciò abbia a che fare solo con il caldo soffocante che regna qui dentro anche durante la notte, ma non sono ancora riuscito a scoprire che cosa frulli dentro il suo cervello: essere lo spacciatore ufficiale di Sona non è affatto male, ma porta con sé molte responsabilità e non mi permette di avere un solo istante di tempo, perché quando non devo soddisfare i clienti, mi devo occupare di contare i guadagni, affinché i conti tornino a fine giornata, e di preparare le nuove dosi.

E quando non sono impegnato con questo, devo soddisfare i capricci del mio Patròn come, ad esempio, quello di preparare un caffè.

Un buon caffè.

Non la brodaglia scura che siamo abituati a bere noi americani.

Solo una volta ho provato a bere d'un fiato una tazzina, e come risultato ho ottenuto di non riuscire a chiudere occhio per tutta la notte

"Teodoro, tanto lavoro e niente divertimento?" l'arrivo di Lechero mi distrae dalle mie profonde riflessioni sul caffè panamense e sulla brodaglia che definiscono tale in tutti gli Stati Uniti.

Non so per quale motivo, forse a causa dell'influenza spagnola, ma quando ho detto al mio Capo che il mio nome è Theodore, lui lo ha subito cambiato in Teodoro.

Non ho mai sopportato il nome Theodore, ecco perché ho sempre preferito essere chiamato con un soprannome; Teodoro, poi, è un pugno sui denti ogni volta che arriva alle mie orecchie.

Dio, quanto mi fa schifo.

"No, Patròn, non posso permettermi un po' di riposo. La clientela mi tiene sempre molto occupato, ed io devo soddisfare al meglio tutte le loro esigenze" spiego, sistemando i guadagni dell'ennesima giornata di lavoro all'interno di una cassettina di metallo, che ripongo nel cassetto di un comodino, nella sua camera da letto.

"Mi sembrava di averti affidato un compito molto più importante di questo" prosegue lui, abbassando la voce, riferendosi al fatto che devo essere le sue orecchie durante le sue assenze.

"Mi dispiace, Patròn, ma non ho sentito nulla"

"Ascolta meglio allora" mi ammonisce in un sussurro, come se fosse la cosa più facile del mondo spiare degli individui che mi odiano, senza dare nell'occhio; Lechero esce dalla stanza ed io lo seguo prontamente per continuare la discussione e per stemperare il suo pessimo umore, ma il rumore di alcuni passi, seguiti da una voce femminile, mi zittisce all'istante.

A Sona, come in qualunque altro carcere maschile del mondo, non è permesso far entrare donne per soddisfare i propri piaceri personali (a meno che non si tratti della corrispettiva ragazza o moglie venuta durante gli orari di visita), ma anche in questo caso il mio Capo costituisce un'eccezione, perché ha a propria disposizione una ragazza panamense che s'intrattiene con lui ogni lunedì.

Livin' On A Prayer; Prison Break (✔️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora