SCYLLA; PARTE DUE (T-BAG)

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"Allora!" esclamo mentre io, Scofield, Burrows, Mahone e Sucre rientriamo dalla nostra piccola gita per le strade di Los Angeles "quale notizia preferite sentire per prima? La buona o la cattiva?"

"Prima quella buona" risponde Nicole, sollevando gli occhi azzurri da alcune scartoffie che lei e Sara stanno controllando "ammesso che sia veramente una buona notizia"

"Abbiamo seguito l'autista e ci ha portati proprio a casa del custode"

"E la cattiva qual è?"

"Che abita in una vera e propria fortezza" dice Michael, precedendomi, e srotola una cartina, che ritrae il quartiere in questione, sopra al tavolo ovale "ci sono guardie del corpo ovunque, sensori di movimento ed allarmi in ogni angolo della villa"

"E noi dobbiamo trovare il modo per entrare lì dentro, passando del tutto inosservati" commento, con una breve risata divertita; mi sposto nella stanza adiacente per prendere qualcosa da mettere sotto i denti e, non appena torno dalla squadra, vengo subito trafitto dallo sguardo contrariato di quel bestione di Burrows.

"Sei davvero intenzionato a mangiare? In questo momento?"

"Si" rispondo, in modo affermativo, addentando la barretta di cioccolato al latte e caramello "non lo sai che a stomaco pieno si riesce a fare meglio qualunque cosa?"

"Anche uccidere e stuprare?"

"Basta, dateci un taglio, non mi sembra il momento migliore per iniziare l'ennesima discussione!" esclama Nickie, ammonendoci entrambi con uno sguardo severo, ma non appena torna a concentrarsi sui documenti, ne approfitto per mostrare al diretto interessato il dito medio della mia mano destra.

"Nicole ha perfettamente ragione, non possiamo perdere tempo perché non abbiamo settimane a nostra disposizione" mormora Mahone, massaggiandosi le tempie.

Le sue parole scatenano un esilarante attacco di panico in Bellick: il grasso maiale si agita all'improvviso, inizia a sudare, a balbettare, ed io sono costretto a premere una mano contro la bocca per non scoppiare a ridere di fronte a tutti.

Non ci tengo a ricevere un altro pugno in faccia.

"Perché? Che cosa vuol dire che non abbiamo settimane a nostra disposizione? Don Self non ci ha dato una data di scadenza"

"Quanto tempo pensi che passerà prima che la Compagnia scopra che siamo ancora a piede libero? Credi davvero che la balla sulla nostra reclusione reggerà ancora a lungo? Prima o poi crollerà, e quando quel giorno arriverà, la Compagnia impiegherà pochissimo tempo per rintracciarci e per mandare qualcuno ad ucciderci"

"Ecco perché ogni singolo istante è prezioso e non possiamo permetterci di sprecarlo" mormora Scofield, senza mai staccare gli occhi dalla cartina, rigirandosi un pennarello colorato tra le mani; termino di mangiare la barretta ed ascolto, distrattamente, gli inutili suggerimenti di Brad riguardo ad un possibile 'piano d'attacco': secondo la sua mente ottusa e limitata, la cosa migliore da fare è intrufolarci in un'abitazione vicina e scavare un tunnel sotterraneo per arrivare indisturbati alla villa del custode.

Perfino un bambino di otto anni sarebbe in grado di partorire un'idea più intelligente e sensata della sua.

"Ohh, sì, gran bel piano, Brad. Dico davvero" commento, gettando via l'involucro dello snack "dopotutto, non c'è nulla di più semplice che introdursi in una casa e scavare un lunghissimo tunnel sotterraneo senza che i suoi proprietari sospettino nulla. Sono senza parole"

Livin' On A Prayer; Prison Break (✔️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora