THE PLAN; PARTE QUATTRO (T-BAG)

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"Hai bisogno di più puntelli? Se ti servono, basta solo che me lo chiedi. Non voglio che l'intero soffitto crolli mentre noi siamo all'interno del tunnel" dice Bellik, rivolgendomi uno sguardo preoccupato dalla base della scala a pioli; butto le gambe al di fuori del buco e scendo lentamente i scalini per prendermi una piccola pausa, perché ormai sono ore che lavoriamo ininterrottamente, dandoci il cambio di tanto in tanto.

"Guarda che possiamo occuparci di questa ferrovia per tutto il sacrosanto giorno, ma è inutile se Scofield non ha la più pallida idea di quello che accadrà una volta che scenderemo dal treno" commento in tono sarcastico, scendendo con un salto dall'ultimo scalino.

Come se il problema del tempo limitato non fosse già abbastanza per noi, nell'arco della mattinata è sorto un altro piccolo imprevisto: il nostro piccolo Michelangelo ha studiato un piano per uscire da Sona, ma non ha la più pallida idea di quello che accadrà una volta che ci saremo inoltrati nella giungla; e dopo la breve ed accesa discussione che io e lui abbiamo avuto, non mi fido e non so quanto sia ancora valido il patto e la piccola tregua che abbiamo stipulato per vendicare Nicole e Sara.

"Scofield non è responsabile delle nostre vite" interviene Whistler, prendendo inaspettatamente le difese di Michael, ma viene subito interrotto da Lechero, che gli chiede se è davvero sicuro di ciò che ha appena detto, ed io rincaro la dose raccontandogli qualche piccolo retroscena della nostra precedente evasione.

"Quando siamo usciti da Fox River, Michael non ha fatto altro che fotterci tutti. La metà di noi è stata uccisa, catturata o peggio" dico, mostrandogli la protesi di plastica che ho al posto della mano sinistra; e prima che l'australiano possa ribattere, Mahone s'intromette nella conversazione, schierandosi dalla sua parte con mia enorme sorpresa.

"I primi che vengono catturati sono sempre coloro che perdono tempo piagnucolando o lamentandosi, anziché correre"

"Voglio darti solo un piccolo consiglio, Shakespeare: guardati le spalle dai tuoi nemici e fa attenzione ai tuoi amici" sussurro, rivolgendomi ancora una volta all'uomo che dobbiamo portare fuori da questo posto; la nostra discussione viene interrotta dall'arrivo di Scofield, che ci domanda come procedono i lavori, ed io ne approfitto per restituirgli la frecciatina che mi ha lanciato in mattinata, quella riferita al tempo perso in chiacchiere inutili "benvenuto nella miniera di carbone, non ti si vede spesso da queste parti. A cosa dobbiamo l'onore della tua presenza, dolcezza?"

"Devo parlare con Whistler. Perché tu e Lechero non date il cambio ad Alex e Bellick?" si limita a dire, prima di sparire ancora una volta con il diretto interessato, ed ancora una volta non dico nulla, ma non appena sono all'interno del tunnel secondario insieme al mio Patròn, lo metto subito al corrente della mia idea generale, facendogli notare che siamo sempre noi a dover fare il lavoro da schiavi.

"Io non sono uno schiavo" ribatte subito lui, punto sul vivo "faccio questo perché me ne voglio andare da Sona, esattamente come tutti gli altri"

"Sì, ma non trovi strano il fatto che Scofield scenda raramente qui sotto? È chiaro che stia tramando qualcosa"

"Tutti stanno tramando qualcosa"

"Stavo pensando..." mormoro, facendo schioccare la lingua contro il palato "stavo pensando che non dobbiamo per forza dividerci una volta fuori da Sona, Patròn, potremo darci una mano a vicenda"

"Se avrò bisogno di una mano, allora andrò da qualcuno che ne ha due".

Distendo le labbra in un sorriso, ridendo della sua battuta, e soffoco l'istinto di scagliarmi contro di lui per spaccargli il cranio con una pietra appuntita.

Livin' On A Prayer; Prison Break (✔️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora