LEAVING PANAMA (T-BAG)

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Quattro giorni dopo la mia proclamazione, momento che ha posto definitivamente la parola 'fine' alla tirannia di Lechero, Sona viene distrutta da un terribile incendio.

Era scritto nelle sue fondamenta che prima o poi ciò dovesse accadere: in fin dei conti, quanto tempo può resistere un carcere lasciato in balìa degli stessi detenuti?

Dopo la tragica, prematura, scomparsa del mio ormai ex Patròn, nessuno ha avuto il coraggio di farsi avanti per prendere il suo posto, per timore di essere linciato pubblicamente; nessuno voleva più essere comandato, tutti volevano la democrazia, e così è stato.

Peccato che quest'ultima si è rapidamente trasformata, degenerando in una forma devastante di anarchia assoluta.

Il caos, gli atti di sciacallaggio, gli omicidi sono continuati ininterrottamente per tre giorni e, durante la notte del quarto, Sona si è trasformata in un vero e proprio inferno in Terra perché è scoppiato un incendio: le lingue di fuoco erano così alte che era impossibile vederne la fine, il fumo ha invaso in pochi istanti i corridoi e le celle, e tantissimi detenuti non sono arrivati alla mattina seguente.

Alcuni si sono fatti prendere dal panico e si sono gettati dalla terrazza del primo piano, altri hanno inspirato una dose letale di fumo ed altri ancora sono arsi vivi, contaminando l'aria con uno sgradevole e disgustoso odore di carne bruciata.

Le guardie non hanno quasi mosso un dito per salvare la prigione: quando ormai era chiaro che non potevano fare nulla, si sono limitate ad aprire i cancelli di Sona, permettendo ai pochi sopravvissuti (me compreso) di uscire.

Ed è così che sono tornato ad essere un uomo libero per la quinta volta.



Chiudo gli occhi per qualche secondo, lasciando che la brezza marina mi accarezzi il viso, poi li riapro ed attraverso la strada, raggiungendo una macchina parcheggiata vicino al marciapiede ed il giovane uomo appoggiato ad essa, a braccia incrociate.

"Sei venuto" commento con un sorriso, togliendomi gli occhiali da sole e lanciando un'occhiata all'orologio che porto al polso destro "e... Sei in perfetto orario. Impressionante"

"Era questo che prevedeva il piano, giusto?" commenta a sua volta Michael, guardando in direzione dell'oceano "e direi che ogni fase è andata esattamente come avevamo previsto, senza particolari intoppi"

"A parte quando mi hai lasciato a Sona" mormoro, distendendo poi le labbra in un ghigno, in risposta alla sua espressione seccata "ohh, tranquillo, nessun rancore, faceva parte del piano: nessuno, compreso il tuo adorato fratellone maggiore, doveva sapere che quel bravo ragazzo di Michael Scofield fosse veramente sceso a patti con la Serpe di Fox River, e così è stato. Il litigio pubblico a causa di Bellick è stato molto convincente, e lo stesso vale per il mio voltafaccia dell'ultimo secondo. Nessuno ha sospettato che in entrambi i casi si trattasse solo di una messinscena, perché si aspettavano esattamente quello da me, e noi non abbiamo deluso le loro aspettative"

"Linc non avrebbe capito, ed avrebbe insistito per farmi cambiare idea"

"Non devi giustificarti con me, bellezza. A proposito, dove hai lasciato il gorilla?"

"Ha detto che resterà per un po' a Panama, insieme a LJ"

"Ahh!" esclamo "quindi lo scambio è andato a buon fine? Lui ha riavuto suo figlio, e quegli uomini hanno avuto l'australiano?"

"Sì, ma Mahone è riuscito a scappare"

"E quindi? Non è più un agente dell'FBI, è solo un drogato che non farebbe paura neanche ad un bambino"

"Ha ucciso a sangue freddo una persona molto cara a me ed a Lincoln, ed ha fatto lo stesso anche con Patoshik, Abruzzi e Tweener. Se non lo sapessi, la Compagnia lo aveva corrotto per ucciderci, non per arrestarci. Doveva far in modo che qualcosa andasse storto nel momento della cattura, in modo da archiviare l'intera faccenda come un incidente"

"Se vuoi vendicarti, puoi sempre farlo dopo che avremo risolto la nostra faccenda"

"Ed è esattamente ciò che voglio fare" risponde Scofield, per poi spostare l'attenzione ad un altro argomento: allunga il braccio sinistro e mi mostra la prima pagina di un giornale locale, occupata interamente da un articolo dedicato all'incendio che ha divorato Sona "era proprio necessario scatenare questo? Quando mi hai detto che avevi già una mezza idea per uscire da solo, non immaginavo che ti stessi riferendo ad un simile disastro"

"E quindi?" domando di nuovo, scrollando le spalle, per nulla toccato dalle parole del giovane l'uomo o da quello che ho vissuto in prima persona durante la notte appena trascorsa: ormai ho visto così tanti spettacoli raccapriccianti, che non esiste più nulla in grado di turbarmi "nel patto che abbiamo fatto non c'era nessuna clausura che m'impediva di dar fuoco ad un'intera prigione. Sei stato tu a darmi il via libera di agire. E poi, stiamo parlando di un carcere che racchiudeva una parte dei peggiori criminali esistenti al mondo, la maggior parte di loro ha fatto la fine che meritava... Sai, dovresti ringraziarmi per quello che ho fatto"

"E perché dovrei farlo?"

"Perché, per merito mio, adesso il mondo è un posto migliore".

Il piccolo Michelangelo non commenta la mia battuta, ma mi strappa il giornale dalle mani, lo appallottola e poi lo getta dentro un cestino.

"Sucre e Bellick?"

"Non so che fine abbiano fatto, durante l'incendio regnava la confusione più totale, e sinceramente ero troppo occupato a salvarmi la pelle per pensare al tuo Papi ed al grosso maiale" rispondo, lasciandomi scappare un profondo respiro e scuotendo la testa, senza riuscire a resistere alla tentazione di prendermi gioco del piccolo pesciolino "certo che è stata davvero una sfortuna per Sucre essere rinchiuso lì dentro proprio quando sei riuscito ad evadere. Come è accaduto? Che cosa è andato storto nella sua parte?"

"Non ne ho idea, mi auguro solo che sia riuscito a scappare da quell'incendio. Andiamo"

"Con molto piacere".

Occupo il sedile anteriore del passeggero, sistemo lo zaino che ho portato con me in quelli posteriori, e mi accorgo che su quello a destra sono appoggiati due oggetti: una pistola ed un origami a forma di tulipano; allungo la mano destra per prendere in mano il fiore di carta, ma Michael mi blocca prontamente, fulminandomi con uno sguardo dallo specchietto retrovisore.

"Non toccarlo"

"È l'ultimo ricordo che hai di Sara?" chiedo, per poi mostrargli la fotografia di me e Nicole che custodisco gelosamente, e che ho quasi perso nel corso dell'incendio "questo è tutto ciò che mi è rimasto di Nickie. Come puoi vedere, tu ed io non siamo così diversi alla fine"

"Che cosa c'è nello zaino che hai portato con te?"

"Ohh, nulla d'importante. Giusto qualche cosuccia per rendere più interessante la chiacchierata che farò con la nostra amica. Lo vedrai molto presto, a meno che tu non sia sensibile e facilmente impressionabile, in quel caso ti consiglio fin da ora di uscire dalla stanza prima di vomitare. E non provare a fermarmi, detesto essere interrotto quando devo fare una 'lunga chiacchierata'"

"Non lo farò, i patti sono patti" risponde Scofield, voltandosi verso di me "ma come io rispetterò la mia parte, devi fare altrettanto con la tua. Ricordati le due condizioni che devi rispettare: il colpo di grazia spetta a me e..."

"E non appena quella stronza sarà cibo per i vermi, andrò a costituirmi volontariamente. Niente trucchetti e voltafaccia, hai la mia parola" termino la frase al posto suo, come se stessi ripetendo una poesia imparata a memoria.

Il mio compagno di viaggio mi osserva ancora per qualche istante negli occhi, probabilmente per essere certo che non lo stia prendendo per il culo per l'ennesima volta; quando si convince che questa è una delle rare volte in cui sono totalmente sincero, inserisce la chiave nel cruscotto, la gira per accendere il motore e parte con una sgommata, imboccando una larga strada deserta costeggiata dall'oceano.

E ben presto, nel silenzio più assoluto, ci lasciamo Panama alle spalle per sempre.

Livin' On A Prayer; Prison Break (✔️)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora