La scelta migliore non equivale sempre alla più semplice da prendere; nella maggior parte dei casi, anzi, corrisponde proprio alla più difficile.
Non so se ho fatto bene a non rivelare a Theodore il segreto che porto con me da diverse settimane ormai: ho provato in diverse occasioni ad affrontare l'argomento, ma ogni volta si è rivelato solo un enorme buco nell'acqua; non so se arriverà il giorno in cui mi pentirò profondamente della scelta che ho preso, ma in questo momento non sono intenzionata a fare un solo passo indietro.
Il nostro rapporto è irrecuperabile, lui stesso me ne ha dato la prova concreta rivolgendomi quella minaccia velata.
Se diventerà mai concreta? Non lo so e non voglio neppure pensarci, perché adesso le priorità sono altre e non hanno nulla a che fare con il mio ex compagno: io, Linc, Sucre ed Alex stiamo aspettando l'arrivo di Sara e Michael; alle nostre spalle sono parcheggiati due grossi suv, pronti per la fuga.
"Ehi..." sussurra Lincoln, a poca distanza dal mio orecchio sinistro "se continui a morderti il labbro in quel modo, finirai per farlo sanguinare"
"Scusami, sono agitata" rispondo, senza riuscire a staccare gli occhi dalla porta in metallo, da lontano giungono i suoni inconfondibili della sirena di una volante e del motore di un elicottero in volo "i minuti continuano a trascorrere e loro due non si vedono"
"Arriveranno a momenti, non preoccuparti"
"Lo spero" nello stesso momento in cui sussurro queste due semplici parole, Sara spalanca la porta e ci raggiunge correndo; si blocca davanti a noi quattro e si guarda attorno con gli occhi spalancati: ha un livido violaceo attorno all'occhio destro, mentre un secondo fa capolino sullo zigomo sinistro.
"Sara" mormora Burrows, interrompendo il silenzio, afferrandola per il braccio destro "dov'è Michael?".
Lei si volta, guarda la porta, ma non risponde.
Linc ripete la domanda più volte, avvicinandosi al cancello che ci separa dalla porta metallica, ed Alex è il primo a pronunciare la frase che nessuno di noi ha il coraggio di formulare ad alta voce.
"Michael non verrà, Lincoln"
"No, no, non voglio crederci. Lui verrà"
"No, Lincoln, non questa volta. Vieni, dobbiamo andare, tra poco avremo la polizia alle costole"
"Linc, per favore, andiamo prima che sia troppo tardi" lo supplico a mia volta, stringendogli le mani attorno al braccio sinistro; lui continua a fissare l'edificio grigio, convinto di vedere comparire il fratello minore da un momento all'altro, ma quando si rende conto che non accadrà nulla di simile, a malincuore si allontana dagli anelli metallici del cancello ed occupa il posto di guida del primo suv.
Salgo a mia volta in macchina e, mentre ci allontaniamo, lancio un'ultima occhiata alla porta metallica con ancora la speranza di vederla spalancarsi; naturalmente ciò non accade, e ben presto Miami-Dade si trasforma in un puntino lontano.
Le sirene della polizia ed il rumore dell'elicottero in volo lasciano spazio ad un profondo, innaturale, silenzio.
N.D.A: Ormai siamo arrivati di nuovo alla fine. Lunedì pubblicherò l'epilogo, giovedì i primi due capitoli del terzo libro e poi mi prenderò una meritata pausa per le feste natalizie fino al nuovo anno. Con gli aggiornamenti ci rivedremo da giovedì 9 gennaio!
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Livin' On A Prayer; Prison Break (✔️)
Fiksi PenggemarSECONDO LIBRO. "Un sogno non può durare per sempre. Arriva per tutti il momento di svegliarsi e di fare i conti con la realtà. E quel momento, purtroppo, è arrivato anche per me". Dopo due sole settimane, Nicole ritorna a Chicago portando con sé i s...