31. 𝙄𝙡 𝙗𝙤𝙨𝙘𝙤.

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Giordana's POV

Guido in fretta, senza nemmeno rendermi conto di ciò che faccio, di che marcia ingrano, il mio corpo porta l'auto a destinazione ma la mia mente è ferma al pensiero della persona accanto a me.
Ho voglia di nutrirmi di quelle labbra carnose, voglio assaggiarla ancora e ancora, il suo sapore deve aver modo di restare con me per un bel po', voglio scoprirla, voglio vederla spoglia, voglio il calore del suo corpo sul mio.

Ho pensato di portarla in un posto solo mio, dove ho girato il mio primo video musicale, qui comprai tempo fa una casetta con dei soldi che avevo messo da parte nel tempo, è la casa per i momenti in cui voglio star sola, ora voglio star sola ma assieme a lei, perché mi da sicurezza, e so di poter condividere questo mio spazio, e non potrei chiudere lì dentro momento più bello, ricordo più bello.

È caruccia, totalmente in legno, più che una casa, per le dimensioni estremamente piccole,  assomiglia più ad una toilette in legno fatta per gli escursionisti, chi sa se qualcuno vedendola c'ha mai pensato...
All'interno però paradossalmente non vi è nemmeno il bagno.
La porta d'ingresso da su un piccolo divano letto ad una piazza e mezza, accanto a questo c'è una piccola tavola con su, probabilmente, sparsi ancora fogli e penne che utilizzavo per comporre, adesso non avrei bisogno di carta e penna, penso che potrei scrivere i miei pensieri sul suo corpo, nascerebbero altre 20 canzoni per il prossimo album.
Poi che io ricordi c'è una vecchia radiolina, probabilmente un regalino di qualche busta di patatine, una chitarra e un frigo bar, ovviamente vuoto ed anche spento da tempo ormai.
Le pareti sono invece tappezzate di poster, articoli, immagini che mi erano d'ispirazione.

Quindi, si, è lì che ci stiamo dirigendo, e lei non parla, se solo sapesse che sarebbe meglio che parlasse ora, non le darò nemmeno il tempo d'un respiro, i miei baci saranno soffocanti.

Questo momento lo sto desiderando più di qualsiasi altra cosa.

G: «Eccoci qui, scendiamo»

C: «Ed io chi sa che mi aspettavo? Mi hai portata in un bosco? Ahahaha originale!»

G: «Stai a parla troppo pe i miei gusti, te devo ripetere come devi sta? »

C: «Più mi dici di stare zitta più io parlo adesso, forse non è chiaro»

E più parla più mi avvicino, più m'avvicino e lei più indietreggia, non s'è resa conto di ciò che ha dietro di sè, ha fatto caso solo al "bosco"

G: «Voglio proprio vede»

Mi avvicino e le sussurro all'orecchio

G: «Dai, famme vede che fai»

Le mordo il lobo sinistro e poi inizio a baciare il collo, devio arrivando alle labbra, quelle non le bacio però, le sussurro all'angolo della bocca.

G: «Adesso girate va, boscaiola...»

Lei si gira ancora un po' stonata, e si trova praticamente con il viso nella porta della mia fatidica casetta.

«Che te portavo ner bosco? Vedi che sei scema»

Me la rido di gusto, lei resta impallata là davanti con una mano sulla fronte a ridere, io mi sporgo alla sua destra ed infilo le chiavi nella porta per aprirla.

La spingo leggermente da dietro per prenderla ancora in giro.
La supero, lancio la borsa a terra e mi fiondo di nuovo davanti a lei, incastrandola.

Questa volta punto subito alle labbra, le bacio, le mordo, sento il fuoco in me.

Poi non so come si ribalta la situazione, c'è lei davanti a me a bloccarmi che continua a baciarmi avidamente, e intanto si spoglia di borsa e giacca.

Quasi mi sento persa quando ci stacchiamo leggermente per prendere qualche boccata d'aria.
Ma non esiste che comandi lei questa situazione.🙄

Rien qu'une fois Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora