36. 𝙏𝙞 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙚𝙣𝙩𝙤 𝘾𝙡𝙖𝙪𝙙𝙞𝙖.

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Claudia's POV

La nostra intimità, una nuova relazione, la ragazza dei sogni di molti con me, il fatto che sia così pazza da volerlo dire a chiunque, sono confusissima ma felice, poi si somma il fatto che io e tutti gli ascoltatori alla radio le abbiamo sentito dire che è innamorata, mi sta portando a casa, vuole dire a tutti chi sono, ma vuole farlo con una sorpresa.

Probabilmente se dovessi descrivere la mia vita su un diagramma, questo momento rappresenterebbe il picco piú alto di tutti in 20 anni che mostra 10 emozioni discordanti tra loro ma piacevoli, è riuscito a superare ogni mia esperienza, bella, di vita.

Il panino più grande, però,  è quello di dover entrare a casa sua e presentarmi come sua fidanzata.
Mi balenano in mente 10.000 pensieri, la madre, la sorella, anche il cane, penseranno che sia io l'impertinente che sbarca da un momento all'altro nella vita di Giò, o forse probabilmente sanno che la pazza in realtà è lei.

Beh, spero ovviamente che ad essere giusta sia la mia ultima ipotesi.
Non ho mai avuto problemi a presentarmi alle famiglie dei miei ex ragazzi, probabilmente perché già sapevo che non sarebbe durata, o forse perché non era così presto, o ancora, perché non erano personaggi televisivi che, solitamente, sono protetti  a spada tratta dai propri familiari.

Ma adesso mi sento veramente a disagio, è differente dalle altre volte, soprattutto perché a lei tengo realmente, e so che allo stesso modo lei tiene enormemente alla sua famiglia, e, suppongo, al parere di quest'ultima.

Io sono sempre goffa, potrei sbagliare qualcosa, risultare ridicola, essere troppo, o essere troppo poco.
Quando ti presenti alla famiglia della tua metà non sai mai quale potrebbe essere la reazione, potrebbe esserci gelosia, potrebbe esserci apatia, o totale naturalezza e tranquillità, ma di solito c'è tempo per pensarci, ma la mia ragazza no, lei deve fare le cose di fretta.

Però mi fido, so che se lei ha deciso di portarmi a casa sua adesso, e perché crede in me, ma soprattutto il noi.

Così arriviamo, un palazzo modesto in un quartiere altrettanto modesto, entriamo e saliamo, io dietro di lei, la seguo ma cerco di nascondermi dietro la sua sagoma.

Ad un tratto si ferma davanti ad una porta, si gira verso di me e mi sorride.
Questa volta non usa le chiavi come ha fatto con il cancello all'entrata principale, ma bussa.

Aspettiamo un po', a me sembra un'eternità, vorrei fosse come una ceretta, strappare via e stop, invece no, devo soffrire ovviamente.

Poi apre la porta Sophie, la madre, con tanto di Picchio (il cane) che scodinzola e abbaia.

S: «Oh mon Dieu, Dana, quante volte ti dovrò dire di usare le chiavi, alors tu me fais penser qu'il y a des invités...(mi fai pensare ci siano degli ospiti)»

G: «Mami c'est comme ça (è così)
Ci sono degli ospiti»

Si sposta sulla destra per lasciare spazio alla mamma e far si che mi veda, poi mi tende la mano e mi fa avanzare di un passo.

G: «Ti presento Claudia»

Mi guarda, le sue sopracciglia si incurvano, io accenno un leggero sorriso, lei sta cercano di capire chi sono, e perché necessitavo di una presentazione probabilmente.

Rien qu'une fois Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora