39. 𝙇'𝙖𝙣𝙚𝙡𝙡𝙤.

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[...]
G: «Ma grazie per quale motivo, piuttosto son io a dire grazie, lo sai vero che tutto quello che è successo è solo merito tuo, tu mi hai scritto, tu sei venuta a cercarmi, tu mi hai sconvolta del tutto, tra tutte le cose che stavano accadendo nella mia vita hai avuto la capacità di insinuarti nei miei pensieri e di far sì che nascesse qualcosa tra noi, per questo sono io che non smetterò mai di ringraziarti.»

Prima che possa controbattere con qualche altro ringraziamento la bacio ancora, la sollevo leggermente portandola davanti alla portiera dell'auto, senza lasciarmi sfuggire le sue labbra.
Poi la lascio finalmente libera e fuggo dall'altra parte infilandomi in macchina.
Abbasso il finestrino e la minaccio.

G: «ti faccio salire ad una sola condizione, non voglio sentire più ringraziamenti, promettimelo!»

C: «Ok va bene, è così sia, te lo prometto!»

G: «Perfetto, la prego entri signorina..!»

Entra in auto ed io parto decisa.

G: «dov'è finita la tua curiosità? Non vuoi sapere dov'è che ti porto ora?»

C: «ma se poco fa hai detto che mi volevi solo portar via da casa tua, e hai tante cose da farmi vedere, zitta e guida no? Per una volta che non sono rompiscatole e non chiedo niente»

G: «Oh eh calmamose n'attimo tigre!
Vabbe voglio fare un gioco allora, per mettere alla prova la tua memoria, che fai? ci stai?»

Sbuffa, ma vuol fare solo la tipa, in realtà la diverte la situazione.

C: «Ok, su ci sto!»

G: «Perfetto così te voglio! Ma prima di iniziare damme n'bacetto altrimenti non c'ho le forze.»

C: «Ma dammelo tu»

G: «A scema, sto a guida, la sicurezza prima di tutto, o sbaglio?»

Arresa sbuffa ancora e si sporge verso di me per accontentarmi, e posa quelle labbra morbide sulle mie.
L'adoro.

C: «Contenta?»

G: «Da morì.
Ok, iniziamo allora, ogni qualvolta ci siamo viste mi hai portato un'infinità di regali, tra i quali ovviamente il più importante è il quaderno.
Ma tu realmente ricordi tutto ciò che mi hai dato di tuo?»

C: «Ovvio, devo farti l'elenco? penso sia palese che il mio interesse era ed è alle stelle, forse avrò esagerato, penso d'averti riempito casa solo incontrandoti un paio di volte ma sentivo di farlo.»

G: «Cla, non te ne sto a fa na colpa, io ricordo cosa mi hai detto la seconda volta, perché prestavo più attenzione ai particolari.
Dicesti che pur sapendo che non volevo regali a te piaceva portarmi dei pezzi di te, il punto è che perdesti un po' di tempo, ed eri molto nervosa.»

Non riesce a capire, con la coda dell'occhio vedo che si gira di scatto verso di me.

C: «Non capisco cosa stai insinuando, o quanto meno non ne capisco il tono, non so se pensare sia una sorta di "ramanzina"»

G: «Ma che ramanzina, allora c'ho ragione, sei proprio scema, quando sei nervosa, o almeno in quell'occasione, giochi con le tue stesse mani, ti osservavo mentre parlavi e volevo capire dove saresti arrivata.»

C: «Giordà, non prenderti le pause, tu volevi capire dove volevo arrivare, ma ora voglio capire io invece tu cosa stai pensando e cosa vuoi far sì che mi ricordi, quindi parla!»

G: «Te la pongo in un altro modo, poiché ho notato che porti con te sempre gli stessi oggetti, e penso tu sia come me, quindi non li togli mai probabilmente, per caso hai perso qualcosa nei mesi passati?»

Le lancio qualche sguardo e continuo a vederla persa, con una mano che si poggia sulla testa come a voler comprimere i suoi stessi pensieri e farne uscire qualcosa.
Mi fa praticamente pisciare sotto dalle risate che ce posso fa.

G: «Qualcosa che solitamente porti al dito..»

C: «Ah si, ho perso un anello ora che mi ci fai pensare, e tu cosa ne sai?»

Rien qu'une fois Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora