37. 𝙎𝙤𝙣𝙤 𝙛𝙚𝙡𝙞𝙘𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙪 𝙨𝙞𝙖 𝙦𝙪𝙞.

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Chi non lo sguardo verso il basso. Faccio un passo in avanti, ormai qualsiasi cosa lei avesse pensato, pensa o penserà di me io sono qui e devo affrontare la situazione.

S: «Oh, ciao Claudià, si'il te plait (ti prego) entra, perdonami il disordine, e lo sfogo di prima, purtroppo Giordana non mi aveva avvisata.»

Mi sorride, è davvero contenta, il suo sguardo prima accigliato adesso si è come rilassato, cosí anch'io posso tirare un sospiro di sollievo finalmente, sembra felice che io sia qui.
E poi sentirle pronunciare il mio nome così accentato è adorabile e particolare, quasi meglio di "Claudette"... o forse no.
Giordana mi guarda e mi sorride come a volermi prendere in giro, il suo sguardo mi parla ormai, capisco ogni cosa che vuole comunicarmi con il corpo senza che usi le parole, questo nostro legame è così tanto in così poco.

Tornando allo sguardo di Giò, per punirla per il suo sorrisetto furbo, la colpisco con il gomito leggermente camminando in avanti.

C: «Si figuri, nessun problema, Giordana non ha avvisato nemmeno me, anzi per questo motivo mi scuso se son venuta qui a mani vuote!»

Ben le sta, sicuramente la mamma ora sa che concordo con lei che la figlia è una gran testa di cazzo... ma a me piace proprio perché è così...

S: «Claudià n'est pas un problème!! Sono felice che tu sia qui, basta questo, niente regali!»

Avvampo per quel "sono felice che tu sia qui" semplicemente perché chi meglio di una mamma conosce la figlia, penso abbia capito tutto non appena ci ha viste, dunque il suo esser felice è vero, sincero.

Sono persa nelle parole della mamma e nel guardare la casa, che probabilmente ha visto Giordana crescere, o forse no, ma sicuramente è una casa vissuta, ed è meravigliosa tra l'altro, la mamma parlava del disordine, ma penso non ci sia davvero nulla fuori posto.
Sono cosí di stratta che quasi dimentico di averla alle spalle fino a quando non la sento parlare.

G: «Maman, penso sia chiaro, io e Claudia stiamo assieme, ci tenevo a presentarla a te prima di far si che la notizia diventi di dominio pubblico, ma soprattutto, perché è veramente speciale,  per ora non ti dirò nulla di come è nata questa storia, perché ho in mente una sorpresa, ma sappi solo che è assurda, bizzarra, triste ma allo stesso modo meravigliosa!»

Io sono paralizzata, loro sono così spontanee che quasi mi sento fuori luogo.
Ma vedo la felicità, negli occhi di Giordana che racconta, e negli occhi della madre che ascolta, che pur non avendo saputo quasi nulla è al settimo celo lo stesso.
Lo sguardo di Sophie si posa poi su di me.
Mi sorride, mi prende le mani.

S: «Aspetto con ansia di sapere tutto di voi, mais sûrement (ma sicuramente) sono felicissima, e non posso che darti il benvenuto.
Siete davvero meravigliose insieme.»

Penso di aver trattenuto il respiro fino ad "insieme", quasi soffoco.
Ma quando finisce e si china ad abbracciarmi torno a riprendere fiato, e mi sento veramente a casa.
Poi abbraccia lei, la stringe forte e le da un bacio.

S: «Sono sicura che adesso Giordana non aspetta altro che portarti via veloce.
Ne t'inquiète pas ma chérie (non preoccuparti mia cara) non ti metterò in imbarazzo.
Tra poco tornerà Elisa se volete aspettare qui e mangiare qualcosa sono felice!»

Io mi giro verso Giordana per cercare una risposta in quanto non so cosa lei voglia fare.

G: «No, tranquilla, Elisa sa già tutto, presto gliela farò conoscere, adesso devo portarla in un posto.»

S: «Parfait, allora a presto Claudia, è stato un piacere conoscerti, quando vorrai ti aspetto qui»

Mi abbraccia ancora una volta e mi da un forte bacio sulla guancia, calorosa proprio come fosse italiana.
Ed io penso intanto anche a dov'è che mi vorrà mai portare..

C: «È stato un piacere anche per me, davvero, la ringrazio di tutto, tornerò presto, o almeno non appena Giordana avrà modo di portarmici.»

Le sorrido ancora, Giò le da un bacio in fronte, mi prende e mi trascina fuori, chiudendo la porta alle nostre spalle.

Rien qu'une fois Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora