Capitolo 5

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Quando rientrò nell'albergo vide le ultime persone correre verso le porte del salone. Bae era di fuori con una guardia di sicurezza dell'albergo ad aspettare gli ultimi invitati. Le fece un cenno, quasi ad indicare di sbrigarsi. Corse a malapena sui tacchi con un leggero mal di testa che si faceva più forte a ogni passo.
Entrarono chiudendo le porte della sala dietro di loro, lasciando che le luci basse e i neon colorati illuminassero la sala piena di gente seduta ai tavoli circolari. Bae condusse Ignis al loro tavolo, dove c'erano il professor Arthur, sua moglie Clara e loro due.
Anche Clara si complimentò con Ignis per la sua bellezza e si scusò per non averla salutata al suo arrivò ma doveva terminare gli ultimi ritocchi. Arthur invece le sorrise, contento che anche lei ora fosse li con loro. Un uomo intanto, vestito con un abito gessato e una cravatta rossa piuttosto evidente, salì sul palco con un microfono con un occhio di bue ad illuminarlo.
<<Signori e signore buonasera e benvenuti. Sono qui per dare i miei più calorosi saluti a ognuno di voi, ma in particolare all'ospite d'onore di questa serata, il professor Arthur Josh Martin e alla sua famiglia>>.
Un applauso generale, seguito da alcune urla, partì da tutti i presenti. Ognugno di loro adorava il professore, per vari motivi. Alcuni erano suoi vecchi allievi, altri compagni di studi e altri grandi amici dai tempi dell'università.
<<Va bene, va bene, non consumate tutte le energie ora, la serata è appena iniziata. Come ben  sapete, il professor Arthur ha fatto molto per la noi, per la nostra università, per il mondo anzi>>
Il professore sorrise facendo un gesto come ad indicare che stesse esagerando, però era vero. Grazie ad una sua scoperta nel campo della chimica vennero creati alcuni farmaci importanti basati su alcune sue formule che non esitò a donare.
<<Prima di lasciarvi alla vostra cena, vorrei lasciar parlare una persona che mi è stato riferito essere la migliore allieva di sempre del professor Arthur>>.
Il cuore di Ignis si fermò, sapendo che era lei la persona in questione. Bae, il professore e sua moglie, si girarono verso di lei facendole un sorriso incoraggiante tranquillizzandola. Clara le strinse la mano con affetto, d'altronde l'aveva quasi adottata come seconda figlia, la adorava.
<<Date il benvenuto alla prediletta e alla ragazza che ha contribuito a molte ricerche insieme al nostro amato professore, la signorina Ignis Smith>>.
Un applauso si sollevò nuovamente, mentre lei si alzò per dirigersi verso le scalette del palco. L'occhio di bue era su di lei, accompagnandola a ogni passo fino al microfono, sfoggiando e mettendo in risalto tutta la sua bellezza che da sempre teneva nascosta. Bae continuava a guardarla senza mai distogliere lo sguardo, mentre il padre lo colpì con il gomito ridendo per distrarlo.
Si schiarì la voce prima di parlare, mentre il cuore batteva sempre più velocemente per l'emozione.
<<Buonasera a tutti>> iniziò con voce tremolante.
Bae intanto le fece un gesto per incoraggiarla che a malapena vide tra quei forti neon.
<<Non ho preparato un vero e proprio discorso, lo ammetto mi sono dimenticata>> rise seguita a sua volta dal pubblico. <<Perciò quello che vi dirò sarà più che sincero. Il professor Arthur mi scovò nel mio piccolo banco in fondo alla classe alle scuole superiori. Fece un gioco con noi del primo anno, un "Brainstorming" a dirla tutta. Ci chiese cosa per noi fosse la chimica, appuntando qualsiasi cosa sulla lavagna. Lo colpì molto ciò che risposi io però, ovvero che la chimica è tutto>> ripeté sorridendo anche il professore ricordandolo come se fose ieri.
Intanto anche i presenti sembravano interessarsi di più alle sue parole, come se li stesse trascinando in quella conversazione con la sua allegria e il suo sorriso.
Mentre parlava raccontando il suo passato, una terribile fitta alla gamba le bloccò la voce facendola sussultare. Quasi come se stesse cadendo, si aggrappò alla prima cosa che trovò vicino con difficoltà, mentre sentiva dentro di lei uno strano calore. Qualcosa iniziò a rintoccare nei suoi pensieri, una parola priva di significato, una voce sussurrata, quasi un sibilo, sembrava penetrarle la mente. La fitta passò a dolore che si raccolse in un punto specifico,il suo fianco, come se stesse prendendo fuoco. Guardò il pubblico osservarla con aria preoccupata, soprattutto Bae e la sua famiglia. Per non creare troppi problemi, si allontanò chiedendo scusa ai presenti.
Scese dal palco mentre l'uomo che l'aveva presentata tornò con il microfono in mano cercando di sdrammatizzare la situazione.
Bailey si alzò dal tavolo raggiungendola mentre si dirigeva verso l'uscita della sala. Aveva lo sguardo basso, un viso cianotico e camminava a passo svelto quasi zoppicando. Quella parola continuava a risuonarle in testa; ancora; ancora e ancora.

Ima tar Neero ne eloi'i

"Che mi succede" pensava.
Una presa al braccio la staccò bruscamente dai suoi pensieri, Bailey l'aveva raggiunta alle porte.
<<Ehi cos'hai? Tutto bene?>>.
<<Si solo un po' di giramento, niente di che>> cercava di allontanarlo per non farlo preoccupare.
<<Sicura? Vuoi che chiamo qualcuno che ti dia un'occhiata>> inisté.
<<No sul serio, sto bene, voglio solo darmi una rinfrescata, ci vediamo dopo>>.
Lo congedò velocemente, camminando i direzione dei bagni delle donne alla fine del corridoio.
Sotto il vestito intanto, qualcosa fremeva sulla pelle; bruciava come un fuoco vivo.
Arrivata al bagno alzò  il vestito nella zona che le faceva male, restando poi di stucco.
Un tatuaggio, un simbolo, era inciso sulla sua pelle, quasi come se fosse una bruciatura o un marchio impresso a fuoco. Ignis era spaventata, perplessa e curiosa allo stesso tempo, cercando di rimettere insieme i pezzi del puzzle per capire come se lo fosse procurata o chi gliel'avesse fatto, ma niente. Dentro i suoi ricordi c'era una zona buia, totalmente oscurata, come se non riuscisse a ricordare nulla.
Di nuovo quel sussurro, stavolta più chiaro, più nitido, comprensibile. Una fitta alla testa seguì quella fianco, facendola accasciare quasi in ginocchio sul bancone dei lavandini del bagno.
Si sentiva calda, bollente, come se la temperatura del suo corpo fosse in aumento. Si guardò allo specchio, ansimante, notando che i suoi occhi erano diversi. Gli occhi diventarono rossi come una gemma, cristallini, ma col colore di un fuoco vivo. I suoi capelli sembrarono diventare più accesi, più luminosi rispetto a quel colore spento che aveva prima.

Neero ne

Stavolta non riuscì a trattenere un grido di dolore. Cominciò ad urlare come se stesse prendendo fuoco, mentre tutto intorno sembrava bruciare. La temperatura della stanza era aumentata a tal punto da far piegare il legno delle porte fino a fargli prendere fuoco. Le tende si restrinsero bruciando velocemente e le lampadine scoppiavano una dopo l'altra. Il simbolo fremeva, dandole una sensazione di energia e potere nel suo corpo. Gli scoppiettii del legno che prendeva fuoco, le fiamme che si innalzavano sempre di più e il bagno che pian piano crollava intorno a lei.
Durò qualche altro secondo, poi svenne priva di energie lasciandosi cadere a terra tra le fiamme.
"Sento qualcosa" "Che cos'è?" "Fa caldo qui".
Aprì gli occhi sentendo qualcuno gridare, la voce era familiare, ma incomprensibile. Dei rumori, qualcuno che colpisce la porta, delle urla.
Ignis si alzò in piedi a fatica, stordita, con il vestito ridotto a brandelli. Si guardava intorno cercando di orientarsi, tossendo per il fumo che aveva ormai riempito la stanza.
Altri colpi sulla porta, quella voce familiare, ma chi era?.
Una luce, brillante, spiccava in un angolo sul muro accanto allo specchio, anche quella le sembrava familiare.
Come se fosse attratta, camminava in quella direzione, incurante delle fiamme che la colpivano bruciandole gli ultimi resti di vestiti. Le fiamme si fecero più alte coprendole la vista eppure lei continuava a camminare dritta davanti a se. Poi di nuovo quel sussurro, che stavolta era più simile ad una voce candida e soave. Oltrepassò le fiamme a occhi chiusi, con le braccia a coprirle il volto.
Sentiva le forze abbandonarla sempre di più a ogni passo, finché non cadde di nuovo a terra.
"Cos'è questa sensazione?".
Ora era tutto diverso. Non c'era il calore delle fiamme ad avvolgerla, ma una piacevole brezza sulla pelle nuda. Intorno sentiva come delle fronde muoversi e degli uccelli cinguettare. Non aveva la forza nemmeno per muovere un dito. Poi tutto divenne buio.

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