Il sole stava calando e Caleb muoveva nervosamente il piede su e giu sul letto. Ogni tanto guardava l'ora: le cinque e mezza di pomeriggio, tra poco doveva avviarsi verso casa di Mary.
Quando si erano sentiti un oretta prima le aveva chiesto di vestirsi bene per l'occasione, in quanto l'avrebbe portata in un ristorante molto popolare nella capitale.
Loro di certo non erano tipi da frequentare posti del genere, ma per una volta potevano anche concedersi qualcosa di diverso, d'altronde era anche il loro anniversario. Tutto sembrava collegarsi perfettamente in quel giorno così magnifico. La sua vittoria, l'anniversario, la proposta e l'anello che le piaceva. Si alzò poi in piedi aprendo l'armadio vicino al suo letto disfatto.
Rimase a fissare i vestiti cadendo nell'indecisione più totale, come una donna al primo appuntamento, o anche tutti i giorni.
L'ampio armadio era diviso in due zone: a destra i vestiti di tutti i giorni e a sinistra alcuni abiti eleganti che non metteva da un po'.
"E adesso cosa mi metto" esclamò dentro di se.
Fortunatamente, quasi venuta in suo aiuto, sua madre Eleonor bussò alla porta.
<<Posso entrare?>>.
<<Entra, capiti nel momento più giusto>>.
<<Non sai cosa metterti scommetto>> disse sorridendo con il suo volto sempre rassicurante e tranquillo.
<<Mi conosci bene vedo>>.
<<Ti ho messo al mondo io, ovvio che ti conosco>> ed entrambi risero alla battuta.
Si avvicinò anche lei all'armadio, dando un'occhiata veloce, soprassedendo sul disordine nella camera. Poi indicò con il dito un abito elegante nero, che aveva indossato un paio di volte a qualche matrimonio.
<<Perchè non quello?>> disse.
<<Ci stavo pensando, ma anziché il pantalone elegante scuro pensavo a un jeans blu e sopra una camicia con la giacca>>.
<<Perché no, d'altronde non credo che dove la porti abbiano un dress code da rispettare>>.
<<Mi sembra di no. Ma se invece lei venisse vestita normalmente, mi sentirei a disagio ad essere elegante>>.
<<Allora vestiti anche tu ordinario, come piaci a lei>>.
<<No forse seguirò la prima idea>>.
<<Mio dio Caleb>> sbottò ridendo sua madre <<Sembri più emozionato della prima volta che dovevi uscirci insieme>>.
<<Beh sai, ora è un po' diverso>>.
<<In che senso?>>.
A sua madre ancora non l'aveva detto, a nessuno in realtà per paura che potessero parlare involontariamente, dato che Mary passava molto spesso del tempo a casa di Caleb parlottando con sua madre come delle amiche.
Si sporse verso il letto prendendo il cofanetto dell'anello rivestito di velluto dal colore grigio perla.
Sua madre lo prese tra le mani delicatamene facendo attenzione, aprendolo come se fosse uno scrigno del tesoro. Quando vide quella pietra verde, che risaltava sotto la lampada della camera, spalancò la bocca con stupore.
<<Vuoi sposarla?>> chiese poi con gli occhi lucidi.
<<Eh già, a quanto pare...>> non finì la frase che subito lo abbracciò con forza.
<<Vada per la giacca e i jeans allora>> disse poi lasciandolo solo.
Chiuse la porta alle sue spalle, mentre Caleb sorrideva guardando l'anello sotto i suoi occhi.
Lo posò sulla scrivania e iniziò a prepararsi velocemente, emozionato come la prima volta al primo appuntamento.
Dopo essersi improfumato e sistemato abbastanza, guardò il telefono sul letto indicare le sei e dieci.
Uscì di casa salutando suo fratello e sua madre che gli augurò in bocca al lupo.
Prese la macchina mandando un messaggio alla sua ragazza "Sto arrivando, inzia a scendere" e pochi secondi dopo, per tutta risposta "D'accordo a fra poco".
Un sorriso si stampò di nuovo sulle sue labbra, portando poi la mano al taschino interno della giacca per controllare per l'ennesima volta se avesse preso l'anello.
La radio della macchina era accesa e trasmetteva una canzone anni ottanta dal ritmo orecchiabile e piacevole. Guardò il cielo, vedendo le prime stelle spuntare nel buio diviso perfettamente a metà: nord buio e sud ancora con un po' di luce.
Quando girò passando per un'altra via, quella che costeggia il mare, posò gli occhi sull'orizzonte, dove il sole lentamente stava sparendo.Neero ne sal ima nii
Poi puf, sparì, seguito da un rapido bagliore nel cielo. Caleb notò qualcosa, vedendo quel flash anomalo nel cielo dal colore candido. "Cos'era?".
Un clacson di un'altra macchina però lo distrasse immediatamente, non si era accorto che stava finendo fuori corsia. Il clacson però non lo distolse dai suoi pensieri, nei quali risuonava dolcemente qualcosa. Alzò però il volume della radio quando subito dopo passarono una delle sue canzoni preferite, accantonando qualsiasi pensiero per dare spazio alle parole della canzone che sapeva a memoria.

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Nabradia
FantasiSTORIA COMPLETA PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA Restate con me, vivete anche voi il viaggio a Elmorea! Tutto ebbe inizio quando i primi regni vennero eretti dagli uomini nel grande continente di Elmorea. Quattro re magnanimi ascesero al potere, comand...