Il pozzo dietro casa, non era molto distante, ma quella mattina il tragitto sembrava lunghissimo.
La voce di sua madre rimbombava nella sua testa appena sveglia, chiedendogli di prendere dell'acqua da poter riscaldare.
Il giovane ventiduenne Ermal, con gli occhi che faticavano ad aprirsi, si avvicinava con passo lento e svogliato verso il pozzo in pietra vicino la stalla della sua casa. Tirò su il secchio pesante d'acqua chiara poggiandolo sul bordo, che rifletteva i primi fasci di luce del sole rosso all'orizzonte. Infilò le mani nell'acqua gelida, tirandosela in faccia per svegliarsi dal sonno che stava per prevalere.
La sensazione fredda dell'acqua gli piaceva, gli dava la giusta carica per svegliarsi e iniziare i suoi compiti con i suoi genitori. Con il viso gocciolante e gli occhi strizzati, sorseggiò un bel goccio d'acqua con le mani per togliere l'amaro in bocca della notte.
Tolse il secchio dal sostegno e lo portò in casa da sua madre che lo attendeva.
<<Ce l'hai fatta, pensavo ti fossi addormentato con i cavalli>> esclamò lei.
<<Non sei divertente, speravo di dormire un po' di più visto l'orario che mi avete fatto fare ieri notte per sistemare la stalla>> rispose con tono sarcastico.
<<Tuo padre non poteva nel pomeriggio e poi guardati>> disse indicandolo <<mi sembri ancora vivo o sbaglio?>>.
Lei era una donna sulla quarantina, piuttosto larga e prosperosa con le mani sempre impastate in qualcosa da mangiare. Era la più brava di tutto il villaggio nel realizzare torte salate e altre specialità che tutti invidiavano. Lui invece, era un ragazzo alto circa un metro e settanta, atletico e ben scolpito per i lavori duri che faceva sin da bambino e occhi neri come il carbone.
Dalle scale, pesanti passi scendevano verso la sala da pranzo, suo padre si era appena preparato, pronto per andare ad Eval per delle commissioni. Vivevano nel primo villaggio fuori dal grande regno, con il quale commerciavano prodotti della terra che venivano richiesti. La loro era una delle tante fattorie nei vari villaggi, che nel suo piccolo, provvedeva a rifornire di uova, latte e ortaggi i vari negozi che glieli ordinavano.
<<Buongiorno famiglia>> esclamò.
Era un uomo sulla cinquantina, con leggeri acciacchi alla schiena dovuti agli anni di duro lavoro nei campi con gli aratri e altri attrezzi da coltura pesanti. Con la sua barba brizzolata che nascondeva un sorriso accennato, si avvicinò a sua moglie dandole un bel bacio sulle labbra come ogni mattina.
<<Trovatevi una stanza>> esclamò disgustato il figlio.
<<Pensavamo di usare la tua>> ridacchiò lui.
Ermal lo fulminò con lo sguardo facendolo ridere.
<<Grazie per ieri sera, inizio ad essere vecchio per occuparmi da solo della stalla e degli animali, dovrai pensarci tu un giorno.
<<Figurati, non è stato difficile, avrei solo voluto dormire un po' di più>> disse aumentando il tono di voce accentuando l'ultima parte verso la madre che sogghignava.
<<Tesoro, dove sono le ceste che avevo preparato ieri da portare ai negozianti?>>.
<<Sono vicino la porta, te le ho messe lì poco fa>>.
<<Grazie. Ah! Ieri sono passati con una carrozza il principe e la principessa scortati da alcuni soldati>>.
<<Si li ho visti, ci hanno anche salutati, la principessa è sempre meravigliosa>>.

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Nabradia
FantasySTORIA COMPLETA PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA Restate con me, vivete anche voi il viaggio a Elmorea! Tutto ebbe inizio quando i primi regni vennero eretti dagli uomini nel grande continente di Elmorea. Quattro re magnanimi ascesero al potere, comand...