Chris riaprì gli occhi, avvertendendo un lieve fastidio alla testa. Era di nuovo su un letto, ma stavolta in un luogo differente, più piccolo e buio. Due lanterne posizionate ai due lati opposti della parete, illuminavano appena quella stanza, mentre fuori dalla finestra la luna era già alta.
Le stelle costellavano il cielo in una vastità infinita di luci, quasi ad illuminare persino la stanza.
Si sollevò dal letto e mise i piedi a terra, su quel pavimento freddo e di pietra che lo rabbrividì.
Addosso aveva ancora i vestiti dell'infermieria, una camicia bianca e un pantalone di stoffa.
Sul comodino vicino al letto c'era una brocca con dell'acqua e una bacinella mezza piena con uno straccio inzuppato dentro per metà.
Intanto si sentiva intorpidito, anchilosato, con un leggero formicolio al petto. L'utlima cosa che ricordava era di aver parlato con delle persone e poi il petto aveva cominciato a fargli male improvvisamente.
D'istinto portò gli occhi sotto la maglietta, vedendo qualcosa di nero tatuato su di se.
Poco più avanti nella stanza, c'era uno specchio, e subito lo raggiunse togliendosi la camicia.
Il suo sguardo rimase fermo sul tatuaggio, grande come il suo pugno e nero come la notte.
Lo toccò con il dito, dapprima delicatamente temendo di sentire dolore, poi sembrò quasi massaggiarlo. Mentre passava la mano sentiva come se la carne fosse rialzata, come una cicatrice.
Nei suoi ricordi aleggiava anche una parola, che però non sembrava avere senso.
Ricordava anche di una strana scarica d'energia; un potere nascente dentro di se sul quale non aveva controllo. Rimase li a fissarlo per qualche minuto, finché il verso di una civetta non lo distrasse, portando la sua attenzione fuori la finestra.
Le porte della finestra erano grandi, alte fino al soffitto e accedevano ad un balcone piuttosto ampio.
Ne aprì una per uscire fuori, sotto i vari cigolii del legno e del ferro vecchio delle giunture.
Una ventata d'aria fresca lo colpì in pieno viso rinvigorendolo. Adorava quella sensazione così piacevole del vento fresco che lo accarezzava e gli scompigliava i capelli.
Inspirò più che poté, lasciando che l'aria entrasse nei polmoni quasi a farli scoppiare. Poi espirò quasi con sollievo, sentendo le sue forze tornare pian piano.
Portò gli occhi al cielo, osservando quanto fosse meraviglioso con tutte quelle stelle a contornare la luna; una luna piena che regnava in quella buia e silenziosa notte.
Diede rapidamente un'occhiata sulla città in lontananza, con alcune luci ancora accese e le torce sparse ovunque. Piccole fiammelle, sembravano danzare nella notte, beandosi anche loro di quel cielo stellato e quella brezza che le muoveva come i suoi capelli.
La sensazione fredda sulla pelle nuda del suo petto e della sua schiena, gli faceva venire la pelle d'oca ovunque, ma adorava anche quella sensazione.
Ogni brivido sembrava fargli recuperare le energie, svegliandolo da quel lieve mal di testa che lo intontiva. Un sorriso si stampò sul suo volto, felice di provare quella sensazione. Durò per poco però, finché non avvertì una strana sensazione dentro di se, come di incompletezza, di mistero.
Qualcuno bussò alla porta, ma lui non sentì minimamente. Nella stanza entrò una giovane ragazza, con un lungo vestito bianco e i capelli biondi raccolti in una treccia ben ordinata.
Si guardò intorno finché non vide il ragazzo in piedi, sveglio e fuori al balcone. Lo raggiunse quasi di soppiatto, arrossendo a quelle spalle e quella schiena ben disegnate.
<<Vedo che sei sveglio>>.
Chris si girò di scatto sobbalzando. Quando vide una ragazza all'interno della stanza, corse immediatamente a prendere la maglia e indossarla il più in fretta che poteva. Si incastrò per qualche secondo con una manica, apparendo goffo e sbadato tanto da farle scappare una leggera risata.
La ragazza notò quello strano tatuaggio sul suo corpo, intravedendolo solo per pochi secondi.
Nella sua mente scattò qualcosa, come se lo avesse già visto da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove.
<<Non volevo spaventarti. Ho bussato, ma non mi hai risposto e pensavo stessi ancora riposando>>.
Chris non rispose, si limitò soltanto ad ammirare la bellezza di quella ragazza che si era presentata nella sua stanza. I suoi occhi erano magnifici, profondi, dal colore azzurro chiaro. Il suo viso era delicato, morbido e luminoso, con un bellissimo sorriso che la rendeva ancora più bella. Alcuni capelli le scendevano ordinatamente sulle spalle, mentre la treccia era disposta sulla spalla destra in bella vista. Sulla testa portava un fermaglio o una coroncina che splendeva sotto la luce della luna.
Era alta poco meno di lui, guardandolo con quegli occhi che lo avevano ormai ammaliato.
<<Come ti senti?>> disse poi staccandolo da quella presa.
<<Meglio... Grazie>>.
<<Ne sono lieta. Mia madre mi ha detto che eri stato portato qui, così sono passata a vedere le tue condizioni. Vedo che ti stai riprenendo se già sei in piedi>>.
Anche lei sembrò cadere vittima del suo fascino, guardandolo dritto in quegli occhi azzurri come i suoi. I suoi capelli erano arruffati, così come la sua maglia, tutta stropicciata. Il suo viso, privo di barba, era delicato e levigato, quasi come quello di una statua. Si fece scappare un'espressione compiaciuta, arrossendo sempre di più sotto il suo sguardo che sembrava attraversarla, era una ragazza molto timida.
<<Tua madre? Tu sei la figlia della regina?>>.
<<Si, ma non ti preoccupare, non servono modi formali con me, puoi chiamarmi Eloeth. Tu invee come ti chiami?>>.
<<Mi chiamo Chris, ma è l'unica cosa che ricordo>>.
<<Hai perso la memoria?>> chiese preoccupata.
<<Credo di si, non riesco a ricordare nulla prima del risveglio in infermieri. Ho solo dei sogni confusi e delle parole incomprensibili che mi ronzano in testa>>.
Rimasero per qualche secondo in silenzio, senza sapere cosa dire per alleviare quella situazione.
Poi, d'un tratto, a Eloeth venne in mente un'idea, che magari avrebbe aiutato Chris ad ambientarsi meglio in un luogo che non conosceva.
<<Ti va di fare una passeggiata? Voglio mostrarti un luogo dove mi reco quando anche io ho dei pensieri confusi o ho voglia di rilassarmi>>.
Si trovò spiazzato a quelle parole, non cosa rispondere alla figlia della regina. Infine accettò la proposta, aveva bisogno di sgranchirsi un po' le gambe e di prendere una boccata d'aria.
Uscirono dalla sua stanza camminando un po' per quei lunghi corridoi, salendo poi una rampa di scale con un lungo tappeto viola che scendeva ogni gradino. Camminarono per un altro po', fino ad arrivare alla porta-finestra alla fine del corridoio. Quella porta faceva uscire all'esterno, lungo una grande balconata di marmo bianco che affacciava su un grande giardino pieno di siepi. Un'altra scala, permetteva di scendere all'interno di questo labirinto variegato da molti tipi di fiori, dai profumi e colori incantevoli. Alcuni lampioni, con una lieve fiammella tremolante all'interno, illuminavano il sentiero insieme alla luna, garentendo un'ottima visibilità di quel giardino.
Arrivati sull'erba, Eloeth tolse le sue scarpette per sentire il contatto dell'erba bagnata dalla rugiada sui piedi nudi. Al primo brivido si lasciò scappare un sorriso strizzando gli occhi, che contagiò Chris a tal punto da imitarla. Anche lui ebbe la stessa sensazione, lasciando che i suoi pensieri svanissero per lasciar spazio a quel momento.
<<Questo è il nostro giardino dei fiori. Vengo qui da quando sono bambina, soprattutto quando mi sento strana e ho voglia di stare un po' da sola>>.
Camminarono per qualche metro, costeggiando le siepi senza imboccare il labirinto. Arrivarono fino ad alcune panchine in marmo, con dei decori sui bordi e sulle zampe. Davanti si estendeva il castello in tutta la sua grandezza, con la luna a contornare i suoi bordi di una luce bianca come un dipinto. Chris continuava a guardarlo, estasiato di fronte a quella magnificenza e a quei decori.
<<Credo che una passeggiata ti faccia bene, almeno puoi uscire un po' da quella stanza buia>>.
<<Già è vero. Grazie...>>.
<<Figurati>> sorrise lei arrossendo.
Rimasero di nuovo in silenzio, godendosi il momento perfetto che si era creato.
<<Posso farti una domanda?>> chiese poi Eloeth.
<<Certo>>.
<<Cos'è quel simbolo che hai sul corpo?>>.
<<In realtà non lo so, non ricordo come me lo sono procurato>>.
<<Hai ragione, ti chiedo scusa, non dovevo chiedertelo, è che mi sembra di averlo già visto>>.
<<Davvero?>> chiese sorpreso.
<<Si, ma non ricordo dove, perdonami>>.
Notò il suo sguardo rattristarsi a quella risposta. Sperava che magari almeno lei avrebbe avuto qualche risposta su quel simbolo, ma niente. Ora guardava in basso, i suoi piedi nudi con i fili d'erba bagnata tra le dita a solleticarlo. Nessuno dei due sapeva cosa dire, creando un momento di imbarazzo, di silenzio.
<<Domani è il mio compleanno sai?>> cercò di cambiare discorso.
<<Sul serio?>>.
<<Già>> disse sorridendogli <<Farò vent'anni sia io che mio fratello, si dice che passeremo all'età adulta, pronti per nuove responsabilità>> disse poi con un tono imitatorio del padre.
<<Hai un fratello?>>.
<<Si, si chiama Cuthalion, ma è totalmente differente da me. A lui piacciono i combattimenti, le armi, le battaglie e soprattutto cavalcare, eppure siamo inseparabili>>.
A Chris scappò un sorriso, che fece immediatamente arrossire le guance di Eloeth, imbarazzandola senza alcuna motivazione. I loro occhi si incrociarono per qualche secondo, restando in un silenzio che sembrava contenere tutto ciò che volevano dirsi l'un l'altro.
Dei suoni metallici però ruppero quel silenzio. Dei passi, dei tintinnii e dei rumori sembravano venire verso di loro. Dall'angolo della siepe oltre le colonne del patio, apparve lord Randall con due guardie al suo seguito. In viso sembrava allarmato, con un accenno di fiatone ad indicare che avesse corso. I suoi capelli lunghi e biondi cadevano sulle spalle dell'armatura ordinatamente, quasi sembravano essere stati pettinati. Guardò Chris ghiacciandolo con uno sguardo, ordinando immediatamente alle sue guardie di prenderlo.
Le guardie si avventarono sul ragazzo spaventato, bloccandogli le mani e gettandolo a terra per immobilizzarlo. Randall prese la principessa per mano e la portò vicino a se, sguaindando la spada verso Chris, che lo guardava dal basso con smorfie di dolore.
<<Chi sei?>> intonò a Chris.
<<Lord Randall lasciatelo immediatamente>>.
<<Mi dispiace principessa, ma gli ordini di vostro padre sono chiari, non posso permettere che qualcuno metta a repentaglio la vostra vita>>.
<<L'ho portato io qui fuori, lasciatelo>> intonò alle guardie quasi dandogli un'ordine.
Nessuna però volle ubbidire, prendevano ordini solo dal loro comandante.
<<Non l'ho mai visto prima, sei una spia?>>.
Una delle guardie lo colpi sul viso con un pugno, invitandolo a parlare. Gli occhi di Eloeth diventarono colmi di rabbia, e soprattuto pena verso di lui. Provò ad ordinare di nuovo di lasciarlo andare, ma nessuno sembrva dargli retta. Lo alzarono in piedi, colpendolo di nuovo allo stomaco con uno sguardo di soddisfazione.
Randall era molto legato alla principessa, e non avrebbe mai permesso a nessuno di farle del male. Quel ragazzo apparso dal nulla, ora era insieme alla principessa di notte nel giardino reale del castello, senza nessuno a garantire la sua sicurezza. Per quanto lei si opponeva, tutto sembrava inutile alle sue orecchie, tanto che diede l'ordine alle sue guardie di portarlo in cella.
In quel preciso istante, qualcosa scattò dentro di lei, come una forza inspiegabile che la possedé completamente. Si paralizzò con ancora la mano sul braccio di Randall, mentre i suoi occhi si illuminarono di una luce accesa. I suoi capelli diventarono più biondi, più luminosi quasi come i suoi occhi. Randall si staccò da lei allontanandosi appena, con il viso sorpreso e impaurito allo stesso tempo. Eloeth sembrò perdere il controllo di se stessa in quel momento, lasciando che quell'energia si liberasse sempre di più.
Camminò verso le guardie lentamente, lasciando impronte luminose sull'erba a ogni passo, che perduravano come delle pozze di luce.
Tutti osservavano quella scena, incapaci di realizzare cosa stesse accadendo. Randall provò a prenderla per un braccio, ma la sua mano sembrò scottarsi attraverso l'armatura dopo averla appena sfiorata. Arrivò davanti alle guardie, con i suoi occhi di luce pura ad osservarli. Poggiò delicatamente le mani su ognuna e dopo pochi secondi, entrambe iniziarono ad urlare dal dolore come se qualcosa le stesse bruciando da dentro. In pochi attimi, i loro corpi svanirono nella luce, così intensa da accecare Randall e Chris e illuminare l'intero giardino come se fosse giorno. Le loro armature caddero a terra, così come le loro armi senza avere ormai nulla a sostenerle.
Poco dopo, tutto si spense, così come le sue energie che la abbandonarono lasciandola cadere a terra. Chris si avvicinò per prestarle aiuto, così come Randall che la prese tra le braccia afferrando un braccio del ragazzo. Lo guardò dritto negli occhi, notando la sincerità di quello sguardo verso la principessa, preoccupato e spaventato come il suo.
<<Nessuno, dovrà mai sapere di quello che è successo qui stanotte, soprattutto la principessa. Se sapesse che ha ucciso due persone ne uscirebbe distrutta>>.
Chris si limitò a dire di si con la testa, poi aiutò Randall a prendere in braccio Eloeth e a portarla nella sua stanza.

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Nabradia
FantasySTORIA COMPLETA PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA Restate con me, vivete anche voi il viaggio a Elmorea! Tutto ebbe inizio quando i primi regni vennero eretti dagli uomini nel grande continente di Elmorea. Quattro re magnanimi ascesero al potere, comand...