Capitolo 31

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Il risveglio non fu certo dei migliori, ma quello era l'ultimo dei suoi problemi. A svegliarlo non era stato né il terreno duro sul quale dormiva, né la puzza di muffa e sangue che permeava l'aria, no, erano le urla strazianti che echeggiavano per tutte le gallerie.
La sua cella era stretta, piccola, con delle sbarre in ferro battuto realizzate rozzamente e quasi di fretta a guardarle, chiusa dal secondino che pattugliava continuamente, una creatura orripilante e piuttosto massiccia a guardarla. Non c'era una finestra, né una crepa che mostrasse un minimo di luce, doveva trovarsi sottoterra, su questo ne era certo. L'aria era pesante, i muri e le celle scavati nella roccia e nella terra, soprattutto l'odore di muffa e umidità che rendevano quasi difficile respirare. La sua vita era cambiata improvvisamente, catapultato da una realtà confortevole e sicura a una dove rischiava di essere torturato o peggio, senza speranza di fuga. Per quanto i suoi pensieri potessero essere ancora annebbiati dal risveglio e dal tremendo mal di testa per via del colpo ricevuto, si domandava se i suoi compagni fossero ancora vivi, se sarebbe sopravvissuto, se il suo destino finiva veramente in quel momento, da questo risveglio. Una piccola fitta di dolore arrivò alla testa non appena si toccò il labbro, spaccato e con il sangue ormai rappreso per via dei colpi ricevuti durante lo scontro. I suoi pensieri si portarono su quella scena, dove i suoi compagni feriti stavano per essere sopraffatti da questi mostri. Scosse la testa e si alzò in piedi, seguito da un leggero capogiro che lo fece quasi cadere. Si appoggiò alla porta della cella credendo fosse chiusa, ma si aprì in avanti facendolo sbilanciare. Le porte delle celle non avevano serrature, potevano essere aperte liberamente, ma i secondini erano sempre in movimento, sia per il corridoio delle celle, sia dall'alto su alcune passeggiate per controllare i prigionieri. Quando uscì dalla sua cella, la prima cosa che fece fu subito guardare in alto, in cerca di qualcosa che gli mostrasse il cielo, ma nulla, solo buio e la luce rossa di varie torce e focolai sparsi ovunque. Dalla sua prospettiva, il soffitto di quella profonda caverna era lontanissimo, e i vari ponti e strutture in legno costruiti sulle pareti opposte, formavano circa una decina di piani a salire, sparendo dietro una curva che continuava probabilmente verso l'uscita, per chiunque irraggiungibile. Gli venne subito un tuffo al cuore di disperazione, capendo che il suo destino era ormai segnato, per quanto la speranza fosse l'ultima a morire.
Il grido di un uomo alla sua destra lo fece girare, osservando subito la prima scena che gli avrebbe permesso di capire in quale buco infernale potesse trovarsi.
Due Jaari tenevano per le braccia un uomo sulla quarantina, quasi anoressico e pieno di segni e lividi su tutto il corpo, con soltanto degli slip bianchi e sporchi a coprirlo. Sulla schiena erano ben evidenti delle cicatrici di varie frustate ricevute, alcune ancora fresche con la carne che sembrava penzolare pronta a cadere. Gli venne un senso di nausea nel guardare il suo corpo malconcio e subito la paura cominciò a salire accelerando il suo cuore, quello poteva essere lui in qualsiasi occasione pensò.
L'uomo si disperava, cercando di dimenarsi con le poche forze che aveva per liberarsi da quella presa stretta quasi a spezzargli le braccia da parte di due lucertole piuttosto enormi. Lo avevano preso a forza dalla sua cella, trascinandolo dalla parte opposta chissà dove. L'uomo riuscì a liberarsi dalla loro presa, correndo verso Chris che con era immobile ad osservare. Gli occhi terrorizzati e il viso scarno di quell'uomo si stamparono nella sua mente, prima che riuscissero ad afferrarlo con le loro enormi mani tirandolo su. Lo colpì prima con un pugno forte sul viso sbattendolo contro la parete rocciosa, poi quando si accasciò a terra, lo colpì con un altro destro atterrandolo completamente. Era a terra, ora in silenzio, con il respiro affannato cercando di non affogare nel suo stesso sangue che sgorgava dalla bocca. Il Jaari si girò verso Chris, che indietreggiò un paio di passi mentre lui si avvicinava quasi ringhiando. L'altro lo chiamò dicendogli qualcosa in una lingua sconosciuta, gutturale, e subito si fermò.
Tornò indietro e afferrò di nuovo l'uomo a terra portandolo via, guardandolo con occhi colmi di terrore che Chris non riuscì più a togliersi dalla mente.
Rientrò nella cella, chiudendo la porta alle sue spalle restando qualche secondo con le mani attaccate, metabolizzando ciò che stava accadendo, ma senza successo. Deglutì faticosamente la saliva, respirando profondamente cercando una soluzione. Il primo pensiero fu quello di esplorare, vedere dove fosse finito e cosa ci fosse oltre a delle celle, quanti erano i prigionieri e se fossero tutti uomini.
<<Ok... ok...>> si ripeté con la testa sulle sbarre.
Dopo qualche altro secondo e un altro paio di respiri, decise di uscire fuori dalla sua cella seguendo il corridoio che avevano percorso le lucertole.
Era scalzo, con i suoi vestiti stracciati e consunti, lo avevano evidentemente trascinato a terra fin li, ma non ricordava come. Il terreno freddo e accidentale sul quale camminava gli recava dolore, con sassolini e terra che premevano sotto la pianta, ma non era di certo quello il suo problema. Mentre camminava, notava alcuni uomini, probabilmente prigionieri anche loro o schiavi, che gli puntavano gli occhi incrociando il suo sguardo in segno di sfida, appoggiati ai muri anch'essi con lividi e ferite recenti sul corpo. Cercò di non guardarli, non voleva altri problemi, perciò continuò a camminare dritto a testa bassa, mentre nell'immensa caverna, continuavano a rimbombare le varie grida. Assorto nei suoi pensieri, arrivò ad un bivio e prese la via di sinistra scendendo lungo una scalinata, fredda e non molto illuminata, finché non sentì delle grida differenti stavolta, più chiassose e di incitamento. Scese lentamente il resto degli scalini, con un misto tra curiosità e paura di ciò che avrebbe trovato alla fine. Le grida erano più forti e si sentivano colpi, lamenti e applausi.
Quando arrivò al termine, si trovò sugli spalti, insieme ad altri prigionieri e Jaari, di quella che sembrava essere un'arena circolare, dove al centro si stava tenendo un incontro all'ultimo sangue. Due uomini, uno più massiccio e l'altro quasi scheletrico, stavano combattendo sferrandosi l'un l'altro colpi da orbi mentre gli spettatori scommettevano sulla vincita dell'incontro. Involontariamente ma anche per curiosità, Chris si ritrovò sul bordo della balaustra, con una vista perfetta sull'arena. L'odore era tremendo, un misto di sudore, sangue e mancanza di igiene gli avevano quasi chiuso le vie respiratorie. Intanto quei due si picchiavano senza sosta, ma l'incontro stava quasi per terminare, l'uomo più mingherlino stava per cedere. Provò ad assestare con le poche forze che aveva un colpo mirato al viso, ma lo mancò beccandosi un destro dirompente che lo fece cadere a terra immobile.
Il cuore di Chris si fermò per un secondo, pensando che quell'uomo fosse morto. Venne dichiarato il vincitore, che alzò quasi controvoglia un braccio verso il cielo, obbligato a dare spettacolo oppure punito dagli altri prigionieri o peggio dagli Jaari. L'uomo a terra invece, si mosse appena rantolando qualcosa, era ancora vivo ma avrebbe preferito la morte. Due Jaari entrarono da un cancello che permetteva l’accesso nell’arena, trascinandolo fuori e sparendo, chissà cos'altro gli avrebbero fatto.
La voce di uno scommettitore, probabilmente il prigioniero che se la passava meglio tra tutti vista la sua euforia e la sua pelle quasi priva di segni, annunciò le scommesse per un altro scontro che si sarebbe tenuto a breve.
<<Si facciano avanti i prossimi due sfidanti, il vincitore avrà una doppia razione di cibo a pranzo e a cena per un giorno intero!>>.
"Doppia razione di cibo per un giorno? Perché tutti sembrano morire per averla? Non ci daranno da mangiare?" pensò osservando gli altri.
<<Nessuno?>> continuava eccitato, mentre in molti tra la folla alzavano le braccia venendo ignorati.
Alcuni di essi erano come lo sfidante di prima: scheletrici, affamati, in cerca di un misero pezzo di pane o una porzione di cibo.
Chris lo guardò negli occhi nel momento sbagliando, incrociando il suo sguardo e il suo sorriso da maniaco che attirò subito la sua attenzione.
<<Ma guardate un po'>> esclamò lo scommettitore alzandosi in piedi e indicandolo con un dito <<abbiamo un novellino>>.
Tutti si girarono verso di lui, che con il cuore fermo e la saliva bloccata a metà nella gola, aveva gli occhi di tutti puntati addosso.
Chris cercò di indietreggiare, ma qualcosa lo bloccò da dietro. Si girò e alzò lo sguardo trovandosi davanti lo stesso Jaari che lo aveva rapito, che sembrava sorridere all'idea di vederlo combattere. Non appena apparve questo energumeno, tutti intorno a lui gli lasciarono spazio, come se lo temessero e non volevano stargli tra i piedi. Al centro di questo cerchio c'erano Chris e il Jaari di nome Ulgrim, il secondo del re Boshgir. Si girò verso una lucertola lì accanto e gli ordinò qualcosa nella loro lingua, mandando a chiamare il re in persona. Al suo rientro con il prigioniero gli aveva raccontato di quanto era accaduto e di come non fosse quello l'uomo con il cappuccio che stavano cercando. Gli raccontò anche di come quel ragazzo, con strani poteri magici, avesse spazzato via alcuni soldati con un semplice movimento. A quelle parole, nella testa di Boshgir si materializzò un’idea, come se il tassello mancate del suo puzzle di piani fosse finalmente arrivato.
Ora Chris si trovava tra l'incudine e il martello, non aveva via di scampo.
<<Tu ora combatti come hai fatto nel bosco. Mostraci i tuoi poteri>> gli disse con un ghigno effimero sulla bocca.
Chris si guardò intorno, terrorizzato da chi tra i presenti potesse essere il suo avversario.
<<Bene, abbiamo il nostro primo sfidante. Chi vuole affrontare il novellino?>> gridò.
Adesso tutti alzavano la mano per volerlo affrontare. Un giovane ragazzo, dall'aspetto magro e spaventato, era di certo una facile preda e una facile vincita.
Lo scommettitore scelse un prigioniero umano non troppo robusto, sulla trentina con qualche muscolo per via dei lavori forzati. Vennero portati al centro dell'arena e poco prima che qualcuno suonasse il tamburo d'inizio, arrivò re Boshgir che si sedette sul suo posto con la miglior vista dell'arena, con al suo fianco Ulgrim che continuava a raccontargli cosa aveva fatto il ragazzo nel bosco. Chris si sentì intimidito da quello sguardo minaccioso e quegli occhi gialli che spiccavano sulla grossa e robusta carnagione rossa del re. Il suono del tamburo annunciò l'inizio dello scontro e senza esitare l'uomo lo attaccò con un colpo al viso che non riuscì a schivare del tutto. Chris indietreggiò parando qualche altro colpo con le braccia, il suo avversario era aggressivo. La paura ormai non esisteva più, aveva lasciato spazio all'adrenalina e cercò di ricordare ciò che gli era stato insegnato durante l'addestramento anche se sapeva non fosse abbastanza. La folla intanto esultava e gridava applaudendo e invogliandoli a combattere veramente.
Chris decise di contrattaccare con un colpo diretto sullo stomaco, ma venne afferrato e sollevato con la spalla sbattendolo contro il muro. Cercò di liberarsi sferrando colpi dietro la nuca del suo avversario, che assestò a sua volta qualche colpo sull'addome, finché non cedette e lasciò la presa. Partì di nuovo all'attacco sfruttando il fatto che fosse con le spalle al muro, ma Chris riuscì a schivarlo spingendolo contro il muro sfruttando il suo stesso peso. Ora passò lui ad attaccare, sfruttando l'occasione che aveva e assestando un paio di colpi sul viso mentre l'altro cercava di pararli coprendosi con le braccia.
"Che cos'è questa sensazione?" pensò avvertendo di nuovo una strana scarica di piacere mentre continuava a colpirlo.
Nelle sue vene l'adrenalina sembrò aumentare, così come l'energia che metteva in ogni colpo, ormai quel giovane ragazzo sembrava avere la situazione in pugno. La folla non sapeva chi tifare, se quel novellino che avrebbe dovuto essere una preda piuttosto facile o il prigioniero che se avesse vinto avrebbe riscosso la doppia porzione di cibo.
Boshgir intanto guardava compiaciuto, ma non era il solo interessato alle capacità del ragazzo.
L'uomo si liberò da quella scarica di colpi e uscì dall'angolo, accusando un fischio leggero alle orecchie, colpite da un pugno ben assestato. Lo caricò di nuovo, partendo prima con un pugno caricato che schivò facilmente, poi con un calcio dritto all'addome molto fiacco perciò facile da evitare. I suoi riflessi, così come la sua energia sembravano essere in esaurimento, quel colpo alle orecchie lo aveva stordito.
Chris decise di approfittarne caricandolo a sua volta, afferrandolo per i fianchi e buttandolo a terra. Si ritrovò sopra di lui, colpendolo sul viso con altri pugni che non riuscì a parare questa volta. Le sue nocche si stavano spaccando sempre di più e il suo sangue si mischiava a quello che fuoriusciva dalle narici del naso ormai rotto dell'uomo, che era ormai agli sgoccioli. Quella sensazione di piacere ora era aumentata, ma riuscì a tornare in sé rendendosi conto di ciò che stava facendo. Si fermò lasciando andare, incapace ormai di reagire restando sanguinante a terra.
Il pubblico rimase in silenzio nel vedere che il novellino lo aveva sconfitto in quel modo, poi esultò di nuovo acclamandolo.
A Chris non importava di certo la fama, né la razione di cibo, tantomeno lo sguardo del re Boshgir che sorrideva nell'osservare la grinta che quel ragazzo metteva nel combattere. No, ora aveva i sensi di colpa nel vedere come aveva ridotto quell'uomo, costretto a combatterlo per puro divertimento di altri. Sapeva che quello era solo l'inizio di un giro dal quale ora non poteva uscire.
L'uomo venne fatto portare via e Chris si ritrovò da solo al centro dell'arena con gli occhi fissi sul re. Tutti i presenti erano in silenzio ora, si sentivano solo i suoni dei lavoratori che battevano il ferro sulle incudini e le fornaci che sputavano aria bollente e fumo creando nuvole visibili persino da laggiù.
Boshgir non disse nulla ad alta voce, semplicemente volle far entrare un altro avversario per quel ragazzo, per testare ancora le sue capacità. Finora aveva solo assestato qualche colpo, non aveva manifestato nulla di quello che Ulgrim gli aveva detto. Chris impallidì all'idea di doverne affrontare un altro, per quanto avrebbe retto ancora?
Dal cancello entrò stavolta un Jaari, delle stesse dimensioni di quello che aveva fatto fuori nel bosco, circa della sua altezza.
Il tamburo suonò dando via all'incontro e senza farsi attendere troppo, il Jaari attaccò saltandogli addosso. Chris non riuscì ad evitare di essere placcato, cadendo a terra ritrovandosi nella situazione inversa rispetto a prima, ora era lui che incassava i colpi in quella presa. I Jaari non combattevano a pugni chiusi come gli uomini, loro davano artigliate con le loro unghie affilate a mani aperte, dilaniando la carne di chi non sapeva come contrastarli. Un colpo infatti gli tagliò il braccio con il quale cercava di pararsi il viso, sfregiandolo e facendolo sanguinare. Il successivo colpo riuscì a deviarlo ma lo spinse sul petto dove venne graffiato appena. Gli artigli lacerarono la maglia strappandogliela di netto, ora anche lui era a petto nudo come gli altri. Sfruttò quel colpo spingendo sul fianco sinistro la lucertola che perse l'equilibro e cadde a terra, riuscendo a liberarsi e mettendosi di nuovo in piedi. Il bruciore della ferita sul braccio era forte e il sangue colava fino a gocciolare a terra, in piccole macchie raggrumate nella sabbia. Aveva il fiatone, il cuore a mille, le gambe che sembravano cedere sotto la fatica, ma non poteva mollare o sarebbe morto. Alcuni tra la folla notarono quel tatuaggio che Chris aveva sul petto, ma non sembrò interessare a nessuno. Lui sperava che da un momento all'altro potesse perdere il controllo liberando tutto il suo potere per scappare, che Aeril si fosse manifestata dandogli la capacità di controllare i venti, ma nulla di tutto ciò sembrava accadere. Ulgrim indicò al re quel simbolo e gli spiegò come nella notte si illuminò e di come aveva successivamente manifestato il suo potere magico, ora era ancor più interessato.
La lucertola si lanciò di nuovo all'attacco, ma Chris riuscì a contrattaccare prima che si avvicinasse sferrandogli un montante sotto quel muso orripilante, debilitandolo e facendolo cadere a terra. Gli altri Jaari sugli spalti gli gridavano contro qualcosa nella loro lingua, mentre lui cercava a fatica di rialzarsi per continuare a combattere.
Erano tutti schiavi o prigionieri per qualcosa che avevano commesso e le loro razioni di cibo erano veramente misero, ecco perché dovevano combattere fino alla morte per vincere quella razione extra. Fu Chris stavolta ad attaccarlo, ma il Jaari parò il colpo con le braccia dure per le scaglie e lo atterrò con un colpo a sorpresa con la coda, sbattendolo a terra con violenza. L'urto violento con il terreno gli fece mancare il fiato per qualche secondo, quando bastava per permettere al Jaari di afferrarlo per le caviglie e lanciarlo dalla parte opposta. Chris strusciò il viso sul terreno per un paio di metri, graffiandosi il mento sui sassolini, era quasi stremato.
Scosse la testa riprendendo fiato e si rialzò sulle sue braccia con i muscoli in fiamme.
La folla acclamava il Jaari che sembrava avere la vittoria in tasca, ma non era ancora finita. Si lanciò di nuovo sulla sua preda, sapeva che se gli fosse saltato addosso lo avrebbe eliminato facilmente. Una voce flebile, un bisbiglio leggero seguito da quello che sembrava essere un sibilo veloce e tagliente nella sua mente, gli diede una scarica di energia improvvisa che gli fece illuminare appena il simbolo sul petto, quanto bastava per permettergli di afferrare il Jaari scaraventandolo a terra con violenza.
Chris sentiva di nuovo salire una strana forza, diversa stavolta, più brutale, che cresceva man mano a ogni colpo che assestava. Con una mano stretta sul collo lo teneva a terra e con l'altra sferrò violenti pugni in sequenza sul suo volto. Il sangue violaceo schizzava ovunque, le ossa si spezzava e i denti volavano all'interno della sua bocca, mentre la ferite delle sue nocche si aprivano sempre di più. Un grido di rabbia, di eccessiva adrenalina e euforia o di semplice paura lo aiutò ad aumentare la violenza con la quale colpiva, fino a che il suo cranio non si spaccò del tutto con un suono raccapricciante che fece rabbrividire tutta la folla in silenzio di fronte a quella scena inaspettata. Il Jaari era morto questo era ovvio e l'energia abbandonò Chris tutta insieme, sfiancandolo del tutto. Si lasciò cadere seduto con le mani e il viso sporche del sangue viola misto al suo rosso acceso. I suoi polmoni bruciavano, lottando per riprendere aria per stare al passo con il cuore che pulsava all'impazzata.
Chris non sembrava ragionare in quel momento, le sue emozioni erano troppo confuse e l'adrenalina stava via via svanendo lasciando di nuovo spazio alla paura.
Nessuno fiatava, tutti osservavano in silenzio, quasi intimoriti da quel ragazzo mingherlino. Due Jaari piuttosto grossi entrarono violentemente dal cancello, quasi correndo verso Chris, che terrorizzato cercò di indietreggiare trovandosi con le spalle al muro. Il simbolo si illuminò appena, di nuovo in maniera molto fioca quasi impercettibile e istintivamente Chris allungò la mano verso di loro, pronunciando qualcosa con il poco fiato che aveva, ma le sue energie non bastavano era stremato.
Qualcuno tra la folla però, riuscì a vedere la stessa cosa che vide il re oltre al simbolo leggermente acceso, una piccola folata di vento che sollevò dal terreno una piccola onda di terra e sassolini, prima che Chris cadde svenuto.
Gli Jaari fecero per colpirlo ma Boshgir li bloccò ordinando loro di fermarsi. Il re si sollevò in piedi e tutti i presenti abbassarono la testa intimiditi.
<<Non toccatelo!>> gridò <<Riportatelo nella sua cella e quando si sveglia portatelo da me>>.
I suoi occhi sembravano assetati di potere, eccitati nell'aver visto ciò che gli serviva.
Si girò e tornò da dove era venuto, mentre Ulgrim ordinò di dare in pasto ai Crour, delle creature simili a lupi, ma con la stazza più grande degli orsi.
Gli Jaari portarono via Chris e lasciarono entrare tre Crour che si avvicinarono verso il corpo immobile del Jaari, cibandosi della sua carne smembrandolo pezzo dopo pezzo.

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