<<Che cosa?>>. Un urlo, più simile a un ruggito, ruppe il silenzio delle terre rosse nei deserti di Uronos. Dalle profondità di una antica miniera di ferro, un tempo la più gloriosa e governata dagli uomini, il re degli Jaari aveva ricevuto l'infausta notizia del fallimento dei suoi soldati alle rovine di Feras Thor. Quella miniera ormai abbandonata al suo destino, ora fungeva da dimora a quelle mostruose lucertole. Decenni fa, una specie sconosciuta, mutata dalla corruzione e dalla malvagità che portò Gabradus nel mondo, uscì dalle ombre e cominciò a distruggere qualsiasi cosa incontrasse. In pochissimo tempo distrusse numerosi villaggi, schiavizzò i suoi abitanti e si insediò in ognuno di essi, diventando sempre più grande. Il problema diventò grande a tal punto che il regno di Eval, con il re Vandral II, padre del re Albrecht, comandò un'armata verso gli insediamenti degli Jaari, sconfiggendoli. Essi si ritirarono il più in fretta possibile sparendo nelle ombre dalle quali provenivano. Si insediarono in quella miniera dismessa da molto tempo, facendone la loro casa. Li giurarono vendetta al regno di Eval, con lo scopo di formare un esercito grande a tal punto da sbaragliare qualsiasi cosa. Gli arrivò voce di un oggetto magico con grandi poteri, che si narra avrebbe dato al possessore una forza tale da distruggere qualsiasi cosa. Inviò tre soldati per ottenere quell'oggetto nascosto, ma tornò soltanto uno.
<<Che vuol dire che lo ha preso qualcun'altro>>
<<Mio signore, un uomo dal volto coperto è apparso dal lago e ha eliminato gli altri due che erano con me in un attimo>>.
<<E perché tu sei vivo?>>.
<<Mi ha lasciato andare per portarvi un messaggio. Ha detto che se volete l'occhio, dovrete prenderlo voi stesso mio signore. Credo che dovreste informare...>>.
Il suo pugno si strinse immediatamente, le vene del collo si gonfiarono e i denti digrignarono.
Il re si alzò dal suo trono, intimorendo chiunque nella stanza. Il messaggero tremava, il suo cuore batteva all'impazzata e lo osservava avvicinarsi con passo deciso. Si portò davanti sovrastandolo con la sua enorme stazza, decisamente più grande rispetto agli altri della sua specie. La sua pelle rossastra era rara e i suoi occhi gialli spiccavano si quel colore intimidendo chiunque lo guardasse.
Lo afferrò per il collo con una mano, sollevandolo a più di un metro dal terreno. Si dimenava in tutti i modi cercando di liberarsi, ma più si muoveva e più il re stringeva la presa. Lo guardò dritto negli occhi, scorgendo il terrore crescere man mano.
<<Dovevi morire lì con loro, noi siamo guerrieri, non codardi>>.
Con l'altra mano afferrò la testa quasi completamente e iniziò a tirare con tutta la forza. La testa si staccò poco dopo schizzando sangue blu scuro, quasi nero, ovunque. La osservò per un attimo, poi gettò via il corpo e alzò la testa verso i presenti nella stanza.
<<Questo è ciò che vi attende se fallite>> gridò a tutti.
Senza aggiungere altro, lanciò la testa in un fosso sottostante, poi tornò verso il suo trono ponderando un piano per prendere quell'oggetto. Sul suo trono, precisamente sopra la sua testa, si trovava il cranio del precedente. Esso venne sfidato ad uno scontro all'ultimo sangue per il suo trono, in quanto accusato di essere incapace a comandare e a combattere.
Boshgir, il re attuale, era il più forte di tutti i Jaari e il più grosso. Assetato di potere e di sangue, sfidò Zorsha a morte, minacciandolo di prendere il trono al suo posto. Zorsha accettò la sfida, credendo di essere nettamente più forte e più agile di Boshgir, ma si sbagliava.
Nell'arena, sotto gli occhi di tutti, iniziarono il combattimento imbracciando ognuno la loro arma preferita, pronti a combattere fino alla morte. Secondo le leggi Jaari, chi avesse ucciso il re in comando lealmente, avrebbe preso il suo posto e avrebbe comandato interi eserciti contro i suoi nemici. Lo scontro non durò molto, appena una decina di minuti, terminando con un colpo della scure da guerra di Boshgir al ventre di Zorsha. Esso cadde in ginocchio, con ferite sanguinolente e uno squarcio sul ventre che lasciava quasi uscire le budella. Incitò il suo pubblico che acclamava entusiasta la sua morte, sollevando cori e tamburi in suo onore.
Con un fendente tagliò di netto la testa di Boshgir, che volò per qualche metro cadendo sul terreno dell'arena in una pozza di sangue. Il corpo cadde a terra con un tonfo secco, facendo alzare una piccola nuvoletta di polvere rossiccia. Raccolse la testa dal terreno e la alzò in segno di trionfo verso gli altri, alcuni in visibilio e altri spaventati per la sua ascesa al trono. Ruggì e si marchiò il viso con il sangue del re caduto, da lì venne il titolo Boshgir il sanguinario.
Quella testa sul trono serviva a ricordare a chiunque di non sfidarlo, poiché avrebbero fatto quella fine, ma soprattutto ricordava a sé stesso quanto fosse più forte rispetto agli altri, quello era il suo sfoggio di potere.
Intanto nessuno fiatava, erano tutti in silenzio in attesa che il re decidesse qualcosa. Rimase lì a pensare a cosa potesse fare per riprendersi quell'artefatto dalle mani di quell'umano che aveva osato sfidarlo. Un'idea gli venne in mente, ma doveva affidarsi al suo miglior soldato, che finora non aveva mai fallito.
<<Chiamatemi Ulgrim. Ora!>> ringhiò a una guardia lì accanto.
Essa si allontanò verso un lungo corridoio sparendo nell'oscurità. Poco dopo tornò con un altro Jaari al suo seguito, anche lui decisamente più grande rispetto gli altri. Il suo corpo aveva molte cicatrici e una pelle grigia, a differenza degli altri che di norma la avevano verdastra. Al suo seguito c'erano alcuni tra i suoi soldati migliori, che lo seguivano ovunque andasse. Bestie sanguinarie e senza paura di morire, che combattevano con furia devastante massacrando qualsiasi avversario.
Ulgrim era il più fidato comandate del re Boshgir, che lo aiutò nella sua ascesa contro Zorsha e nelle numerose battaglie per gli insediamenti e per la raccolta degli schiavi. Era un Jaari piuttosto grande, con la colorazione della pelle grigiastra e una corporatura quasi come quella del re, con qualche cicatrice sparsa qua e là sul suo corpo a renderlo più minaccioso rispetto ad altri. La sua violenza, così come le sue capacità, erano conosciute all'interno dei loro ranghi durante le loro "raccolte" così le chiamavano. Essi infatti, di tanto in tanto durante la notte, uscivano dalla miniera in cerca di villaggi o di carovane da depredare e schiavizzare. Gli umani che riuscivano a portare vivi, li utilizzavano come schiavi per i lavori in alcune zone della miniera riattivate, come le fornaci per le armi, altri invece venivano usati come fonte di cibo.
Ulgrim arrivò al suo cospetto, inchinandosi appena pronto per la missione.
<<Voglio che trovi l'umano e che mi porti l'oggetto che mi ha rubato. Indossa un cappuccio e ha armi su tutto il corpo. Trovalo e verrai ricompensato>>.
<<Sarà fatto mio signore. Che ne faccio di lui poi?>>.
<<Uccidilo se vuoi, ma portami l'occhio>>.
Ulgrim abbassò la testa e fece un passo indietro, poi camminò nella direzione da cui proveniva, accompagnato di nuovo dai suoi soldati, pronti per la caccia all'uomo.
Boshgir lo guardava, fiducioso nell'avergli affidato quel compito, poi si alzò e si diresse verso un vecchio montacarichi che portava più in profondità nelle miniere.
Scese per un centinaio di metri, fino ad arrivare alla zona attiva della miniera. Il fumo delle fornaci attive aveva ricoperto la zona come se fosse nebbia, che si alzava verso il soffitto in cerca di una via di fuga. I martelli battevano sulle incudini forgiando armi di tutti i tipi. I metalli fusi venivano trasportati ovunque, pronti per gli stampi e per la forgiatura delle armature. Gli schiavi lavoravano sotto tortura a colpi di frusta e tizzoni, senza esclusione, uomini donne e anziani. Quelli che cadevano ormai senza forze, venivano rialzati e frustati nuovamente, alcuni invece morivano e basta. La sua armata stava crescendo sotto i suoi occhi e il suo piano stava via via avanzando.
Dall'alto della posizione in cui era, illuminato dalle luci rosse dei fuochi ardenti, assisteva a quella che finalmente sarebbe stata la vendetta degli Jaari e il trionfo del nuovo re, Boshgir.
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Nabradia
FantasySTORIA COMPLETA PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA Restate con me, vivete anche voi il viaggio a Elmorea! Tutto ebbe inizio quando i primi regni vennero eretti dagli uomini nel grande continente di Elmorea. Quattro re magnanimi ascesero al potere, comand...