Capitolo 26

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Mancavano due giorni al viaggio che i ragazzi avrebbero affrontato. La notizia non sembrava averli scossi, anzi sembravano ancor più motivati a partire visto l'ultimo incidente avvenuto con Chris. La loro paura adesso, era quella di perdere improvvisamente il controllo e poter ferire qualcuno. Chris intanto si era ripreso, dopo una lunga giornata di riposo e molte ore di sonno, aveva ormai recuperato quasi del tutto le sue energie. A volte gli tornava alla mente quella figura; quella voce; quel nome. Tutto era confuso certo, ma stavolta riusciva a ricordare le parole dette da quello spirito di nome Aeril: sei tu che ti opponi a ciò che sei.
Quelle parole erano ridondanti nella sua mente, che si aggiungevano ai vari tasselli di un puzzle incompleto svolazzanti nei suoi pensieri.
Eppure, stavolta era differente, quella scena era vivida e impressa nei suoi ricordi, ogni volta che chiudeva gli occhi poteva rivederla.
Una luce azzurrina, debole, ma dall'aspetto femminile, che anche senza volto ne occhi, sembrava guardarlo in profondità, passandogli attraverso.
Chris era nella sua stanza, appoggiato alla spalliera di legno del letto, con un ginocchio sollevato e le dita che ticchettavano su di esso. Sul comodino alla sua sinistra c'era un piatto con pochi resti della cena della sera prima e la brocca d'acqua semivuota. La finestra era aperta e i rumori del castello entravano nella stanza come a indicare una meravigliosa giornata, con il sole che lentamente scaldava la città. La tenda bianca si muoveva con il vento, lentamente e soavemente, come accarezzata. Lui intanto aveva lo sguardo fisso nel vuoto, cercando un senso e una risposta a quella frase. Il suo sguardo però si distolse subito dopo, quando la tenda gli passò quasi davanti agli occhi, spostando la sua attenzione verso di essa.
I suoi pensieri iniziarono a collegarsi su vari punti, come del fatto che il suo potere era quello di controllare il vento e la sua forza incontrastata. Poi di nuovo alla mente quelle parole di Aeril, sul fatto che fosse lui stesso a bloccare tale potere.
Istintivamente, quasi senza pensarci, alzò la mano verso la finestra aperta, nel tentativo di controllare il vento e muovere la tenda. Provò a chiudere gli occhi, concentrandosi al massimo su un unico pensiero, quello di dover muovere la tenda con il suo potere.
Nulla di tutto ciò sembrava funzionare, il vento soffiava allo stesso modo senza dar cenno di aumentare. Provò di nuovo, sistemandosi meglio sul letto, assumendo una posizione più comoda e chiudere di nuovo gli occhi, aspettando che qualcosa cambiasse o che il suo simbolo si illuminasse.
Rimase in silenzio ad aspettare, continuando a tenere il braccio alzato verso la finestra.
Lentamente però tutto intorno a lui sembrava ovattarsi, per dare spazio ai leggeri bisbigli.
Una piccola sensazione di formicolio sembrò attraversarlo dentro le vene, come un brivido accennato dietro la schiena.
Qualcuno bussò alla porta, interrompendo la sua concentrazione che magari avrebbe potuto dare i suoi frutti. Riaprì gli occhi, ma la tenda era ancora la, nella stessa posizione.
Sbuffò e si alzò dal letto per andare ad aprire, trovandosi davanti Ignis, con uno strano sorriso stampato sul volto.
<<Ignis...>> esclamò sorpreso.
<<Ciao, sei solo?>>.
<<Si, che succede?>>.
Il suo tono era un po' allarmato, vedendola morsicarsi le unghie e guardarsi intorno, sembrava emozionata.
Senza rispondere entrò spingendolo per il petto, chiudendosi la porta alle spalle.
<<Mi dici cos'hai?>>.
Ora sorrise quasi a trentadue denti, con uno sguardo da adolescente inebetita e il pollice tra i denti.
<<Ho conosciuto un ragazzo>>.
Restò immobile un secondo, per poi scoppiare a ridere per via di tutta quella sceneggiata.
<<Perché ridi? È una cosa seria>> disse quasi offesa.
<<Perdonami, è che da come sei entrata credevo ti seguisse qualcuno>>.
Ci pensò su anche lei, iniziando a ridere metabolizzando le sue azioni da bambina.
La invitò ad uscire fuori al balcone, poggiandosi entrambi con le braccia sul cornicione di marmo, guardando la città in lontananza e le mura.
<<Allora, come mai vieni da me a parlare di ragazzi?>> sorrise lui.
<<Non fraintendermi, è che ci stai passando anche tu e magari la situazione è simile>>.
Impallidì, capendo di essere stato scoperto sui sentimenti nei confronti di Eloeth, pur avendo la certezza di aver fatto tutto di nascosto.
<<E tu come lo sai?>> si risentì.
<<Oh ma andiamo, persino Caleb e Adam ti hanno visto chiacchierare con la figlia della regina>>.
<<Tra me e la principessa...>> cercò di deviare.
<<Tranquillo non ti giudico anzi, se vuoi posso dirti cosa fare per conquistarla>>.
Ci pensò su un attimo, poi però scrollò la testa e tornò a parlare del motivo della sua visita.
<<Non sei qui per parlare di te?>> scherzò.
Ridacchiò per qualche istante, poi tornò seria.
<<Sai, è tutto così strano; più del solito intendo. Con tutto quello che stiamo passando non avrei mai pensato di poter passare una bella serata come quella di ieri>>.
<<Coraggio racconta, ormai sono curioso>> le sorrise lui.
<<Dopo quello che ti è successo ieri mi sono spaventata, lo ammetto. Ho avuto paura e dopo aver saputo che ci toccherà partire per raggiungere un “sacerdote”, che ci aiuterà a capire e a controllare i nostri poteri, non riuscivo a prendere sonno>>.
Chris apprezzò il fatto che si fosse preoccupata, ma era anche dispiaciuto per aver causato tanto disagio a lei e gli altri.
<<Comunque ieri mi sentivo piuttosto irrequieta, perciò sono uscita dalla mia stanza per fare due passi per i corridoi, ma comunque non mi calmavo. Senza capire dove stessi andando, mi sono ritrovata all'esterno, vicino a quello che sembrava un percorso sterrato. Mi sono addentrata in quel piccolo sentiero, nuovamente con la testa piena di pensieri, e mi sono ritrovata in un boschetto, che ho scoperto essere la riserva privata del re e della regina>>.
Continuava ad ascoltare, curioso da come abbia trovato qualcuno nel cuore della notte in un bosco privato del castello.
<<Quando sono arrivata, subito mi sono sentita meglio, immersa nel verde e nella tranquillità, circondata al profumo dell'erba bagnata e del bosco, finché non ho sentito la voce di qualcuno. Mi sono affacciata tra gli alberi e ho visto un ragazzo che brandiva una spada, allenandosi da solo>>.
<<Ti ha vista?>>.
<<Purtroppo si, e io spaventata che fosse una guardia, sono scappata nella boscaglia per seminarlo, ma quel ragazzo sembrava conoscerla fin troppo bene e mi ha presa>>.
<<Un bell'incontro vedo>> la prese in giro.
<<Già, siamo ruzzolati a terra entrambi e poi me lo sono ritrovato sopra, faccia a faccia. Il suo viso era illuminato dalla luna, che sembrava accarezzarlo su quei lineamenti marcati da guerriero, con un sorriso sincero a completarlo. È stato molto gentile con me, anzi credo di piacergli, e abbiamo parlato per molto tempo, in un luogo bellissimo che conosce solo lui. Sono stata benissimo, e mi sono tranquillizzata, poi mi ha riaccompagnato al castello per poi separarci nella notte>>.
Chris era ammaliato dalla sua voce, di come riviveva il ricordo di quella storia, assaporandone ancora il gusto fresco sulla lingua. Su di lei ora stava vedendo un sorriso diverso da quello con la quale l'aveva conosciuta, più intimo, più vero.
<<Sai chi è?>>.
<<So il suo nome, ma non la sua provenienza>>.
<<Sono contento che tu abbia trovato il modo di svagarti un po'. Mi dispiace di aver causato problemi, davvero>>.
Lo accarezzò sulla spalla sorridendo con compassione, dispiaciuta anche lei di non aver fatto molto per aiutarlo, era principalmente merito di Adam.
<<Sai perché ti ho raccontato di quest'avventura?>>.
<<No, dimmi>>.
<<Perché ne hai bisogno>>.
<<In che senso?>> era confuso.
<<Hai bisogno di una spinta, di sapere che non sei l'unico che sta provando forti sentimenti verso qualcuno. È vero, abbiamo perso la memoria; non sappiamo chi siamo, da dove veniamo e soprattutto perché abbiamo questo potere, ma non dobbiamo lasciarci sconfiggere da questi episodi,
iniziando la nostra nuova storia, partendo da qui, da queste emozioni. Io credo che siano le emozioni ad influire su tutto, poiché più mi sento felice e più mi sembra, a volte, di ricordare cose del mio passato, frammenti>>.
Quelle parole lo toccarono al cuore, nel profondo. Ignis aveva ragione, non doveva lasciarsi sconfiggere in questo modo, doveva sgomberare la mente e affrontare i problemi singolarmente.
Dopo aver visto cosa i suoi nuovi amici avevano fatto per lui, aveva la certezza di poter contare su di loro. Ora che il viaggio si avvicinava, doveva dare il meglio per saper controllare il suo potere e proteggere le persone a lui care.
Quella mattina aveva la loro prima lezione per prepararsi, imparando a cavalcare, maneggiare un'arma e esercitarsi con i loro poteri.
<<Mi sento bene sai? Dopo averti raccontato questo episodio>>.
<<Sono felice che tu sia passata, mi ha aiutato a svagare un po' da quei pensieri ricorrenti>>.
<<Ancora ti tormenti eh?>>.
<<Non posso farci nulla, non riesco a chiudere gli occhi senza pensarci>>:
<<Fra qualche giorno avremo le risposte che cerchiamo, e forse chissà, magari conosceremo il nostro scopo e scopriremo qualcosa del nostro passato>>.
<<È da un po' che aspetto queste risposte, chissà se arriveranno mai>>.
<<Non buttarti giù, pensa che da questa mattina inizieremo a controllarli grazie alla regina>>.
Una magra consolazione, ma era meglio di niente. La regina conosceva alcuni metodi per poter allenare i ragazzi a controllare i loro poteri. Sua madre le aveva insegnato tutto il sapere tramandato di generazione in generazione alle figlie femmine, per poter accogliere i custodi qualora si fossero presentati. Se tutto ciò non fosse avvenuto fino alla sua morte, sua figlia l'avrebbe fatto al posto suo, tramandando così di nuovo il sapere fino al fatidico giorno. La profezia che in un futuro indefinito, le catene che sigillavano il dio maligno si sarebbero spezzate, liberando nuovamente l'oscurità sul mondo si era avverata, e la comparsa dei custodi ne era l'inizio.
Tutto ciò che ora potevano fare, era di imparare in fretta a controllare i loro poteri, in modo da difendere il mondo dalle ombre.
Qualcuno bussò alla porta della stanza di Chris, facendoli rientrare per andare ad aprire. Quando aprì la porta si trovò davanti Adam e Caleb, che guardavano Ignis e Chris invitandoli ad andare.
<<È già ora?>> esclamò lui sorpreso.
<<Una guardia è appena passata avvertendomi; la regina richiede la nostra presenza fuori il castello>> rispose Caleb.
<<Tu come ti senti invece?>> gli domandò Adam.
<<Bene, direi decisamente meglio rispetto a ieri. Se non fosse stato per te...>>.
<<Lo rifarei di nuovo, puoi stare tranquillo, solo cerca di non farmelo rifare>> scherzò sorridendo.
Tutti e quattro si fecero scappare uno sbuffo di risata, dirigendosi poi verso l'atrio del castello.
Una volta oltrepassati i corridoi della loro ala, Chris notò dall'altra parte della sala Eloeth, che lo fissava con i suoi occhi verdi da lontano, arrossendo.
Lui si fermò qualche secondo ammirandola in quel vestito verdastro chiaro, attirando l'attenzione degli altri che alzarono gli occhi al cielo vedendolo imbambolato.
<<Ti aspettiamo giù, non fare tardi>> disse Ignis.
<<Ma ci stanno...>> provò a controbattere Caleb, ma Ignis lo spinse dalla schiena per lasciargli un po' di spazio da soli.
Eloeth si lasciò scappare un sorrisino, vedendo quella ragazza che portava via i suoi amici per lasciarli da soli.
Chris la raggiunse per salutarla, sentendo il cuore in gola, era emozionato come sempre.
<<Buongiorno>> esclamò.
<<Buongiorno a te, come stai? Ho saputo da mia madre che sei stato poco bene>>.
<<Si ho avuto un... mancamento>> balbettò <<ma niente di grave, ora mi sono già ripreso. Grazie>>.
<<Sono contenta. Posso chiederti dove andate tutti e quattro? Finora non ho ancora avuto modo di conoscerli singolarmente>>.
<<Abbiamo un incontro importante per alcuni preparativi, fra qualche giorno dovremmo partire per un lungo viaggio e.…>>
<<Anche voi?>> esclamò sorpresa.
<<Si...>> rispose confuso <<Non partirai anche tu vero?>> disse quasi preoccupato.
<<Perché anche tu hai quel tono sorpreso e preoccupato come mio fratello>>.
<<Non volevo...>>.
<<Non preoccuparti, non mi sono offesa. Comunque si, sia io che mio fratello dobbiamo partire alla volta della città di Nir Talia, ma non so altro>>.
<<Sembra che allora non ci vedremo per un po'>> continuò Chris rammaricato.
<<È vero, ma non sarà una tappa troppo lunga, non preoccuparti>> arrossì.
Si guardarono negli occhi ancora per un po', imbarazzati entrambi per quella frase.
<<Ora devo andare, gli altri mi stanno aspettando>>.
<<D'accordo, ci vediamo allora. Buona giornata>>.
<<Anche a te>> le augurò lui, voltandosi e incamminandosi nei corridoi per raggiungere l'atrio del castello.

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