Capitolo 33

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Dalla finestra della sua stanza, in cima alla facciata principale del suo palazzo, re Ivar guardava andare via i messaggeri a cavallo, con l'ordine di recapitare i messaggi ai suoi alleati. Decise di scendere al piano terra del suo palazzo, dove una stanza nella quale solo il re poteva accedere, era alla fine di un lungo corridoio poco illuminato.  Con una lanterna in mano, si diresse verso quella porta di legno, afferrando il maniglione rotondo aprendola verso l'interno. Una grande stanza era illuminata da varie fiaccole accese sparse sulle colonne portanti, mentre al centro della campata, un tappeto rosso conduceva a una grande statua posta alla fine della stanza. La statua del primo re di Helengor, nonché fonte della sua ispirazione e dei suoi profondi ideali, si ergeva stoica davanti a lui  come ad attenderlo. Sembrava guardarlo dritto negli occhi, con un'espressione compiaciuta e fiera che ricambiò, orgoglioso che finalmente un progetto lungo centinaia di anni era ormai quasi terminato. Le grandi finestre mosaicate alle spalle della statua, lasciavano trapelare una tenue luce che proiettava a malapena i colori sul soffitto arcuato come una cupola sopra la statua. L'alba sorgeva tingendo il cielo di colori astratti, mentre l'orizzonte si illuminava pian piano come la cornice di un quando a contornare un meraviglioso panorama. Le terre di Helengor erano famose per le sue isole a confine con il mare, dove dall'altra parte, piccole montagne vergini sembravano galleggiare sull'acqua immobili con la loro verde natura. Un tempo un grande regno, ricco di scambi commerciali per i suoi grandi porti ormai ridotti a una manciata e di valorosi soldati che venivano inviati a tutti i regni confinanti e quasi al pari del regno di Eval per fama e potere. La grande guerra però cambiò tutto, dal momento in cui la grande città di Ashantia sparì improvvisamente, fonte di speranza, potere e conoscenza in tutto il continente. Helengor fu fondata da re Hilderal fratello della regina Aimeria, sovrana del regno di Ashantia che regnava fiera le terre blu. Il loro nome, deriva dalla loro posizione al centro di una collana di isole, che la circondavano tra l'immensità di un oceano sempre calmo e dal colore brillante sotto il sole. Quando Gabradus attaccò i mortali, Ashantia fu il secondo regno ad essere preso di mira. La leggenda narra che la sua potenza fu talmente distruttiva, che cancellò via l'intera isola, facendola sprofondare nell'oceano senza lasciare traccia. Per giorni, nel regno di Helengor si respirava una paura sempre crescente all'idea di essere attaccati da un momento all'altro dalle forze oscure, ma così non accadde. Il piano del dio Gabradus era quello di mirare principalmente ai quattro regni benedetti dagli Dei con i loro cristalli. La notizia che Ashantia era caduta però, arrivò infine alle orecchie del re Hilderan, che cadde presto in preda al terrore e alla follia, iniziò a covare dentro di sé un odio verso tutti i regni del continente, che avevano abbandonato sua sorella e il suo regno a un fato crudele. Helengor cambiò drasticamente nel corso di pochi anni, sotto una corona che era ormai nera e corrotta dal male insito nel suo cuore. Alcuni narrano che la sua mente fu corrotta da alcuni frammenti di oscurità che Gabradus aveva lasciato al suo passaggio, altri invece che non aspettava altro che la scomparsa della sorella per divenire il regno più importante della regione, fatto sta che Hilderan non fu più lo stesso. La sua discendenza venne marchiata fin dall'infanzia con un unico ideale, quello di sconfiggere i regni circostanti e imporre il loro dominio. Dopo la distruzione di Alimar e di Uladmar, restò solo Eval tra i quattro grandi regni, che sconfisse Gabradus esiliandolo in una prigione eterna con l'aiuto degli Dei. Passò del tempo prima che riuscì a preparare abbastanza soldati per attaccare Eval, ma venne sconfitto dal re  con l'aiuto di un potente artefatto che spazzò via le schiere nemiche.

Nelle successive generazioni, molte furono le battaglie tra i due regni, che terminavano con innumerevoli vite sprecate da entrambe le parti e la sconfitta di Helengor sotto il grande stendardo bianco di Eval. Tutto finché non salì al trono re Beor, che stabilì un accordo di pace con re Albrecht ispirando fiducia nei loro confronti.

Quella tregua durò qualche anno, finché il re non venne a mancare e Ivar iniziò a escogitare un modo per prendere il posto dei suoi fratelli nell'ordine di successione al trono.

Ora davanti a quella statua, si inchinò quasi fino al terreno in segno di rispetto e devozione.

<<Non manca molto. Posso giurarvi che finalmente Eval cadrà e Helengor potrà affermarsi per quello che merita davvero. Pagheranno per tutto quello che hanno fatto, posso promettervelo>> disse con tono di rabbia verso la statua.

Dopo qualche minuto, qualcuno bussò alla porta della grande stanza e ad annunciarsi era il generale che portava un messaggio.

<<Tutto è pronto mio re. Partiamo a un vostro comando, le truppe attendono in città>>.

Alzò la testa con occhi quasi assetati di sangue e fissò dritto lo sguardo che Hilderan sembrava trasmettergli.

<<Sentito? È ora!>>.

Ci fu silenzio nella stanza e il generale guardava la scena quasi intimorito.

<<Si, avete ragione, dobbiamo andare>> continuò il re rispondendo al nulla.

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