Capitolo 36

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“Che cos'è questo suono?”

La regina si svegliò di soprassalto, spaventando anche il re che dormiva al suo fianco. Qualcosa l'aveva svegliata, ma non sembrava un sogno.

Delle grida si sollevarono dalla città, mentre dei colori rossastri ondeggiavano sul  pavimento nascosti dalle tende violacee della finestra. Un potente fragore, come quello di un tuono, fece tremare la stanza, seguito da altre grida disperate. Meloria corse alla finestra, agitata per ciò che stava accadendo. Quando spostò la grande tenda, si trovò di fronte a uno spettacolo al quale non avrebbe mai pensato di assistere. Delle alte fiamme si levavano dai tetti delle case, mentre una pioggia di pietre infuocate bombardava la città. Re Albrecht la raggiunse alla finestra, anche lui basito di vedere che il suo regno era sotto attacco.

Senza pensarci oltre, il re si preparò indossando la sua armatura appesa su un sostegno nella stanza.

Dalle mura intanto, altre pietre volavano verso la città, distruggendo qualsiasi cosa incontrassero all'impatto. Meloria si sentì afferrare per la mano, il re la portò alla sua attenzione.

<<Devi nasconderti, va nelle sale dell'ordine>>.

<<Devo prima fare una cosa>>.

<<Fa attenzione>> disse poi lui amorevolmente.

<<Tu non morire!>> sembrò ordinargli lei.

Si scambiarono un lungo bacio, quasi sentendo nei loro cuori che potesse essere l'ultimo.

Il re corse via dalla stanza, raggiungendo in fretta la sala del trono.

Lei rimase ancora qualche secondo ad osservare quella scena, poi si preparò e si diresse verso la sala della fiamma, ma si bloccò una volta aperta la porta.

In città intanto alcuni dei soldati già attivi stavano aiutando le persone ad allontanarsi dalle loro case, direzionandoli verso il castello, lontano dalle mura e dall'assedio.

Alcuni cadaveri erano già presenti per le strade: uomini, donne e bambini schiacciati dalle pareti franate sotto i colpi delle catapulte. Alcuni dei vicoli erano bloccati dalle macerie, altri ancora pieni di persone che si ammassavano in cerca di sopravvivenza senza curarsi gli uni degli altri. Chi veniva calpestato, chi spintonato, quelle persone che erano solite vedersi tutti i giorni, ora sembravano essere rivali. I soldati nemici intanto marciavano velocemente verso le mura, incalzando i soldati usciti all'esterno delle mura per fronteggiare l'assalto, bloccando l'ingresso al cancello. Gli arcieri dalle mura cercavano di abbatterne quanti più possibile, ma anche loro venivano attaccati da una pioggia di frecce dagli arcieri nemici.

I trabucchi alleati sparavano possenti rocce contro le schiere nemiche, che venivano schiacciate senza possibilità di schivarle.

Nella sala del trono intanto, i consiglieri già radunati attendavano con i comandanti il loro re, che non tardò ad arrivare. Tutti si inchinarono al suo cospetto, ma non c'era tempo per i convenevoli.

<<Aggiornatemi!>> intonò.

<<Helengor ci attacca, sono qualche centinaio di soldati che attaccano le nostre mura cercando di sfondare>>.

<<Hanno già fatto irruzione?>>.

<<Non ancora per nostra fortuna, i nostri soldati stanno bloccando la loro avanzata>>.

<<Non fateli passare, per nessun motivo. Attivate le balliste sulle torri, abbattete i trabucchi nemici>>.

<<Sarà fatto mio re>>.

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