Capitolo 18

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Le prime luci del mattino illuminarono la città. Il sole, appena oltre le mura, irradiava la stanza di Chris con i suoi raggi rossi. Gli uccelli cinguettavano sul suo davanzale, mentre i primi suoni della città cominciavano a farsi sentire.
Quando aprì gli occhi, rimase accecato dai raggi del sole che gli illuminavano il viso. Passo le mani sugli occhi cercando di svegliarsi, con i capelli arruffati e spettinati qua e là.
Si sollevò per mettersi seduto, lasciando che i piedi toccassero il freddo pavimento svegliandolo un po'. Con uno sbuffò si alzò in piedi e raggiunse la finestra aperta, con la tenda che si muoveva ovunque. Uscì all'esterno sul balcone per dare una boccata d'aria e vedere il panorama con la luce del sole. Un venticello fresco gli accarezzava le guance disegnate dal cuscino, mentre strizzava gli occhi per mettere a fuoco. Quella sensazione gli piaceva, sembrava dargli vigore.
Fuori il balcone si estendeva tutta la città di Eval, vista dall'alto del castello reale. I tetti rossi delle case e delle botteghe, i fumi dei forni accesi e delle fucine e soprattutto il meraviglioso giardino che si apriva sotto i suoi occhi, con tutte le sue siepi e fiori ben curati.
Dalla sua posizione poteva vedere non solo la città, ma anche l'entrata del castello oltre il cancello, che lasciava accedere ad un sentiero di mattoni bianchi fino ad una fontana e alle porte subito dopo.
Una fontana meravigliosa, di marmo che raffigurava un uomo con un martello enorme che teneva al petto con le sue mani e una corona sulla testa. I getti d'acqua luccicavano sotto la luce del sole, con alcuni piccoli uccelli che si facevano il bagno sul bordo della fontana.
<<Buongiorno>>.
Una voce alla sua destra attirò la sua attenzione. Ignis era sveglia come lui, appoggiata con le braccia sul davanzale sorridendo.
<<Buongiorno anche a te>>.
<<Sei riuscito a dormire dopo ieri sera?>>.
<<In realtà non mi sono accorto di nulla, ero talmente stanco da non ricordarmi persino quando mi sono addormentato>>.
<<Sei fortunato, io invece non ho chiuso occhio. Ripensavo a tutto quello che ci siamo detti e soprattutto al fatto che nessuno di noi ricorda nulla>>.
<<Hai ragione, non è facile, ma per ora dobbiamo limitarci ad aspettare e accettare l'aiuto della regina che potrebbe sapere qualcosa>>.
<<Riguardo quella storia che ti ha raccontato, pensi sia vero?>>.
Aspettò un po' prima di rispondere, abbassando lo sguardo e scuotendo appena la testa.
<<Non so cosa pensare, ma preferirei non lo sia>>.
<<Già, anche io>> annuì lei con la testa.
Il rumore di una finestra che si apriva portò l'attenzione di entrambi sul balcone successivo. Adam si affacciò con gli occhi ancora semi chiusi, guardando verso di loro.
<<Ehi chiacchieroni, non vi è bastato aver parlato ieri sera? C'era bisogno di svegliarmi?>> disse intontito dal sonno.
Entrambi si lasciarono scappare una risata, forse per come sembrava appena sveglio o forse per averlo svegliato.
<<Hai ragione ci dispiace>> disse Ignis con una smorfia.
Adam tornò dentro chiudendo la finestra. Ignis e Chris intanto continuavano a ridere.
<<Penso che mi metterò un po' a dormire, d'altronde è soltanto l'alba, magari riesco a riposarmi ora anziché stanotte>>
<<D'accordo, allora cercherò di non fare rumore>>.
<<Grazie, ci vediamo dopo allora>>.
<<Va bene, buonanotte>>.
Ignis entrò nella sua stanza, anche lei chiudendo la finestra alle sue spalle. Chris tornò con gli occhi sulla città invece, rimanendo ad osservarla ancora per un po'.
Nella sua mente arrivò un pensiero più importante però, Eloeth. Spalancò gli occhi chiedendosi come stava e soprattutto se si fosse svegliata. Dopo che la regina gli aveva raccontato quella storia, lo mandò a riposare rassicurandolo che ci fosse stata lei ora, apprezzando il fatto di essere rimasto.
Tornò nella stanza per prepararsi, cercando dei vestiti nell'armadio lì accanto. Al suo interno trovò dei semplici pantaloni di pelle marroni della sua misura e una maglia di stoffa nera con una scollatura più aperta rispetto all'altra. Con quella si riusciva a vedere parte del tatuaggio, ma non gli interessava granché. Si infilò le scarpe nere di cuoio e si rinfrescò un po' il viso con dell'acqua.
Uscì dalla porta facendo attenzione a non sbatterla per svegliare gli altri, camminando quasi in punta di piedi per il corridoio. Lo attraversò tutto fino ad arrivare alla scala che portava agli alloggi reali. Una volta arrivato alla porta della stanza di Eloeth, la trovò accostata, bussando delicatamente. Non ricevette nessuna risposta, perciò la aprì appena affacciandosi per dare un'occhiata. Eloeth era ancora sdraiata sul letto che dormiva, con la luce del sole a riscaldarle il suo viso delicato. La regina era sveglia, seduta sulla stessa sedia di prima, che leggeva un libro dalla copertina scura e rigida.
<<Permesso>> disse Chris a bassa voce staccandola dalla lettura.
<<Chris>> esclamò sorpresa. <<Come mai sei sveglio?>>.
<<Sono passato a vedere come stava la principessa, dopo quanto le è successo speravo si fosse già ripresa>>.
La regina sorrise a quelle parole sincere.
<<Ho incontrato gli altri ragazzi come me questa notte, mentre tornavo nella mia stanza>>.
<<Davvero?>>.
<<Si, abbiamo parlato per un po' conoscendosi, ma nessuno di noi ricorda nulla del suo passato prima del risveglio>>.
Lo sguardo della regina diventò triste, non sapendo come poterlo aiutare di più. Sapeva cosa erano, ne era certa, ma doveva attendere ancora un po' prima di potergli rivelare qualcosa.
<<Vedrai che ne verremo a capo, non preoccuparti>> cercò di sdrammatizzare.
<<Come sta la principessa?>>.
<<Non si è ancora svegliata, ma ho saputo da qualche minuto che anche suo fratello, mio figlio Cuthalion, ha avuto una cosa simile ed è ora nella sua stanza a riposare>>.
<<Anche a suo fratello?>>.
<<Si, e vorrei chiederti un favore>>.
<<Se posso aiutarvi>>.
<<Gradirei che restassi tu qui a vegliare su Eloeth, mentre lord Randall è fuori dal castello per mio conto. Te la senti?>>.
Chris si sentì elogiato di fronte a questa responsabilità, ma l'avrebbe fatto volentieri per la regina, ma soprattutto per Eloeth. Accettò lasciando andare la regina, che chiuse la porta senza far rumore allontanandosi per i corridoi. Si sedette al posto della regina, accanto al letto a poca distanza da lei.
La fissò dormire, ammaliato da quella bellezza così delicata e pura. Accanto a lui c'era il libro che stava leggendo prima la regina, piuttosto pesante per via della rilegatura in cuoio nero.
Il disegno in rilievo sembrò catturare la sua attenzione, cercando di interpretarlo nella sua forma.
Piegò un po’ la testa ai lati per guardarlo da più angolazioni, ma nulla sembrava avere senso. Un sussurro, un'altra voce incomprensibile nella sua mente si sentì per un istante per poi sparire. Poco dopo riuscì a intravedere qualcosa, mentre le linee sembravano prendere forma lentamente sotto i suoi occhi. Quelle che prima erano solo forme confuse, ora assomigliavano a un volto, disegnato in uno stile quasi rupestre, arcaico. Allontanò appena il libro per guardarlo meglio. Ora quel volto era ben visibile, e non era per niente bello. Aveva l'aspetto di un demone, con delle corna che sembravano uscire dal libro e un cranio scolpito nei suoi lineamenti marcati dal colore scuro.
Aprì in fretta la prima pagina, sulla quale trovò scritte delle righe in un carattere a primo impatto incomprensibile. Esse sembravano delle rune più che delle parole incomprensibili a chiunque lo avesse letto, persino a Efenrir.
Chris iniziò a leggerle, vedendole cambiare sotto i suoi occhi mutando rapidamente in parole a lui comprensibili. La lingua era molto simile a quei sussurri che percepiva nella mente, che anche poco prima si erano presentati per pochi istanti.
Le lesse a bassa voce, cercando di comprenderne il significato.

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