Capitolo 27

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Una volta raggiunto l'esterno del castello, vennero accompagnati tutti e quattro dalla regina e da Eyrion, in un boschetto lì vicino, attraverso un sentiero che Ignis conosceva bene. Una volta arrivati, raggiunsero uno spiazzo d'erba piuttosto grande, dove ad attenderli c'erano altre sei persone, che si alzarono in piedi per accoglierli.
Tre uomini e tre donne, tutti con delle vesti da guerrieri e lo stemma del casato di Eval sul petto, così come sull'armatura di Eyrion.
Li salutarono con un inchino, poggiando il pugno sulla spalla opposta in segno di rispetto. Meloria presentò i ragazzi e a loro volta, si presentarono tutti e sei.
<<Loro sono i cavalieri del re, protettori della corona e del regno di Eval da molte generazioni>> disse la regina.
<<Io sono Kyria, molto lieta>>.
<<Io Harantus, è un piacere>> disse quello più grosso di tutti, alto più di due metri e largo la metà solo di petto.
<<Io sono Lanek>> esclamò l'altro subito al suo fianco, nascosto sotto un cappuccio.
<<Eneria, è un vero onore>>.
<<Klaus, è per me un piacere essere al vostro cospetto>> disse quello più giovane tra loro e con i modi più eleganti.
<<E io invece, mi chiamo Avelia>>.
Eyrion, si avvicinò agli altri, inchinandosi ugualmente porgendo i suoi ossequi ai custodi, presentandosi nuovamente.
<<Io sono Eyrion, primo cavaliere della corona e comandante dell'ordine>>.
Tutti e quattro si fecero scappare un sorriso, quasi spontaneo nel vedere tanto rispetto mostrassero nei loro confronti.
La regina fece qualche passo in avanti, porgendosi ai due gruppi, presentando i ragazzi con i loro nomi e i loro rispettivi poteri.
Erano un po’ emozionati, felici di aver fatto la conoscenza dei protettori del regno di Eval. Vederli in gruppo era un vero spettacolo, con le loro armature scintillanti che riflettevano i raggi del sole. Uno solo di loro non indossava l'armatura, ma delle vesti scure, verdastre e una cappa col cappuccio sulla testa, misterioso, quasi incuteva timore. Lanek aveva detto, pensò Chris riguardandolo; i suoi occhi, seppur nascosti, erano fissi su di lui, non sembravano nemmeno battere le ciglia. Uno sguardo penetrante, interrogatorio, agghiacciante con quegli occhi scuri.
Chris distolse lo sguardo, continuando però a percepire il suo su di sé. Si concentrò su Eyrion, che stava esponendo ciò che avrebbero dovuto fare in questi due giorni prima della partenza per il viaggio, concentrandosi al meglio per imparare in fretta le basi.
Le prime ore dell'addestramento consisterono principalmente nell'imparare a cavalcare e maneggiare alcune armi, cosa che trovarono molto più difficile di quello che sembrava.
L'unico che riuscì a controllare il proprio cavallo era Adam, che sembrò ubbidirgli come se lo cavalcasse da sempre. Caleb invece, fu il migliore a maneggiare con la spada, dimostrando una destrezza quasi impeccabile per un principiante.
Ignis si dimostrò abile con l'arco invece, scoccando qualche freccia contro i bersagli sempre più lontani. Centrò tutti i colpi, con una precisione quasi chirurgica a volte, sotto gli applausi degli altri che la guardavano a bocca aperta. Avelia, la migliore tiratrice tra i cavalieri, supervisionava i suoi movimenti e la aiutava per farle migliorare la tecnica e abituare l'occhio, vedendo in lei del potenziale, così come Eyrion lo aveva visto con Caleb.
Erano passate ormai cinque ore dall'inizio degli allenamenti e il sole stava per tramontare, i primi colori arancioni si vedevano già nel cielo. Dopo essersi riposati abbastanza per recuperare le forze, la regina li chiamò disponendoli lungo una linea, pronti per la parte più importante della giornata. Harantus e Klaus posizionarono quattro manichini di paglia poco distanti da loro e raggiunsero gli altri seduti su una roccia ad osservare.
<<È stata una lunga giornata lo ammetto, ma avete saputo affrontarla dando il meglio di voi stessi per essere il primo giorno. Avete le mie congratulazioni>> prese parola Eyrion chinando appena il capo. <<Purtroppo per voi però>> continuò <<non è ancora finita qui, avete un ultimo compito da svolgere e dovrete dare il massimo>>.
<<È il momento che impariate a controllare il vostro potere, per far sì che non accada più qualcosa di inaspettato e recare danno a voi stessi o a chi vi sarà accanto>> disse la regina.
Per quanto fosse duro da sentire per Chris, avendo saputo cosa avesse fatto, la regina aveva ragione, era giunto il momento. Tutti e quattro si scambiarono uno sguardo preoccupato, chiedendosi se ce l'avrebbero fatta a manifestarlo e controllarlo.
<<Quello che dovrete fare è semplice, ma richiede molta concentrazione, come nella sala della fiamma. È di fondamentale importanza che voi sgombriate la vostra mente, concentrandovi unicamente sull'energia che vi scorre dentro, lasciandola fluire lentamente>>.
Dal suo tono la regina credeva veramente in loro, convinta che ce l'avrebbero fatta.
<<Ignis, vuoi iniziare tu per prima?>> le chiese la regina.
Il suo cuore le schizzò per un attimo in gola, deglutendo a fatica per paura di poter ferire qualcuno o non riuscire a controllarlo.
<<Non aver paura>> disse Adam tranquillizzandola.
<<Fatti valere>> disse invece Caleb.
Lei sorrise e raggiunse la regina arrivando a circa sei metri dal suo bersaglio.
Meloria si portò subito al suo fianco, Eyrion invece raggiunse gli altri tenendosi a distanza.
<<Non temere, io sono qui accanto a te>> le disse con un tono da mamma e il suo sorriso sempre vivo sul viso delicato.
<<D'accordo>> rispose convinta.
<<Ora allunga il tuo braccio e volgi il palmo della mano verso il manichino>>.
Fece un bel respiro, iniziando a liberare la mente dai pensieri che aveva.
<<Ora, lascia che il tuo simbolo liberi la sua energia, alimentando dentro di te quel potere che senti di avere e convoglialo lentamente verso la mano>>.
Chiuse gli occhi, concentrandosi al meglio su quei sussurri che sentiva appena, i soliti che arrivavano ogni tanto quando sentiva il simbolo sul fianco fremere.
Passarono molti secondi, immersi tutti nel silenzio per lasciarle tutta la concentrazione possibile e lo spazio di cui aveva bisogno.
I suoi capelli iniziarono lentamente a illuminarsi di un rosso vivo, più acceso, e la luce sul suo fianco, indicava che il simbolo stava reagendo.
<<Brava così Ignis, non ti fermare>> sussurrò la regina.
Chris, Caleb e Adam, così come i cavalieri, osservavano in silenzio e stupiti la scena, con un sorriso sulle labbra fieri della loro amica.
I sussurri nella testa di Ignis si fecero più chiari, riducendosi a pochi termini se non un'unica parola.
Dalla mano iniziò a materializzarsi una piccola fiamma, come una sfera, debole ma crescente, grande appena come il suo palmo.
<<Brava Ignis, continua>>.
Mantenne quella sfera ancora per qualche secondo, finché non iniziò a sentire le energie abbandonarla e un accenno di dolore sul fianco. Digrignò i denti cercando di mantenerla viva, ma il dolore diventò troppo intenso e dovette rinunciare.
La fiamma si spense, così come il simbolo e i suoi capelli, indietreggiando di qualche passo con le gambe tremolanti. La regina la sorresse e Lanek corse verso di lei per aiutarla. Guardò la regina, che anziché avere uno sguardo di rimprovero o deluso, continuava a sorridergli, fiera di ciò che aveva fatto.
<<Con calma, avrai modo di riprovare, sta tranquilla>>.
Si sentì sollevata a quelle parole, ce l'aveva messa davvero tutta, ma ora era stanca.
<<Ti senti bene?>> le chiese Lanek.
<<Si... Grazie>> esclamò lei sorpresa.
Lanek si avvicinò alla regina, sussurrandole qualcosa all'orecchio che le fece cambiare espressione, diventando dapprima preoccupata, poi acconsentì sospirando alla sua richiesta. Ignis camminava verso gli altri, lentamente quasi strusciando i piedi sull'erba a fatica. Caleb camminò per raggiungerla, ma sgranò gli occhi vedendo qualcosa alle sue spalle. Lanek mosse il braccio aprendo la mantella ed estraendo un coltellino da una cintura che aveva sul corpo. In una mossa veloce e precisa lo scagliò in direzione di Ignis che ignara camminava verso Adam.
<<Attenta>> gridò.
Qualcosa sembrò scattare dentro di lui e in pochi secondi, arrivò alle sue spalle, chiudendo gli occhi e serrando le braccia incrociandole per pararsi istintivamente il volto. Ignis aveva uno sguardo sconvolto, così come gli altri che assisterono a quella scena restando a bocca aperta, persino Lanek e la regina.
Adam aveva ancora gli occhi chiusi, il cuore batteva velocemente per la paura e l'adrenalina e il simbolo sul suo corpo fremeva luminoso sotto la maglia.
Quando aprì gli occhi non vedeva nulla, davanti ora, c'era un muro curvo di terra che si era sollevato terreno, creando come un'onda che li ricopriva proteggendoli.
Non era molto spesso, ma era abbastanza per fermare quel coltello che anziché conficcarsi in quello scudo di terra, andò ad infilarsi su un albero alle spalle dei ragazzi. Adam razionalizzò ciò che era appena successo, osservando cosa avesse creato istintivamente per proteggere Ignis dal coltello. Era soddisfatto, felice, lo toccava sentendone la stabilità, la durezza, ancora incredulo di esserci riuscito.
Caleb guardò Lanek con occhi arrabbiati, aggrottando la fronte e stringendo i pugni.
<<Ma sei impazzito?>> esclamò sorprendo tutti quanti <<A che gioco stai giocando?>>.
Lui non rispose, ma la regina alzò le mani porgendo le sue scuse, cercando di placare l'animo scosso di Caleb che inveiva contro di lui.
E poi di nuovo, Lanek non esitò, lanciò un altro pugnale nella sua direzione, cogliendo di nuovo tutti di sorpresa. In pochi attimi, quasi in un tempo impercettibile, Caleb portò le mani a protezione del viso e si innalzò un muro d'acqua, dove il pugnale, con un leggero sibilo, si scontrò appena sul suo lato più estremo, appena sopra la sua spalla.
Con il cuore in gola e i polmoni che sembrava scoppiare, Caleb aprì gli occhi realizzando ciò che aveva appena creato, mantenendolo solo per pochi secondi, finché non cadde a terra formando una pozzanghera.
Ancora stentavano a crederci, eppure anche lui, in una situazione di estremo pericolo, aveva appena realizzato una barriera protettiva.
Lanek assunse di nuovo la sua postura eretta, soddisfatto del ragazzo e della sua prontezza. Nessuno parlava, nemmeno un commento, solo qualche altro secondo di stupore.
<<I vostri poteri, almeno per ora, si attivano prontamente in caso di un pericolo che metterebbe a rischio la vostra vita>> esclamò Lanek.
Aveva una voce bassa, delicata e suadente, alla quale però non potevi associare nessun viso in quanto coperto.
<<Vi chiedo scusa per non avervi avvisato di questo mio avventato gesto, ma non possiamo permetterci di sprecare altro tempo>>.
I suoi modi, la sua eleganza nel parlare così preciso e lineare, diedero più convinzione a quella spiegazione così diretta, che fece riflettere i ragazzi senza troppe remore.
Caleb avrebbe voluto dire qualcosa, ma abbassò la testa e annuì in silenzio, capendo le sue intenzioni.
Mentre la regina e Eyrion chiedevano ai ragazzi come si sentissero, Chris incrociò di nuovo lo sguardo di Lanek, che continuava a fissarlo in maniera piuttosto inquietante. Nessuno di loro due però sembrava abbassare lo sguardo, restando lì, in silenzio, in quel momento fitto e ricco di tensione.
Un piccolo formicolio salì dal braccio di Chris arrivando fino al petto, dove il simbolo sotto la maglia sembrava fremere appena. Distolse lo sguardo da Lanek quando il formicolio diventò una piccola fitta, come un colpo sottile e pungente.
Tentò di mascherarlo, ma una piccola smorfia con le labbra lo tradì e Lanek lo notò, ma non disse nulla, si limitò semplicemente a distogliere lo sguardo.
Chris alzò gli occhi di nuovo su di lui, ma ora non lo stava più fissando, sembrava totalmente disinteressato. Un atteggiamento strano il suo, questo era ovvio, cambiare così velocemente il suo interesse nei suoi confronti sembrava quasi un'offesa.
Massaggiò il petto e poi raggiunse gli altri accanto la regina, cercando di non pensare alla fitta che aveva appena avuto, ultimamente non portava nulla di buono.
Mentre camminava, notò il terreno incupirsi rapidamente; delle nuvole avevano appena coperto il sole e presto la pioggia li avrebbe colti.
Anche la regina se ne accorse, sollevando gli occhi al cielo e vedendo le nuvole spostarsi velocemente, quasi a coprirlo del tutto.
<<Credo sia il momento di rientrare, per oggi può bastare così, avete fatto molto>>.
Quelle parole sembravano quasi surreali, come un miraggio in un deserto. L'addestramento era stato duro e il dispendio di energie per il loro potere li aveva
stremati come sempre.
Iniziarono ad avviarsi verso il castello, seguendo il solito sentiero sterrato, quando le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere. La sensazione delle goccioline sulla pelle era piacevole, quasi non volevano rientrare.
Caleb alzò il viso verso il cielo chiudendo gli occhi e beandosi delle fresche gocce che gli cadevano addosso.
La pioggia cominciò a cadere più velocemente e gli altri lo avevano ormai allontanato da un po', cercando di raggiungere il castello velocemente.
Una leggera voce, un sussurro soave, una voce a lui familiare, dilagò nei suoi pensieri, mentre il simbolo si illuminava.
Ignis si accorse di Caleb, rimasto indietro, fermo e con le braccia aperte a bearsi dell'acqua che cadeva su di lui. Aveva un sorriso sul volto, spontaneo; vero.
A lui intanto, quella voce gli metteva allegria, nostalgia, lo faceva stare bene.
Si fece scappare una risata, che si trasformò però in un piccolo pianto subito dopo.
Ignis se ne accorse, una volta raggiunto, in silenzio, quasi a non volerlo disturbare.
Tra quelle gocce così fitte, riuscì a scorgere due lacrime, che gli rigavano il viso facendo scomparire tutte le altre.
<<Mary?>>.
Un nodo alla gola quasi le tolse il fiato, lasciando che un semplice abbraccio completasse ciò che voleva dirgli, restando in silenzio sotto una pioggia battente.

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