Anche l'ultimo avversario cadde a terra, con un tonfo a concludere la battaglia. Le urla della folla si levarono alte, acclamando e pronunciando tutte lo stesso nome, il nome del campione, Cuthalion.
Quella sera c'erano tutte le razze nell'arena di Gurund, il luogo dove solo i migliori osavano affrontarsi. Le scommesse circolavano velocemente e quasi tutte avevano puntato sul vincitore, quel giovane ragazzo che combatteva con la furia e la strategia di mille.
Cuthalion intanto si godeva gli applausi e il merito di quella vittoria, vinta con il sangue e il sudore dopo una decina di minuti. Il suo avversario, un Cheremol, una razza troglodita che viveva tra i boschi, cadde a terra così come gli altri prima di lui. Due uomini lo portarono via trascinandolo sulla sabbia, facendo molta fatica per via della sua massa, grande e pesante tipica della sua razza.
Lord Ilberd lo guardava dall'alto, dal suo posto riservato sull'arena, compiaciuto e soddisfatto del ragazzo e dei suoi insegnamenti sull'arte della guerra.
Sapeva che a Cuthalion non bastava quella che tutti credevano fosse l'ultima sfida della serata, perciò si alzò in piedi lasciando cadere in silenzio tutte le tribune, pronti ad ascoltarlo. Tutti lo rispettavano ormai e conoscevano la sua fama, il suo nome; il nome di uno dei combattenti più forti dell'arena ai suoi tempi ora cavaliere del re e del principe, Ilberd l'invincibile.
<<Questa sera avete visto tutti degli ottimi combattimenti, con avversari temibili e forti>>.
Un'ovazione si alzò dal pubblico che applaudiva e scalpitava come al solito.
<<Nessuno però è riuscito a tenere testa al nostro campione dell'arena>>.
Cuthalion alzò le braccia in segno di vittoria, dando sfogo a tutto il suo ego beandosi degli applausi nei suoi confronti. Era a petto nudo, con la sabbia e il sangue misti sul petto e sugli addominali scolpiti da anni di duro addestramento con Ilberd. I suoi capelli corti e scuri erano tutti scompigliati e sudati, così come il viso con quell'accenno di barba nera che aveva.
<<Ora però, ho deciso di regalare al nostro campione un ultimo scontro per il suo compleanno>>.
Tutti levarono un'espressione sorpresa, contenta, così come Cuthalion, che guardò Ilberd dal basso con uno sguardo preoccupato e compiaciuto allo stesso tempo.
<<Vi presento il centurione di Caros, forgiato nei suoi torridi deserti e campione del suo popolo: Maul il gigante>>.
Dalla parte opposta dell'arena, il suono metallico del cancello che si tirava su attirò l'attenzione di tutti. Dall'ombra, con la luna e i bracieri sparsi per l'arena ad illuminarlo, apparve un uomo alto quasi due metri e mezzo e largo la metà, con i muscoli e le spalle da far paura. Il suo corpo era segnato da molte cicatrici, alcune ancora rosa e fresche rispetto alle altre. Si avvicinò a Cuthalion, guardandolo dall'alto verso il basso, ridendo a quanto fosse gracile in confronto a lui.
Le scommesse intanto ripartirono il più in fretta possibile, puntando la maggior parte sul colosso anziché sul campione.
Cuthalion sentì l'adrenalina scorrergli nelle vene, sentendo una scarica d'energia differente rispetto a quella che aveva contro gli altri. Questo combattimento era diverso, una vera sfida degna del campione dell'arena.
Dopo un'altra risata da parte di Maul, il combattimento iniziò, dando il via a quello che si prospettava essere un massacro.
Nella mente di Cuthalion intanto cominciavano a materializzarsi delle strategie, movimenti precisi con i quali avrebbe potuto affrontare quella montagna. Lord Ilberd gli aveva insegnato molte cose nell'arte della guerra, addestrandolo soprattutto a studiare prima l'avversario e poi il terreno sul quale si combatteva, lasciando spazio a un quantitativo immenso di tattiche con le quali poteva sconfiggere i suoi nemici.
Maul intanto lo caricò da lontano, con un grido di battaglia in corsa che alimentò il pubblico come la legna per il fuoco. Cuthalion aspettò il momento giusto per schivarlo e colpirlo con un pugno sul fianco scoperto, che però non sembrò avere effetto. Quel gigante sembrava avere la pelle dura come la pietra, perciò colpirlo sul corpo non sarebbe servito a nulla.
Di nuovo un'altra carica, stavolta con le braccia aperte per provare ad afferrarlo prima che lo schivasse. Cuthalion riuscì ad evitare la presa colpendolo stavolta alle gambe, ma di nuovo sembrò non fargli nulla. I colpi frontali non sarebbero serviti a nulla, perciò passò a qualcosa di diverso.
Nell'arena era permesso usare qualsiasi cosa per combattere, tranne uccidersi. Il combattimento finiva quando uno dei due si sarebbe arreso o andava a terra senza rialzarsi.
Con un sorriso stampato sul volto, invitò il gigante a caricare di nuovo, mettendosi in guardia pronto per riceverlo. Maul non era molto sveglio, né tantomeno uno stratega come Cuthalion, che lo aspettò fermo con un ghigno in volto.
Caricò di nuovo, come prima con le braccia aperte per afferrarlo, ma anziché evitarlo, Cuthalion si abbassò prendendo una manciata di sabbia dal terreno tirandogliela sugli occhi accecandolo.
Quando vide che Maul aveva gli occhi chiusi, lamentandosi per il bruciore, lo colpì con un pugno sul volto facendolo indietreggiare. Del sangue colò dal suo naso, mentre i suoi occhi rossi e lucidi per le lacrime lo guardavano con rabbia; una rabbia crescente che sembrava dargli forza.
Lord Ilberd continuava a sorridere guardandolo dall'alto, sapendo che quello scontro, anche se difficile, lo avrebbe vinto senza problemi con i suoi insegnamenti.
Maul si preparò a caricare di nuovo, e Cuthalion sorrise vedendo la stupidità di quell'uomo nel continuare a venirgli incontro.
Nella sua testa intanto continuava a studiare l'avversario come gli era stato insegnato, valutando la differenza di stazza, agilità e soprattutto la forza. Sapeva di essere in svantaggio se mai lo avesse preso, perciò doveva trovare un modo per colpirlo e stordirlo per poi concludere l'incontro.
Maul partì, di nuovo, caricandolo a testa bassa con le braccia aperte per afferrarlo.
<<Io ti schiaccio>> pronunciò con la sua voce gutturale e rauca.
Cuthalion si mosse sulla sinistra per schivarlo, ma sorprendentemente, Maul sembrò averlo predetto quel movimento e lo afferrò con un braccio trascinandolo verso il muro.
Tutti levarono un'espressione di stupore, così come gli occhi di Ilberd, che vide il ragazzo cadere vittima di una presa che non gli avrebbe dato scampo se non si fosse liberato.
Cuthalion si dimenò più che poté per liberarsi dalle possenti braccia di Maul, ma tutto sembrò inutile.
Venne sbattuto violentemente contro il muro dell'arena, accusandone il colpo sulla schiena. Il fiato sembrò sparire, con i polmoni che cercavano disperatamente aria senza averne la possibilità. Lo afferrò per il collo con una mano, quasi ad avvolgerglielo completamente e lo colpì ripetutamente sul viso e sul corpo. La folla urlava, applaudiva, scalpitava e aumentava la posta delle scommesse puntando tutto sul gigante, che stava schiacciando Cuthalion come un insetto.
Lo sguardo di lord Ilberd si tramutò in paura vedendo il suo ragazzo in quelle condizioni, senza avere la possibilità di scappare o di difendersi. Si alzò in piedi pronto per chiudere l'incontro e salvarlo dal destino orribile che lo avrebbe atteso al termine di quella raffica di colpi.
Un ultimo pugno sul plesso solare fece accasciare Cuthalion a terra, lasciandolo cadere con il volto sulla sabbia dell'arena. Il suo corpo, sanguinante e livido, era lì a terra ad ansimare mentre Maul si godeva l'applauso del pubblico, che lo acclamava a gran voce gridando il suo nome. A nessuno ormai sembrava più interessare di Cuthalion, il campione dell'arena che tutti amavano, ora ridotto uno straccio. Il suo respiro muoveva la sabbia rossa, sentendo una fitta alle costole a ogni boccata d'ossigeno. Si sentiva sconfitto, umiliato e soprattutto incapace di reagire.
Intorno a sé tutto sembrava ovattato, distante, come avvolto da un velo. Forse per i colpi subiti o semplicemente per l'umiliazione, nulla sembrava interessargli ora.
Maul si aggirava per l'arena con le braccia aperte, con il petto gonfio in segno di fierezza, indurendo i suoi muscoli per dare spettacolo. Poi lo raggiunse di nuovo, con un sorriso beffardo in volto, con l'idea di infierire ancora un po'. Lo prese per i capelli sollevandolo da terra, mentre Cuthalion gemeva dal dolore digrignando i denti quasi a romperli.
<<Io ti uccido>> disse poi.
Lo lanciò lontano, come se fosse un sacco di grano, facendolo sbattere violentemente a terra strusciando poi per qualche metro sulla sabbia. Tutto il suo corpo ora, era coperto di sangue, sudore e sabbia, mentre continuava a sentire le risate del gigante e del pubblico.
Chiuse gli occhi, sentendo le ultime forze che aveva lasciarlo velocemente. Poi una scarica, una strana forza incontrollabile fu l'ultima cosa che sentì.
Maul intanto continuava a girare per l'arena facendosi ammirare, finché non si accorse che ormai il pubblico non stava più urlando il suo nome, ma si era ammutolito di colpo. Tutti guardavano la scena nell'arena, confusi e sorpresi.
Ilberd osservava a bocca aperta, incapace di capire cosa fosse successo a Cuthalion.
Maul si girò, trovandosi alle sue spalle, in piedi, il ragazzo che prima aveva quasi ridotto a brandelli. Ora era lì, a pochi metri di distanza, in piedi e di nuovo in forze, ma qualcosa era cambiato in lui, sembrava diverso.
I suoi occhi erano completamente neri, bui e profondi come la notte. I suoi capelli si erano tinti di un nero corvino piuttosto acceso, quasi lucente e le vene sulle braccia erano belle evidenti e in tiro. Fece un paio di passi in avanti verso il gigante, intimorendolo e facendolo indietreggiare appena. Nell'arena regnava il silenzio, nessuno diceva nulla o emetteva alcun suono, tutti erano intenti ad osservare quello che stava accadendo. Alle sue spalle Cuthalion, lasciò delle impronte nere, con un leggerissimo fumo che sembrava provenire da ognuna di esse dello stesso colore.
Ormai quasi all'angolo, Maul si caricò con un grido pronto per affrontarlo di nuovo. Si preparò a una carica di nuovo con le braccia aperte per placcarlo e portarlo via, ma non ci riuscì.
Cuthalion lo evitò appena, quanto bastava per colpirlo violentemente sul costato e toglierli il respiro.
Maul portò una mano sul punto, cercando di attutire il dolore. Si mise dritto pronto a colpirlo con una raffica di colpi, ma tutto sembrava muoversi a rallentatore per Cuthalion. Schivò i colpi con destrezza e agilità senza problemi, aspettando il momento giusto per attaccare. Maul tirò un pugno troppo lungo, perdendo l'equilibrio quasi cadendo in avanti, fu quello il momento.
Cuthalion si mosse rapidamente colpendolo con un montante sullo sterno, che sembrò frantumarsi all'impatto. Poi lo colpì con un altro pugno al viso e poi un altro e un altro ancora. La sua forza sembrava aumentare a ogni colpo, a ogni schizzo di sangue che lo imbrattava sul corpo. Continuava a colpire e a colpire senza tregua, sentendo le ossa del gigante rompersi e dislocarsi sotto le sue mani. Infine, con un ultimo diretto sul viso, Maul venne scagliato via da una forza devastante, a tal punto che la sua mascella sembrava non essere più attaccata al resto della faccia.
Ora il gigante era a terra, tumefatto, irriconoscibile e soprattutto, morto. Il suo viso era per metà nella sabbia rossa, con il sangue che defluiva macchiando il terreno. Cuthalion era ancora in piedi, inespressivo, con gli occhi ancora neri e le impronte ancora vive sparse qua e là.
Il pubblico si scatenò in un'ovazione per il campione che anche questa volta non li aveva delusi, gridando il suo nome a gran voce e applaudendo con tutte le energie.
Lord Ilberd rimase in silenzio, ad osservare quella strana forza che si era impossessata di Cuthalion, curioso di sapere cosa fosse. Poco dopo Cuthalion sentì le forze abbandonarlo completamente, cadendo anche lui a terra con la sabbia a grattargli sul petto.
<<Prepara il carro, torniamo a Eval>> disse Ilberd a una delle sue guardie.

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Nabradia
FantasySTORIA COMPLETA PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA Restate con me, vivete anche voi il viaggio a Elmorea! Tutto ebbe inizio quando i primi regni vennero eretti dagli uomini nel grande continente di Elmorea. Quattro re magnanimi ascesero al potere, comand...