Capitolo 20

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La luna era ormai alta nel cielo e Ignis aveva appena finito di leggere il libro che Chris aveva portato. Tutti e quattro rimasero di stucco dopo aver letto quella storia, con più domande di prima da porsi. Iniziarono a chiedersi se fossero effettivamente loro i prescelti descritti nel libro e se tutto ciò fosse accaduto veramente. Non c'era risposta ancora però, poiché la razionalità si mescolava alla fantasia, rendendo difficile credere a ciò che era raccontato.
<<Perché dovremmo essere noi?>> domandò Adam.
<<Non lo so davvero. Sono solo molto confusa, forse dovremmo aspettare come dice Chris>>.
<<Forse hai ragione, magari domani potremmo parlarci direttamente. Tu che dici Chris?>>.
<<Penso sia possibile. Da quello che ho visto la regina mi molto gentile e disponibile e soprattutto l'unica che sappia qualcosa riguardo tutta questa situazione>>.
<<D'accordo, vorrà dire che per questa sera ci limiteremo a dormire e a ripensare a questa fantastica storia che ci ha messo più dubbi che altro>> rispose Caleb con un accenno di sarcasmo.
Una piccola risata scappò a tutti e tre, la prima da quando si erano risvegliati.
Il verso di una civetta si sentì nella notte, attirando la loro attenzione fuori dalla finestra. Sul balcone della stanza di Ignis, sul cornicione, una civetta bianca dall'aspetto magnifico, si era posata per riposare un po'. Li guardava dall'esterno con i suoi occhi che risplendevano nella notte, con le piume che sembravano brillare sotto i raggi bianchi della luna. Ignis si alzò e si avvicinò alla finestra per guardarla più da vicino, ma volò via non appena aprì la finestra.
<<Brava, l'hai fatta scappare>> intonò scherzando Adam.
<<Ehi, non prendertela con me, è scappata perché ha visto la tua brutta faccia>>.
Chris e Caleb la assecondarono con strani versi, mentre il suo viso diventava rosso e paonazzo.
<<Questa era sottile>> disse Chris.
<<Sei solo invidiosa della mia bellezza cara>> controbatté lui imitandola con la voce.
<<Come osi?>>. Gli tirò un cuscino che però colpì Caleb che era subito accanto.
<<E io ora che centro>>.
Le loro risate sembravano risuonare per tutto il castello. Giocherellarono ancora per un po', concedendosi un minimo di svago per sdrammatizzare e liberare un po' la mente.
Dopo una decina di minuti decisero di tornare ognuno nella propria stanza, l'indomani avrebbero parlato con la regina, perciò potevano anche riposare per ora. L'ultimo a lasciare la stanza fu Adam, che prese una scompigliata di capelli da parte di Ignis che augurò a tutti la buonanotte. Stessa cosa fecero anche gli altri, dirigendosi ognuno verso il proprio alloggio, tutti in fila uno dopo l'altro.
Chris entrò nella sua stanza chiudendo lentamente la porta per non fare troppo rumore, poi arrivò al letto e si lasciò cadere a peso morto su di esso, sotto i vari cigolii del ferro ormai vecchio.
Ripensò di nuovo a quella storia raccontata nel libro, la stessa che anche la regina gli aveva narrato.
Forse non era una leggenda, forse accadde veramente.
Si addormentò con quei pensieri nella testa, che ancora una volta disturbavano il suo sonno rendendolo irrequieto.
Aprì gli occhi, trovandosi di nuovo in quel luogo all'aperto, con quel grande prato verde e un solo albero sopra una collinetta. Il vento soffiava e ne percepiva la sensazione sul viso, sentendone addirittura il sibilo nell'aria e lo scroscio delle foglie.
Socchiuse gli occhi, lasciando che quella sensazione lo cullasse ancora per un po', come se lo facesse rilassare. Poi un suono.
Delicato e leggero, come di uno spillo che cade a terra, rintoccò come un orologio.
Quando riaprì gli occhi, vide qualcosa brillare sull'albero, sulla corteccia. Si avvicinò salendo lungo la collinetta, lasciando che i fili d'erba accarezzassero la sua pelle dolcemente. Una volta arrivato, sotto l'ombra di quel grande albero, vide una luce piuttosto accesa provenire dal tronco, da qualcosa inciso su di esso. Socchiuse gli occhi per guardare meglio e riuscì a scorgere qualcosa di molto familiare. Sull'albero era riportato il suo stesso simbolo, dalla luce piuttosto intensa.
Il suo istinto, lo portò a toccarlo con una mano, coprendolo quasi del tutto. Un'immensa quantità di sussurri si materializzarono dal nulla e una scarica di adrenalina pervase di nuovo il suo corpo.
Strinse i denti cercando di resistere, ma la sua mano non voleva staccarsi. Il simbolo che portava reagì a quella scarica, illuminandosi a sua volta.
Poco dopo tutto finì e Chris si svegliò di nuovo nella sua stanza in preda all'agitazione. Scattò su letto alzandosi di colpo. Le gocce di sudore gli scendevano lungo le tempie e la schiena e l'affanno sembrava quello di chi aveva appena fatto una corsa.
Si guardò intorno capendo di essere nella sua stanza, che con la sua oscurità e i suoi muri di pietra freddi e ammuffiti sembravano quasi rassicurarlo. Scese dal letto e si diresse verso la tinozza d'acqua sotto lo specchio, sporco e macchiato. Sciacquò il viso più volte dando anche piccoli schiaffetti per riprendersi. Le sue pupille erano dilatate, e il tatuaggio formicolava appena. Non riusciva più a dormire, si sentiva piuttosto stanco, ma ogni volta che ci provava quella specie di incubi tornavano a tormentarlo.
Una leggera brezza soffiava dalla finestra nella camera, muovendo la tenda avanti e indietro.
<<Magari un po' d'aria mi farà riprendere>>.
Uscì all'esterno a petto nudo, lasciando che il vento lo accarezzasse su tutto il corpo. Aprì le braccia e inspirò intensamente, chiudendo poi gli occhi e lasciandosi al silenzio della notte.
Si appoggiò poi con le mani al cornicione e iniziò a osservare la luna, che illuminava l'intera città insieme alle stelle tutte intorno. Girò poi lo sguardo verso destra, trovando Ignis appoggiata a sua volta al cornicione che lo osservava ridendo. Con uno sguardo malizioso gli buttò un'occhiata agli addominali, mettendolo in imbarazzo. Subito indossò di nuovo la maglietta, sotto le risate di Ignis che lo guardava.
<<Anche tu non riesci a dormire?>> gli chiese lei.
<<Purtroppo no, continuo ad avere strani sogni che mi svegliano di colpo>>.
<<Già anche per me, e sono sempre gli stessi>>.
<<Cosa sogni se posso chiedere?>>.
<<Sogno di trovarmi in una stanza, chiusa, con delle fiamme che divampano sempre di più>>.
Chris la ascoltava, in silenzio, scorgendo nei suoi occhi un accenno di paura, ma anche di una strana malinconia che sentiva anche lui al suo risveglio.
<<Io mi trovo al centro della stanza, completamente circondata dal fuoco che divora qualsiasi cosa. Le fiamme sono alte ma non mi danneggiano, ne riesco a sentirne il calore, anzi sembro trovarmi a mio agio. Poi un suono, delicato, acuto. Dopo quel suono vedo un simbolo, il mio simbolo, impresso su una parete della stanza che sembra attirarmi a sé. Passo attraverso le fiamme, incolume, poi non appena lo tocco, tutto il mio corpo sembra prendere fuoco dall'interno. Una sensazione di tremendo bruciore mi pervade, e poi strani sussurri. Tutto si conclude in poco tempo, finché non sento una voce che mi è familiare, ma non capisco cosa dica. Il tatuaggio sulla mia anca inizia a brillare, a fremere insieme alle fiamme>>.
Il suo tono era diventato più agitato, così come il suo stato d'animo. La sua espressione diventò triste, lasciando cadere una lacrima sul viso. Una leggera luce si manifestò nel buio, provenendo esattamente dal suo simbolo, che cominciò a brillare nella notte.
<<Ignis...>>.
Ignis smise di parlare, accasciandosi in ginocchio sul balcone. I suoi capelli si tinsero di un rosso più acceso, quasi brillante e digrignò i denti dal dolore. Lanciò un urlo di dolore, stringendo le braccia al ventre chiudendosi sempre più su sé stessa.
Scavalcò in fretta il balcone per aiutarla, ma quando posò le mani sulle sue spalle, sembrò quasi ustionarsi. La sua pelle sembrava bruciare, così come i suoi capelli che ormai brillavano di un rosso fuoco piuttosto intenso.
Dai balconi successivi uscirono in fretta Adam e Caleb, allarmati dall'urlo di Ignis. Notarono i suoi capelli brillare di una luce propria, così come il marchio che aveva.
<<Che succede?>> chiesero entrambi.
<<Non lo so, il suo simbolo ha iniziato a brillare e credo stia perdendo il controllo>>.
Caleb scavalcò con agilità il suo balcone raggiungendo Ignis. La stessa cosa fece anche Adam, seguendo in fretta l'amico per aiutarla. Una volta raggiunta, Caleb avvicinò le mani sulle sue spalle, prima che Chris riuscisse ad avvisarlo che si sarebbe scottato.
Quando le posò non ebbe nessuna reazione, non si bruciò minimamente.
<<Ignis, che hai va tutto bene?>>.
<<Fa male...>>.
<<Portiamola in stanza presto>> esclamò Adam.
Caleb la sollevò mettendole un braccio intorno la vita, per aiutarla a camminare. Prima che Adam e Chris riuscissero ad avvicinarsi però, Ignis gridò di nuovo.
Dalla sua mano si materializzò una piccola sfera infuocata, che scagliò in alto verso il cielo come una torcia nella notte. La sfera sembrò ingrandirsi, per poi sparire subito dopo dissolvendosi nel nulla, lasciando solo una piccola scia di fumo.
Tutti e tre rimasero allibiti, con la bocca aperta guardandosi l'un l'altro.
Il simbolo si placò subito dopo, così come i suoi capelli che si spensero tornando normali. La pelle tornò ad avere una temperatura normale e ora Chris si affrettò a prenderla sotto braccio per aiutarla.
La portarono nella stanza e la adagiarono sul letto per farla riprendere. Adam le portò un bicchiere d'acqua e Caleb le sistemò il cuscino dietro la testa per tenerla sollevata.
<<Cosa è successo?>> chiese stanca.
<<Vorremmo saperlo anche noi>> rispose Adam.
<<Che è successo Chris?>> chiese invece Caleb avendolo trovato già lì con lei.
<<In realtà non lo so neanche io, o meglio non ne sono sicuro>>.
<<Prova a spiegarcelo>>.
<<È successo anche a me da quel poco che ricordo, in maniera del tutto differente. È come se una forza nascosta dentro di noi sia spuntata fuori dal nulla, manifestandosi in modi diversi>>.
<<Che intendi?>> chiese lei.
<<Vedi, prima che il tuo simbolo iniziasse a brillare, stavi raccontando del sogno che ti tiene sveglia. Hai cominciato a riviverne il ricordo intensamente, liberando poi l'energia che è dentro di te, che è dentro ognuno di noi anzi>>.
<<A te com'è successo?>> continuò Adam.
<<Non ricordo di preciso, ma credo al mio risveglio. Ricordo soltanto che mentre parlavo con la regina, qualcosa dentro di me si attivò e manifestai anche io il mio potere, ma non ricordo come>>.
<<Pensate che qualcuno abbia visto o sentito qualcosa?>>.
<<Credo di si, speriamo solo che non succeda nulla>> rispose Adam muovendo agitatamente la gamba.
Non passò molto prima che qualcuno bussò alla porta della loro stanza, più volte per farsi sentire.
Tutti si allarmarono al pensiero che potesse succedergli qualcosa, d'altronde non potevano fidarsi ancora del tutto di quelle persone.
<<Oh no, che facciamo?>> chiese Ignis.
<<Tranquilla, vado a vedere io>> rispose Chris.
Si avvicinò lentamente alla porta, mentre dall'altra parte l'individuo continuava a bussare per farsi aprire. Chris arrivò alla maniglia della porta, fredda e di metallo, pronto per aprire a chiunque fosse.
Il fiato si fermò a tutti quando il primo spiraglio della porta di aprì, rivelando però un volto amico e familiare.
<<Vostra maestà?>>.
<<Dovete seguirmi, adesso!>>.

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