Capitolo 30

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Il sole era ormai tramontato, per oggi non potevano più proseguire. La storia che Eyrion aveva raccontato si era dilungata per molto, prendendo del tempo prezioso per la spedizione, ma nulla di irrecuperabile. L'indomani sarebbero partiti all'alba, ma per ora era meglio accamparsi in quello spiazzo. Le montagne e i boschi nei dintorni non erano luoghi sicuri nei quali vagabondare la notte e fortunatamente avevano portato il necessario per creare un piccolo accampamento per la notte. Ognuno aveva sul proprio cavallo un giaciglio arrotolato, preparato qualora sarebbe servito in occasioni come questa. Lanek accese il fuoco, aiutata da Ignis che sotto le sue spiegazioni imparò a lanciare una piccola fiammella dalla mano sulla paglia secca e i rametti raccolti. Kyria e Caleb si erano allontanati quanto bastava per raccogliere altri ramoscelli più robusti per il fuoco, mentre Adam nutriva i cavalli legati a un albero secco lì accanto. Eyrion si offrì volontario per il primo turno di guardia, successivamente sarebbe toccato a Lanek e poi a Kyria, mentre i ragazzi potevano riposare tranquilli.
Chris intanto aveva preparato i giacigli di ognuno, sdraiandosi poi sul proprio con lo sguardo rivolto verso il cielo, che con il suo blu profondo fungeva da sfondo a un'infinità di stelle.
La luna illuminata per metà, offriva una buona luce su quasi tutta la zona, mischiandosi alla luce accesa del fuoco che ardeva con una fiamma piuttosto alta.
Tirò su la testa aiutandosi con la mano, dando un'occhiata a ciò che stavano facendo gli altri.
Quando vide Ignis concentrarsi e ridere mentre cercava di controllare il fuoco, Adam che cercava di stabile un contatto con i cavalli che a volte sbuffavano frustandolo in viso con la criniera e Caleb che sistemava gli ultimi rami raccolti in una piccola catasta accanto al fuoco, provò solo per un secondo, una piccola sensazione di felicità dentro di sé. Per quanto potesse essere strano il destino che aveva legato ognuno di loro, cominciava a sentire come un senso di fratellanza e protezione, come se fosse una famiglia. Quel lieve sentimento venne sostituito da un senso di vuoto, come se una vecchia ferita si stesse riaprendo dentro il suo animo. Non riusciva a spiegarsi cosa fosse quella sensazione, ma era forte, avvertiva la mancanza di una vera e propria famiglia; d'altronde non aveva ricordi del suo passato, soprattutto i genitori o da dove venisse. Gli scoppiettii del fuoco, il silenzio della montagna e un lieve soffio di vento sul viso, fecero in modo che i suoi occhi iniziassero a chiudersi senza neanche accorgersene. Non aveva mai viaggiato, perciò la stanchezza si era fatta sentire e cadde in un sonno profondo in men che non si dica.
Passò del tempo prima che iniziò a sognare qualcosa, lasciando che qualcosa si materializzasse nell'oscurità dei suoi pensieri, ma non era nulla di diverso rispetto a quanto aveva già sognato.
C'era di nuovo lui, sospeso nel vuoto dell'oblio che lo circondava. Avvertì una sensazione strana, irrequieta, qualcosa che gli provocava un lieve sgomento nell'animo. Piccoli tintinnii, come di gocce d'acqua che cadono sulla superficie di un lago, si facevano via via sempre più forti, come se qualcosa si stesse avvicinando.
"Apri gli occhi" sussurrò una voce, ma aveva già capito chi fosse.
"Aeril, sei tu?".
"Apri gli occhi" disse di nuovo.
"Non vedo nulla, dove sono?".
"Apri gli occhi, sei in pericolo".
"Pericolo? Che intendi dire? Dove?"
"Svegliati!" esclamò poi con violenza facendolo sobbalzare sul giaciglio.
Quando riaprì gli occhi si ritrovò insieme agli altri, che dormivano sui propri giacigli in silenzio, mentre la brace si stava ormai spegnendo. Con il fiatone, si guardò intorno in cerca di un eventuale pericolo ma non vide nessuno. Cercò di regolare il respiro, pensando che magari fosse soltanto un brutto sogno. Si alzò in piedi, aveva bisogno di sgranchirsi le gambe e schiarire le idee, perciò decise di raggiungere Lanek che non troppo distante faceva il suo turno di guardia a un centinaio di metri dal piazzale, sul sentiero che avevano percorso per arrivare li. Quel punto era perfetto per fare la guardia, era ben nascosto e permetteva di avere una buona visuale del sentiero che scendeva tra le montagne. Se qualcuno li avesse seguiti, doveva passare per forza da quella parte.
<<Lanek!>> esclamò.
<<Che c'è ragazzo?>>.
<<Un brutto sogno credo, ultimamente mi capitano spesso, anzi sempre>>.
<<Non deve essere facile per voi, non so cosa possiate provare in effetti>>.
<<Vorrei solo raggiungere questo Ominace nella speranza che possa aiutarci veramente, vorremmo avere delle risposte>>.
<<Non manca molto, se domani riuscissimo a uscire in fretta da questa montagna con l'aiuto di Kyria che conosce questi boschi meglio di chiunque altro, potremmo guadagnare il tempo perso>>.
<<Speriamo>> sospirò.
Chris poi ripensò a una cosa e gli fece una domanda piuttosto importante, approfittando del fatto che erano soli e Lanek sembrava in vena di parlare.
<<Sai, vorrei chiederti una cosa>>.
<<Dimmi>>.
<<Perché ce l'hai con me?>> chiese quasi trattenendo il fiato mentre il suo cuore aumentava il battito.
Lanek lo guardò sorpreso.
<<Io non ce l'ho con te ragazzo, non mi hai fatto nulla>>.
<<Perché allora, da quando ci hai conosciuti, non fai altro che guardarmi da sotto il cappuccio come se mi stessi tenendo d'occhio o che ce l'avessi con me?>>.
Fece una piccola risata, mettendo a posto il coltello in una delle piccole fondine che aveva su una cintura sul petto.
<<Le mie più sentite scuse se posso averti recato disagio, ma mi è stato affidato il compito di proteggervi a costo della vita dal re in persona. Poi tu hai un grande potenziale forse più degli altri, Hai qualcosa in te di diverso...>> ma si interruppe alzando lo guardo verso gli alberi quando sentì un fruscio tra i cespugli.
<<Che c'è?>> chiese Chris.
<<Shh, c'è qualcosa più avanti>>
Dopo appena pochi secondi, un suono, o meglio dire un ringhio, fece allarmare entrambi. Non molto distante dalla loro posizione, nascosti tra la fitta boscaglia di quella parte di montagna, qualcosa si stava avvicinando verso la loro posizione, ringhiando e soffiando con versi da brividi. Lanek balzò in piedi associando immediatamente quel suono a qualcosa che era conosciuto ovunque tra i vari regni.
<<Jaari!>>.
<<Cosa sono?>> chiese allarmato.
<<Non c'è tempo, chiama gli altri!>>.
Chris fece per girarsi senza esitare, ma qualcosa apparve dagli alberi, bloccandolo sul posto. Un energumeno orribile, con l'aspetto di una lucertola e la corporatura di un uomo grande come un armadio, si poneva ora tra lui e il piccolo sentiero per il piazzale. In mano teneva una mazza di ferro e con degli occhi gialli che sembravano splendere nella notte lo osservava ringhiando. Il sangue di Chris si gelò per la paura, sovrastato da forti brividi che scorrevano lungo tutto il suo corpo di fronte a quella cosa alta più di due metri. Poco dopo dagli alberi sbucarono altri due più piccoli, circa della sua altezza, che ridevano con uno sguardo omicida sui loro musi allungati e sfregiati con molte cicatrici, agitando le loro asce e spade dall'aspetto piuttosto rovinato. Chris indietreggiò lentamente tornando da Lanek che estrasse il suo stocco affilato ponendosi tra i due.
<<Non muoverti finché non te lo dico io>> sussurrò.
<<Ok...>> rispose con voce tremolante.
Lanek cominciò ad elaborare una strategia, d'altronde erano soltanto in tre, di cui due più piccoli che avrebbe tenuto a bada senza problemi. Se li avesse trattenuti abbastanza per permettere a Chris di raggiungere gli altri e chiamarli, insieme li avrebbero eliminati senza troppe difficoltà, doveva solo guadagnare tempo. I suoi pensieri però, svanirono non appena sentì il suono di qualcosa che si muoveva tra gli arbusti, che si rivelò dall'ombra sotto il fascio di luce tenue della luna. Dietro un albero poi, spostando i rami, uscì un altro Jaari che lentamente si avvicinava verso di loro, con occhi rosso sangue e sguardo omicida da predatore, mentre cavalcava quello che sembrava essere un lupo, ma dal pelo corto, più grosso e corazzato sulla testa. Il colore della sua pelle era grigio, quasi opaco, dalla corporatura poco più grande di quell'altro che già sembrava enorme. I suoi muscoli delle braccia erano ben definiti, gonfiandosi non appena estrasse la sua enorme ascia che teneva tranquillamente con una mano. Guardò il ragazzo che tremava dalla paura pensando di aver trovato un facile pasto per quella notte, ma poi cambiò espressione vedendo Lanek davanti a lui. Un uomo incappucciato con l'arma estratta, si poneva tra lui e il suo pasto, ma subito si ricordò di come il re avesse descritto l'uomo che stava cercando e le tracce seguite finora lo avevano condotto fin li.
<<Tu!>> esclamò il Jaari guardandolo <<ridammi ciò che hai rubato>>.
Chris era perplesso, guardava in silenzio la scesa chiedendosi cosa centrasse Lanek.
<<Io non ho rubato niente a voi immonde bestie, non so di cosa stai parlando>>.
<<Che succede?>>.
<<Shh!>> lo zittì Lanek.
<<Dammi l'oggetto umano!>>.
Non tutti gli Jaari conoscevano la lingua degli umani, lui però l'aveva imparata dagli umani durante le torture e le razzie, anche se non riusciva a parlare fluentemente.
<<Non so di cosa stai parlando>> continuò.
<<Basta!>> sbottò ringhiando con una voce roca e gutturale <<ghural nar gar!>> disse poi rivolgendosi a uno dei suoi.
L'altro afferrò dal fianco un corno bianco e lo portò alla bocca, dal quale poi uscì un suono terribile che si propagò per tutta la montagna chiamando gli altri sparsi nel bosco.
<<Prendi la spada>> disse passandogli la sua a Chris <<dobbiamo combattere>>.

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