Quando Chris aprì gli occhi, la prima cosa che avvertì furono tremendi dolori su tutto il corpo: alle costole, le braccia, l'addome, specie la testa che fischiava e sembrava circondata da una morsa. Era di nuovo nella sua cella, chiuso e sdraiato sul pavimento. La ferita sul braccio e le altre più piccole su tutto il corpo, si erano incrostate con il sangue rappreso misto alla terra. Doveva darsi una lavata, almeno per evitare che le ferite si infettassero, ma non c'era acqua nella sua cella, doveva per forza andare a cercarla. Dopo qualche tentativo fallito di alzarsi, cadendo di nuovo a terra stremato, riuscì a tirarsi su appoggiandosi al muro, con il fiato corto per via delle costole doloranti. Aprì il cancello della sua cella e uscì fuori, costeggiando il muro per appoggiarsi altrimenti le gambe avrebbero sicuramente ceduto. Continuò a camminare dalla parte opposta a quella percorsa l'altra volta, non voleva di certo finire di nuovo nell'arena, aveva dato abbastanza. Seguì il percorso lentamente, sentendo gli occhi puntati dei secondini che a volte gli ringhiavano contro, schioccando anche le loro fruste per intimidirlo. Una volta oltrepassata qualche curva di quel percorso labirintico tra le celle e i prigionieri, arrivò al centro di una piccola piazzola, dove una fontana con più vasche, conteneva dell'acqua nella quale alcuni si abbeveravano. Alla vista di quella fonte deglutì la saliva secca che non sembrò neanche scendere lungo la gola, avvicinandosi caracollante e con fatica ai bordi di quella vasca dall'aspetto piuttosto simmetrico e pittoresco. Non era di certo opera di quelle creature, ma non era il momento di soffermarsi ad ammirare i dettagli, doveva assolutamente bere.
Tutti coloro che erano presenti, osservavano Chris mantenendo le distanze, bisbigliando qualcosa tra di loro mettendolo in soggezione.
Decise di ignorarli, di non farci troppo caso, non voleva altri problemi dopo quello che aveva subito nell'arena, doveva solo aspettare che qualcuno lo trovasse.
Si avvicinò alla fontana dove l'acqua stantia e dall'aspetto poco invitante, riempiva la vasca quasi completamente, sgorgando da delle piccole fessure sulla colonna centrale e dai lati. Si inginocchiò appoggiandosi con il petto sul bordo, afferrando l'acqua come meglio poteva per dissetarsi. Al primo sorso un senso quasi di nausea gli arrivò alla gola, il sapore era disgustoso ma non poteva fare lo schizzinoso. La sete era tanta, finché non arrivò quasi a non sentirne più il gusto, ne l'odore. Afferrò poi uno straccio immergendolo nell'acqua, iniziando a pulire le ferite che ormai incrostate e sporche di terra rischiavano di fare infezione. A ogni passata di quello straccio duro e ruvido arrivava una fitta di dolore, mentre le gocce di acqua sporca mista a sangue secco colavano lungo il suo braccio cadendo i suoi pantaloni lerci.
Nella prigione continuavano a sentirsi i rintocchi di qualcosa che batteva sul ferro, come delle picconate che scalfivano le rocce o di fabbri che battevano sull'incudine.
L'odore di fumo e il calore che si percepiva cominciavano a far intuire a Chris che quella non era una semplice prigione, ma non ne era sicuro. Guardò il simbolo sul suo petto, pensando a cosa avrebbe potuto fare se fosse riuscito a controllare il suo potere.
Avrebbe combattuto tutti per uscire? Avrebbe scatenato la furia dei venti?
Finora nulla di tutto questo era accaduto e l'ipotesi di riuscire a dominare il suo potere sembrava essere lontana, come la speranza di molti di andarsene via. Riusciva a leggerlo nei loro volti, nei loro occhi distrutti che raccontavano qualcosa di orribile, qualcosa nel quale ora anche lui faceva parte.
I guai infatti non sembravano essere finiti e non tardarono ad arrivare. Un secondino con la frusta arrotolata nella sua grande mano, era appena apparso nella piazzola con due Jaari più piccoli cercando qualcuno. Non fece in tempo nemmeno a sperare che non fosse lui, quando il secondino ringhiò qualcosa agli altri due indicandolo. Le guardie più piccole si affrettarono ad avvicinarsi prendendolo ognuno per un braccio tirandolo in piedi. Provò a dimenarsi, ma non aveva le forze per liberarsi da quella presa; e poi una volta liberatosi, cosa avrebbe potuto fare?
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Nabradia
FantasySTORIA COMPLETA PRIMO LIBRO DELLA TRILOGIA Restate con me, vivete anche voi il viaggio a Elmorea! Tutto ebbe inizio quando i primi regni vennero eretti dagli uomini nel grande continente di Elmorea. Quattro re magnanimi ascesero al potere, comand...