Capitolo 9

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Non arrivaste al solito locale. Quello che ti trovavi davanti sembrava più un ristorante chic o qualcosa di simile, con la differenza che era gestito da gente che aveva avuto a che fare con la Yakuza e gli Otto Precetti di Morte, in passato, e si capiva dalle maschere della peste appese all'ingresso.

"C'è un tavolo per due tranquillo?" Chiese Dabi alla cameriera che vi accolse all'ingresso.

"Ma certo Dabi-caro, prego, seguitemi!" Lo prese sotto braccio appoggiando il suo prosperoso tutto ovunque potesse appoggiarlo sul ragazzo, senza nemmeno degnarti di uno sguardo, fin quando non arrivaste al tavolo, ed anche il momento, ti guardó soltanto per disprezzarti, giudicandoti dalla testa ai piedi.

Eravate in una sala in disparte, dove c'erano solo quattro tavoli molto distanziati tra loro. "Ovviamente c'è sempre qualcuno che ha qualcosa da nascondere in posti come questi, eh..."

"Quindi... quella era una tua amica?" Chiedesti a Dabi dopo esservi seduti.

"È convinta che strusciandosi addosso attiri la mia attenzione." Disse, freddo, mentre aveva iniziato a leggere i piatti nel menù, inizialmente pensando poco alla tua domanda, visto i mille altri pensieri che aveva in testa.

"Credo che prenderò lei per cena." Sbattesti senza accorgertene il menù sul tavolo, dopo averlo solo aperto, questo, ovviamente, attirò l'attenzione del moro che iniziò a sorridere sotto ai baffi.

"Cos'è questa? È gelosia quella che vedo?" Spalancasti gli occhi cercando di evitare il tuo solito rossore dato da quelle stupide frasi.

"S-sei il mio più vecchio amico, credo di poter riconoscere chi è meglio per te. Quella non è il meglio per te." Raffazzonasti quelle parole, tra i mille pensieri.

"Mh... E chi sarebbe il meglio per me, quindi?" La sua voce bassa aveva un nonsoché di sensuale, ma cercasti di allontanare quel pensiero dalla testa, perché c'era qualcos'altro. "Una domanda retorica?" Ti era sembrato questo, come se stesse effettivamente riflettendo sulla risposta. Ovviamente avevi notato che qualcosa non andava in lui, così cercasti di cambiare argomento, anche per evitare risposte imbarazzanti.

"Credo che prenderò i ravioli" Accennasti, sfogliando il menù "E delle patatine fritte. No, al forno. No forse meglio fritte? Tu che dici? Prendo le verdure grigliate?" Ti eri già persa nell'ampia scelta, mentre lui aveva iniziato a fissarti perplesso.

Non ti rendesti conto che la cameriera era tornata e vi aveva chiesto cosa voleste ordinare finché Dabi non aveva iniziato a parlare.

"Vorremmo due piatti di ravioli, una fetta di Kobe e con contorno patate al forno e verdure grigliate." Ti fece l'occhiolino "Le patate al forno che fanno qui sono le migliori della zona" Ti disse, ignorando momentaneamente le avances della cameriera.

"Cosa vi porto da bere? A te il solito? Per la bimba porto una Coca-Cola?" Ti guardò con la puzza sotto il naso, quasi non volesse neppure sentire la tua voce.

"Gradirei due litri del tuo sangue, grazie." Avevi detto, con un viso d'angelo ed un tono da bambina, per marcare quella sua presa in giro, stavi davvero perdendo la pazienza, ma per fortuna Dabi se ne accorse.

"Portaci il migliore vino che avete e dell'acqua. Dopo averlo fatto, sparisci dalla mia vista, o potrei decidere di farla contenta." Disse freddo, ma con un sorriso agghiacciante che fece accapponare la pelle ad entrambe voi ragazze e scappare via la giovane, che per il resto della serata passò solo per portarvi le vostre portate.

"Scusa." Ti disse, ma avevi dovuto guardarlo con uno sguardo perplesso, perché continuò. "Ho visto che ti sono venuti i brividi, non volevo spaventarti, ma mi sembrava l'unico modo per farla smettere prima che vi uccideste." Gli scappò una risata che non avevi ancora sentito in quei due mesi di convivenza, era calda e dolce.

"Non mi hai fatto paura. È stato eccitante!" Ecco, le solite parole uscite senza pensare. "Cioè... non nel vero senso della parola... insomma... capiscimi."

"Da piccola facevi sempre questa cosa. Dicevi cose senza pensarci. Credo che se non ti avesse voluto per Shoto, Endevour ti avrebbe ucciso. Soprattutto quando dicevi cose del tipo 'Ma io voglio sposare Touya!'" Cercò di ridere al pensiero, ma era sceso uno strano buio nei suoi occhi.

"Sei davvero tu, allora.." Pensasti ad alta voce, cercando di non ricordare tutte le volte in cui quella frase era uscita dalla tua bocca, adesso che lui era avanti a te.

"In che senso?"

"É che... Non è facile crederci. Ovviamente solo lui avrebbe saputo una cosa del genere. Solo tu... io... Non riesco a capire, se quello che vedo sei davvero tu." 

Ti sorrise.

"Idem qui. Hai gli stessi occhi innamorati che avevi da bambina. Innamorati dello scoprire cose nuove... intendo." Si corresse con dell'imbarazzo "Ma sei cambiata così tanto, a partire dalle cose più evidenti fino a quelle più banali. Sei tu. Ma non sei tu. O sbaglio?"

"Sei tu, ma non sei tu." Ripetesti, come per confermare che anche per te valeva lo stesso con lui. I suoi occhi erano quelli, ma tutto il resto... com'era tutto il resto? Lo avresti mai capito davvero?

C'erano sempre mille domande che avresti voluto fargli, o che lui avrebbe voluto fare a te, ma restaste per un poco in silenzio, finché non iniziasti a ridere. Come tuo zio ti aveva insegnato, per migliorare qualsiasi momento era necessario un sorriso.

"La sai una cosa? È da quando ti ho visto che penso che somigli ad un toast bruciacchiato." Dicesti, continuando a ridere tra te e te.

"Come scusa, un che?!" Lo avevi fatto arrabbiare, ma non riuscì a trattenere anche lui una risata, vedendoti un po' più tranquilla. "Se io sono un toast tu sei un pomodoro... Con tutte le volte che diventi rossa!" Sussurrò le ultime parole guardando in cielo, quasi come se le stesse dicendo al vento.

"I-IO NON DIVENTO ROSSA!" Ovviamente fu la prima cosa che facesti. Diventare un pomodoro a quelle parole per poi riprendere a ridere di quanto, tutto sommato, fosse vero.

E così, la serata andò avanti, iniziaste a prendervi in giro, o a rivangare i vecchi tempi. Nonostante gli avessi ripetuto di nuovo il tuo "Minorenne" classico, ti aveva fatto bere anche un po' più vino di quanto ne reggessi, anche se quando se ne accorse smise di versartelo e iniziò a darti l'acqua.

Quando finiste di cenare pagò il conto dicendoti che aveva scelto un posto un po' troppo costoso per le tue tasche e che quindi non era il caso che spendessi tutti quei soldi, anche se, in realtà, voleva semplicemente offrire lui.

Ti alzasti dalla sedia leggermente traballante, al punto che finisti per incastrarti in un piede del tavolo, cadendo fatalmente tra le sue braccia. Quando alzasti la testa ed incrociasti il suo sguardo, probabilmente restaste fermi per qualche minuto, prima di rendervi conto che vi stavate fissando. Le sue mani erano gentili, come quando appoggiava il braccio su di te mentre dormiva, ti aiutò a metterti dritta e, per non farti barcollare troppo ti tenne la mano fino a casa.

"Credo che tu possa lasciarmi la mano adesso." Dicesti entrando la camera da letto, lui lo fece, così tu ti sedesti sul letto, per poi accasciarti dopo qualche minuto, presa dal sonno.

Non ti eri cambiata, ma Dabi non avrebbe mai pensato di farlo al posto tuo per te. "Chi credono che io sia, quegli idioti?" Fece in modo di metterti sotto le coperte, dopo averti tolto le scarpe, e poi fece una cosa che faceva sempre, quando eravate bambini. Ti diede un bacio sulla fronte e si andò a cambiare in bagno.

Si mise a letto accanto a te, e stavolta non aspettò di muoversi nel sonno per abbracciarti, ti strinse a sé con forza, sperando, lasciandosi abbracciare da Morfeo, che la presenza della sua migliore amica lo aiutasse a capire cosa stesse provando in tutta quella situazione.


Spazio Autore

So che state aspettando tutti con ansia le parti interessanti. Ma Dabi me lo immagino troppo gentiluomo per seguire alla lettera gli ordini di Shigaraki, come se nulla fosse. Scusatemi -/)w(\-

Play With Fire. [DabixReader(OC)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora