Capitolo 23

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Passarono degli anni. Tra scontri, incontri e diplomi, eri diventata un pro-hero, insieme a tutti i tuoi amici. Coronaste insieme il vostro sogno, tutti felici e speranzosi di creare un mondo nuovo. Tutti con il sogno di salvare quante più persone possibile, un sogno spiegato ai giornalisti mille e mille volte da ogni eroe all'orizzonte, finché non arrivò il tuo turno di essere intervistata.

Alla fatidica domanda "Qual è il tuo sogno adesso che sei un Pro-Hero?" Sapevi che la tua risposta avrebbe sconvolto tutti, ma era la cosa giusta da fare.

"Sogno un mondo dove eroi e cattivi collaborino."

"C-Come scusi?" Vi era una chiara ansia nella giornalista, ma tu non scomponesti il tuo sorriso.

"Siamo tutti cresciuti in un mondo dove crediamo che i villain siano un male da estirpare, e i cittadini siano il bene da salvare. Ma la maggior parte dei cattivi sono persone che non sono state salvate, ed aspettano solo un eroe che gli tenda la mano. Credo che con passione ed impegno, tendere una mano anche a loro sia possibile, solo così il mondo potrà essere un posto migliore." Facesti un breve respiro per poi riprendere. "Ci sono abbastanza eroi per salvare la gente comune, e abbastanza guerrieri per fermare gli attacchi continui. Ma mio zio mi ha insegnato una cosa, qualche anno fa. L'importanza di dare una scelta a chiunque."

La giornalista rimase senza parole, liquidandoti con un ringraziamento e un saluto veloce.

"Ma che ti salta per la testa?" Bakugou ti prese con la sua solita rabbia, lui era l'unico al quale alla fine avevi spiegato la tua condizione di infiltrata. "Che ti hanno messo nel cervello quegli stronzi? La merda?" Ovviamente comprendevi bene la sua reazione, ma avevi preso la tua decisione già da tempo ormai, quindi lo calmasti e gli dicesti di non preoccuparsi, che sapevi cosa facevi.

Tutto ti sembrava finalmente normale, la scuola per ora non era più un tuo problema, dovevi dedicarti al tuo lavoro, che, oltre a qualche ronda in città consisteva praticamente nel passare le tue giornate insieme ai Villain e continuare il tuo doppiogioco, aggiornando una volta un lato e l'altra volta l'altro lato.

"Quanto è duro il mio lavoro, ragazzi." Dicesti sedendoti su un divano e poggiando i piedi sul tavolino che avevi di fronte, beccandoti delle occhiatacce da tutti i presenti.

"Proprio un durissimo lavoro, passare le tue giornate a bere caffè corretto, mangiare esseri umani e fare l'eroe per passatempo." Disse Twice sarcastico, mentre tu ti alzasti di scatto, pronta a riempirlo di insulti.

"COSA VORRESTI DIRE, EH?"

"Vorrebbe dire, dolcezza, che ora che non vai a scuola passi molto più tempo con noi, che con loro." Dani vide il tuo volto nervoso. "Magari potremmo fare qualcosa per rilassare questo bel faccino, si?" Ti disse, tenendo il tuo viso alto con una mano per poi baciarti.

"Ragazzi, una stanza. Trovatevi una stanza." Disse Twice, per poi essere braccato da Toga che lo abbracciò da dietro. "Magari potremmo anche noi trovare una stanza." Disse lei, portandoselo via, mentre lui pensieroso diceva "Non pensi che sia un po' lunatica ultimamente?"

"Sono proprio carini quei due" Dicesti a Dabi, tornandolo a guardare, dopo esserti distratta alla scena.

"Sei più bella tu. E inoltre hai anche bisogno di rilassarti un poco." Si mise di fianco a te e, con un braccio sulla tua spalla, ti portò in camera.

Ti fece sedere sul divano, per iniziare poi a massaggiarti la schiena. "Spogliati." Ti disse, e tu obbedisti senza esitare. Ormai avevi imparato che potevi fidarti di lui. In quegli anni avevi donato ogni angolo del tuo corpo all'uomo che avevi amato da tutta la vita, lui sarebbe stato il tuo primo ed il tuo ultimo, sempre.

Iniziò a massaggiare le tue spalle, che sapeva fossero sempre la parte più indolenzita della tua schiena, visto tutto il peso che ti portavi dietro. Le sue mani erano delicate, mentre spingevano sui punti che solo lui conosceva rilassando ogni tuo muscolo.

Passò per tutta la schiena, e quando arrivò al punto basso della colonna vertebrale, portò le sue mani verso il tuo ventre, fino a scendere verso il tuo clitoride, iniziando a massaggiare anche quello.

"Questo non vale come massaggio." Dicesti, tremando leggermente in un gemito.

"Io dico che vale." Ti sussurrò baciando il tuo collo e infilando due dita dentro di te, continuando a massaggiare il tuo punto più sensibile col pollice.

Ti passò avanti inginocchiandosi ai piedi del divano e facendoti allargare le gambe. "Secondo me, questo ti distenderà i nervi più di qualsiasi altra cosa." Scostò le dita da dentro di te, per dare spazio a baci, dolci e frementi, sulle tue labbra umide.

Quei semplici movimenti ti riempirono di gemiti, quando iniziò ad inserire anche la lingua nella tua cavità iniziasti a tremare dal piacere.

Era delicato, ti dava piccoli morsi e a volte si lasciava aiutare dalle mani, aumentando il tuo piacere, che per riflesso ti fece alzare le gambe, poggiando i piedi sulle sue spalle e stringendo forte i suoi capelli.

Con la sua mano libera aveva iniziato a massaggiarti le gambe, una alla volta, ed intanto continuava a baciare, leccare mordere e carezzare il tuo ventre. Ti aveva portata in piena euforia, quando, accelerando i suoi movimenti, ti fece arrivare al tuo apice. E, sorridendo nella tua intimità, ti baciò di nuovo, donandoti un altro leggero tremito, per poi abbracciarti, forte ed infinitamente.

"Allora? Come va con lo stress, signorina?"

"Dovrei richiederle massaggi più spesso, signore."

"Te lo avevo detto, io." Sorrise.

Play With Fire. [DabixReader(OC)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora