Capitolo 14

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"Tre settimane" erano passate tre settimane.

Giravi per la città con Deku e Great Explosion Murder God Dyna-might [N.A. Sto ancora ridendo per questo nome], eravate in ronda solo voi tre, mentre Endevour e Shoto si occupavano di un'altra zona, quando sentiste urlare.

In pochi secondi si scatenò il panico, tantissime persone correvano verso di voi, tu ne fermasti una, cercando di calmarla.

"Signore, siamo degli eroi, cosa succede?"

"Di là! Di là un mostro!" Ti disse tremante, e poi riprese a scappare via.

"Deku, cerca di far scappare in ordine le persone, sei quello con la faccia più rasserenante, tra noi, cerca di tenerli al sicuro. Dyna-might, andiamo avanti, noi!" Correste verso il punto indicatovi ed urlasti a Midoriya "Raggiungici appena puoi!".

Quello che vi trovaste avanti non era per nulla quello che vi sareste aspettati. Un enorme noumu stava distruggendo interi palazzi e ad aggiungersi al trambusto, fiamme blu annunciavano la presenza di colui che non ti saresti mai voluta trovare davanti, in una situazione del genere.

Una voce risuonò tra le ceneri, non lo avevi visto, ma riconoscesti uno dei villain con cui avevi mangiato e giocato a carte insieme. Se erano in due, doveva essere un'avanguardia, quindi forse erano molti di piú.

"Hey, Kitsune!" Bakugou usò il tuo nome da eroe, per attirare la tua attenzione. "Credo sia più di uno, quel fuoco! È Dabi della League of Villain! Stai attenta!" Detto questo iniziò a correre nel pericolo, e, tra il cercare di salvare qualcuno e attaccare il noumu, ti scartò di qualche metro, lasciandoti dietro.

Dopo qualche minuto arrivarono anche Endevour, Shoto, Deku, e qualche altro Hero, uniste le forze per salvare quante più persone ed intanto schivare ed attaccare.

Finalmente eravate riusciti ad abbattere il noumu, quando da lontano vedesti arrivare un enorme bagliore azzurro ed un muro di fuoco si stava espandendo nella direzione di Endevour e Bakugou.

Fosti la prima ad accorgertene, e per questo ti precipitasti a proteggerli creando una barriera d'acqua che però non durò troppo a lungo.

Quando le fiamme ti colpirono iniziasti a perdere conoscenza, ma le sentisti ritrarsi quasi subito dalla tua direzione.

Qualcuno ti strinse tra le sue braccia, e controllava che le tue ferite non fossero gravi.

"Sta' lontano da lei!" Endevour urlò nella tua direzione, tu apristi piano gli occhi vedendo colui che ti aveva colpito con delle enormi occhiaie [N.A. Che non sappiamo come facevi ad identificare visto le cicatrici] ed occhi stanchi e tristi.

"Tsk. Rovini sempre tutto. Todoroki Enji." Detto questo andò via, ritirandosi insieme a tutto il trambusto, quando svenisti completamente.

***

Apristi gli occhi in un letto di ospedale cercando di alzarti nonostante il forte dolore alla testa e parte del busto fasciata da garze leggere.

"Hai idea del perché quel Dabi ti abbia salvata?" Era tuo zio a porgerti quella domanda, sotto lo sguardo del numero uno, del professore Aizawa e di Bakugou, Midoriya e Shoto. Erano lì perché avevano visto accadere quello che era successo.

"Cos'è una specie di processo?" dicesti, cercando di sollevare l'aria pesante che respiravi in quella stanza.

"Hai qualcosa a che fare col Fronte di liberazione Paranormale?" Disse Endevour, freddo. "Come diavolo sa il mio nome, quel tizio?"

"Non so di cosa stiate parl-"

"Per favore nipote, rispondici." Avanti a te non avevi tuo zio, per quanto stesse cercando di parlarti con un tono rassicurante quello era All Might, e stava svolgendo il suo lavoro.

"Non posso."

"SMETTILA CON LE PALLE. QUANTO NON CI HAI DETTO?" Ora era Bakugou a parlare, ti stava correndo in contro, ma Midoriya l'aveva fermato, sussurrando un "É comunque allettata" Ma senza aggiungere altro.

"Fatemi parlare con mio zio da sola."

"Ci serve che tu sia sincera, (Y/N), non sappiamo come comportarci dopo quello che abbiamo visto." disse Aizawa, con la sua solita calma.

Pensasti. Pensasti quanto più potevi, e decidesti di raccontare una mezza bugia, perché non potevi rinfilarti in qualcosa che ti avrebbe distrutto.

"Il fronte sta cercando di contattarmi da mesi. Vogliono che entri nel loro gruppo. Quel tizio... è un mio amico d'infanzia. Credo abbia fatto quello che ha fatto perché mi conosce. Non so altro." Guardasti negli occhi Endevour con un briciolo di rabbia per quello che aveva fatto passare a Touya, ma sperando che non chiedesse altro. Passasti poi a tuo zio, che in quel momento chiese a tutti di uscire. Non parlò finché non restaste soli.

"Qualcuno di loro sa, non è così?"

Annuisti, così lui si sedette accanto a te al lato del tuo letto.

"Avresti dovuto dirmelo, potevamo occuparcene insieme." Fece un sospiro, riflettendo. "So che quello che hai detto non è tutto, bambina mia, so che se non vuoi dirlo deve esserci un motivo. Ma sai che con me puoi sempre parlare, vero?"

Annuisti di nuovo, accennando un sorriso dolce. "Sei sempre stato il papà che non ho avuto, mi dispiace doverti tenere dei segreti. Ma credimi se ti dico che è meglio così."

"Non farò parola con gli altri. Ma ti prego stai attenta, sei la mia piccola hero, no?" Ti diede un bacio sulla fronte e ti lasciò da sola, perché era finito l'orario di visita.

Dopo un combattimento come quello, certo, non era stato il migliore dei risvegli, così iniziasti a piangere

"Un'hero... come no."

***

Passasti una settimana in ospedale, poiché le bruciature impiegano tanto a guarire ed i dottori volevano fare in modo che non ti restassero cicatrici evidenti come quella che avevi già sul braccio. Ogni giorno intravedevi un'ombra alla tua finestra, e ogni giorno lo passavi cercando di fare il possibile per far finta che non ci fosse.

Quando uscisti dall'ospedale, la rabbia di Bakugou nei tuoi confronti si era affievolita, anche se aveva comunque deciso che te l'avrebbe fatta pagare per non aver detto quella cosa proprio a lui, che era stato rapito in passato dai villain per lo stesso motivo per cui cercavano te.

Ovviamente anche agli altri era passata, anche se avessi sbattuto in faccia a Midoriya il fatto che mangiavi esseri umani probabilmente ti avrebbe comunque perdonato. Quindi non era quello il problema. Il problema era che i pro avevano deciso che dovevi restare sotto controllo per qualche tempo, per proteggerti da eventuali contatti.

E così venivi seguita ovunque. Mattina, pomeriggio e sera, non potevi respirare. Come il primo mese al Fronte, c'era sempre qualcuno di diverso che ti teneva d'occhio. Sembrava essere destino che dovessi essere pedinata.

Così riprendesti con la routine, per evitare sospetti, problemi o complicazioni.

"Quindi rieccola, la vecchia noiosa vita di sempre."

Play With Fire. [DabixReader(OC)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora