Capitolo 16

1.4K 62 1
                                    

Probabilmente era passata qualche ora, nella quale, finché non avevi smesso di piangere, non si erano sentiti altro che i tuoi singhiozzi, e poi più niente.

"Va meglio?" Ti chiese, ma tu non rispondesti. "Ascoltami, penso che resteremo bloccati qui per un po', se non hai intenzione di collaborare." Gli lanciasti uno sguardo a cui rispose semplicemente con un "E no. Non ho intenzione di ucciderti."

"Sembra tu non abbia nulla di meglio da fare, quindi." Facesti spallucce.

"Meglio di passare il mio tempo chiuso in una cella con te? Credimi. Non sai quanto hai ragione." Rispondesti solo con uno sguardo nervoso, per poi rigirare la faccia e non guardarlo, e così passaste qualche altra interminabile minuto. O forse erano ore. Ormai avevi perso il conto del tempo da un po'. Stava iniziando anche a venirti sonno.

"Se vuoi dormire ti allento le cinghie." Fece per alzarsi.

"Addormentarmi? Con te qui dentro che puoi fare chissà cosa? Non ci penso nemmeno."

"Senti, dannazione. Se avessi voluto fare qualcosa contro la tua volontà, non pensi che lo avrei fatto quando eri molto più predisposta all'idea?" Ti strinse il viso in una mano, offeso dalla tua mancata fiducia.

"Forse ti faccio solo troppo schifo, allora."

"Si può sapere che diamine stai dicendo? Ma ti senti quando parli?"

"Perché ovviamente dovrei credere a quando parti tu, eh?" Abbassò lo sguardo, e cercò le parole migliori.

"(Y/N), ascoltami, questa cosa di Tomura, quello che hai sentito, che non so neppure cosa sia, ma posso immaginarlo, è stato tutto un malinteso, se avessi ascoltato tutta la conversazione, cosa che sono convinto tu non abbia fatto, lo sapresti. Ecco perché non sapevo cosa dirti quella volta."

"Ah, e ora io dovrei crederti? Sentiamo, non è vero quindi che ti è stato chiesto di metterti con te per estorcermi informazioni?"

Annuì. "È vero."

"E allora dimmi, di grazia. Cos'è che avresti detto a Tomura che potrebbe cambiare le cose, eh?!"

Esitò qualche istante. "Non doveva essere così." Disse tra sé e sé.

"Cosa, non doveva essere così? Mi sto spazientendo. Parla!"

Fece un respiro, prendendo fiato e dicendo tutto in un solo fiato. "Glihodettochetiamo." Per poi continuare "E che non ti avrei costretta a dire nulla, finché tu non avessi voluto."

Restasti un secondo perplessa. "Credo di non avere capito bene, la prima parte."

"Hai capito."

"No! Sì! Ma tu ripetilo."

"Ho detto, che gli ho detto, che ti amo."

"No, scusa. Ma tu ne sei proprio sicuro?"

"Ma tu mi stai prendendo per il culo?" Si inginocchiò di fronte a te. "Certo che ne sono sicuro. Sei stata la mia luce per tutta la nostra infanzia. Con tutto quello che passavamo, senza di te non avrei saputo resistere. Tu sei stata il centro del mio mondo finché non c'è stato quel maledetto giorno. Scegliere la strada del villain è stata la cosa più facile da fare, senza di te. E poi sbuchi dal niente, mi riconosci al primo sguardo, cosa che né mio fratello, né mio padre, sono stati capaci di fare, e torni a ridonarmi tutto quello che avevo perso." Prese il tuo viso tra le sue mani. "Non sono mai stato più sicuro di una cosa, in tutta la mia vita. E di certo non sono stato più sicuro di quando ti amo."

Iniziasti a piangere, senza riuscire a smettere. Lui ti strinse tra le sue braccia forte e dolce, come se non volesse mai lasciarti, e allo stesso tempo non volesse romperti in mille pezzi.

"Hai sempre fatto la dura, ma in realtà sei proprio una bambolina." Ti disse, ridendo sotto i baffi.

"Questo però lo sai solo tu, quindi magari ti ucciderò, un giorno, così che resti un segreto."

"Allora evito di slegarti le manette, che dici?" Disse sempre nell'abbraccio, poggiando la tua testa sul suo petto.

"Meglio per te." Ma intanto te le stava già slegando e così potesti stringerlo anche tu.

Sentiste aprire la porta dietro di voi, un Twice a bocca aperta entrò nella stanza. "Speravamo foste morti entrambi! Ci stavamo preoccupando." Disse, come sempre in conflitto tra le sue due personalità, che mai come in quel momento esprimevano i pensieri di vari tra i villain che si trovavano nelle altre sale. "Allora penso che quello sia un accordo?"

"Nessun accordo." Dabi si girò verso Twice, alzandosi. "Come ho già detto a Tomura, non la costringerò a dire niente finché non lo farà si sua volon-"

"É un accordo, Twice." Ti alzasti guardando il biondo negli occhi. "Vi dirò quello che posso dirvi. Nei limiti del mio lavoro da Hero." Guardasti Dabi, non volevi metterlo nei guai, e sapevi che se non aveste trovato un accordo, ci si sarebbe cacciato di certo. "Senza pretese."

"Perfetto, ragazzina, allora seguitemi."

Andaste nella sala col tavolone, dove Tomura vi aspettava grattandosi il collo in preda al nervosismo, vi fece accomodare e stringesti questo nuovo patto, che faceva di te un villain operativo in incognito tra gli Hero, la tua condizione era una.

"Dalle forze alle debolezze. Devo sapere tutto su All For One."

Fu così, che iniziò la tua nuova vita. 

Play With Fire. [DabixReader(OC)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora