Capitolo 3

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Avevate camminato un bel po'. Fortuna che il giorno dopo fosse sabato, e non avresti dovuto andare a scuola.

Eravate arrivati ad un enorme edificio in cui ti aveva invitato ad entrare, lasciandoti sotto shock nel momento in cui riconoscesti delle immense ali rosse di un vecchio amico.

"Hawks? Hawks, sei tu? Ommioddio cosa ci fai tu qui?!" Urlasti, in preda al panico e alla gioia che rivederlo ti aveva dato, sebbene la situazione fosse strana, erano anni che non lo sentivi, e lui era sempre stato il tuo maggiore supporto morale, anche da lontano.

Si giró verso di te con aria perplessa, ma poi fece finta di nulla e ti rispose con la sua solita aria altisonante con un "Magari te lo racconto dopo, Stellina" ed un occhiolino, cambiando argomento, vedendo che il Villain che ti aveva scortato si stava avvicinando "Perché l'hai portata qui, Dabi?" Chiese il biondo perplesso. Dabi... Allora è così che si chiama?

"La porto da Tomura, tu non ti intromettere." Guardò malissimo Hawks mentre ti prese per il gomito trascinandoti di peso in una grande stanza con un tavolone al centro, dove trovaste qualcuno seduto di spalle.

"Tomura, ho qualcuno per te". A queste parole l'uomo sulla sedia si girò verso di voi con uno sguardo tra il curioso e l'interrogativo, per questo Dabi iniziò a spiegarli la situazione che, dopo aver ascoltato poco pazientemente, lasciò lo strano ragazzo coi capelli bianchi/azzurri pensieroso.

"Io so chi sei." Disse, scrutandoti da capo a piedi mentre si alzava avvicinandosi a te. Arrivato abbastanza vicino ti prese il viso con tre dita di una mano, con forza, quasi facendoti male. "Tu sei quell'esperimento. Non è così?"

Lui era esattamente uno di quei pochi villain che speravi di non incontrare mai. Lui sapeva. Ma questo forse ti avrebbe salvato la vita, e gli avrebbe fatto accettare il patto.

"Dabi. Perché dovrei permetterle di lasciare la base ed andare a scuola, spiegamelo" . Non un'emozione in quella voce, solo quasi un rimprovero.

"Se resta lì nessuno si insospettirà del nostro legame, e potremmo estrapolarle informazioni con la forza in caso di necessità." Anche lui era stato freddo e veloce nella risposta, calcando appositamente su determinate parole per farti spaventare, cosa che fece riflettere Shigaraki Tomura per qualche secondo.

"Cosa ci assicura che lei non parlerà con gli eroi di noi?"

"Il fatto che se dovesse farlo, la sua carriera sarebbe finita." Stessi toni, solo uno sguardo di minaccia dedicato a te alla fine di quella frase, da parte di Dabi. Aveva ragione. Sarebbe stato impossibile spiegare quell'incontro, senza parlare del perché fosse finita in quel modo. Forse tuo zio avrebbe capito, ma le informazioni non sarebbero potute uscire da voi due, quindi potevi solo tacere, ed in quel caso, visto il tuo di piano, quella situazione avrebbe fatto comodo anche a te.

Tomura ci rifletté un altro minuto, poi decise che Dabi poteva accompagnarti in una stanza ai piani superiori, e farti accomodare, dandoti il benvenuto nell'associazione ricordandoti che eri loro prigioniera e che ti avrebbero tenuta sotto strettissima osservazione.

***

Quando arrivaste alla stanza definita dai due, avevi capito la storia della sorveglianza, ma non ti aspettavi di certo quello che ti trovasti davanti.

"Ma è la tua stanza questa?" parlasti prima di accorgertene con la bocca spalancata e un unico pensiero per la testa "In cosa mi sono andata a cacciare?"

Dabi sembrava annoiato dalla situazione e, quasi come se stesse pensando la stessa identica cosa (cosa assolutamente vera) ti rispose con un "Io ti ho portato qui, ed io devo tenerti d'occhio. Non è molto, ma fattelo bastare. È meglio di quello che avevamo prima, sicuramente. E ti anticipo, prima che tu dica altro, taci."

E così facesti, capendo l'intrinseca minaccia di quelle parole, ti osservasti intorno, appoggiando il tuo borsone in un angolo accanto alla libreria dove vedesti che c'erano un po' di libri che avevi letto anche tu e qualcuno che avresti voluto leggere ma che non eri ancora riuscita, vi piacevano ancora gli stessi autori, a quanto pare.

Oltre a quello, notasti che la camera da letto era a parte, così come il bagno, era a tutti gli effetti un piccolo appartamento dove, nella stanza in cui ti trovavi c'erano, oltre alla libreria in un angolo, un divano al centro della stanza ed un televisore, con (probabilmente) qualche console per videogiochi "Possibile?."

La camera da letto aveva un letto ad una piazza e mezza, un armadio, un comodino ed una finestra, era tutto molto semplice ed asettico, una casa da uomo, insomma.

Dabi era andato nell'ultima stanza che non avevi ancora visto e che, a quel punto, supponesti fosse la cucina, cosa che fu confermata quando lui uscì dalla stanza con una lattina in mano fredda di frigo.

"Se vuoi qualcosa da bere, c'è dell'altra birra in frigo. O dell'acqua. Se vuoi un caffè, fattelo." Detto questo si mise sul divano continuando a bere quella che doveva essere una Guinness. "Si tratta pure bene, il ragazzo."

"Uhm, tu sai che sono minorenne, vero?" Gli chiedesti, titubante, prima di andare nel frigo a rovistare.

"Ti ho detto che c'è l'acqua, se la vuoi." Rispose, freddo, di conseguenza. Sembrava che la chiacchierata con Tomura gli avesse fatto passare tutta la voglia di fare lo sbruffone con te. 

"E se volessi la birra?"

Si alzò di scatto e mi venne incontro con rabbia "Senti bambolina, noi siamo Villain, della tua età non può importarmene di meno, vuoi la birra? Prendi la birra. Sei troppo piccola per berla? Non berla. Ne vuoi solo un sorso? Prendi quello che resta della mia. Ma Smettila. Di. Fare. Tutte. Queste. Domande. Cazzo."

Ti aveva fatto spaventare, ma ti aveva messo la sua lattina in mano e si stava allontanando verso la sua stanza, tutto sommato era stato carino, essendo piccola non potevi bere tanto, ma un sorso potevi concedertelo, no? E lui ti aveva dato il suo ultimo sorso.

Cercasti di trattenerti dal maledirlo per quel suo modo di chiamarti, che prima o poi gli avresti urlato di smettere di usare, ma, prima che si chiudesse la porta alle spalle una tua altra domanda lo fermò sulla soglia "dove dormo io?", ormai era tardi, saranno state le tre di notte passate; con tutte quelle emozioni provate nelle ultime ore certamente non avevi sonno, ma forse era il caso che almeno provassi a dormire.

Lo sentisti grugnire dalla sua stanza, lo sentisti rovistare tra gli armadi e poi uscire con dei vestiti, forse il pigiama, in mano. Con una mossa della mano e un cenno della testa ti indicó di andare a dormire nella stanza da letto "Ora smettila". 

"Ma posso dormire sul diva-" Stavi per dire che essendo un ostaggio non era necessario che dormissi nel suo letto, ma non riuscisti a finire la frase che...

"HO DETTO SMETTILA."

Dopo questo tacesti per il resto della serata, mentre ti cambiasti e fin quando andaste a letto, ognuno nel posto stabilito. Sapevi benissimo che molte delle cose successe oggi avrebbero avuto un seguito, il tuo sonno calava mentre pensavi a perché Hawks fosse lì, a cosa ti avrebbe chiesto, o fatto, quel Tomura, sapendo ciò che eri, ma soprattutto pensavi a quel tuo vecchio amico perduto.

Avevi capito una cosa, se quel Dabi era Touya era sicuramente cambiato, ma dati i suoi ultimi gesti, forse non era cambiato poi così tanto.

Questo ti fece dormire sonni stranamente tranquilli, per la prima volta dopo tanto tempo.

Spazio Autore

Bene bene bene. Questa era tutta la parte della storia che avevo chiara nella mia mente, fino ad ora, d'ora in poi vedremo come si svilupperà la situazione.

Buona lettura ;)

Play With Fire. [DabixReader(OC)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora