Capitolo 22

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Arrivaste in un enorme edificio che mai ti saresti aspettata potesse essere un covo di villain, a quanto pare Re-Destro aveva messo a disposizione la sede della sua agenzia per i loschi affari del Fronte.

"Questo posto è enorme!"

"Già. Gira sempre un po' la testa a pensare a quello a cui eravamo abituati." Dabi non aveva lasciato la tua mano per un secondo, attirando non poche occhiate da quelli che erano villain che non avevi mai incontrato.

Il tuo aspetto era tutt'altro che quello di un assassino, di un maniaco, o qualcosa del genere, e molti conoscevano la tua faccia per via delle notizie sulla nipote di All Might. Se qualche mese prima, la prima volta che avevi messo piede nella loro piccola sede, non avevi attirato troppo l'attenzione, visto la scarsa luce sul tuo conto, adesso eri una star da prima pagina sulla metà dei notiziari e della stampa, al tuo passaggio, quindi, mano nella mano con uno dei vice-comandanti del Fronte, si alzava un vociare fastidioso.

"Se ti danno fastidio li faccio fuori." Disse Dabi, vedendoti abbassare lo sguardo e stringerti al suo braccio.

"No, lascia stare, è stato tutto il giorno così anche a scuola, non cambia niente." Lui ti rispose con uno sguardo preoccupato, per poi farti entrare in una porta bianca.

"(Y/N) Sei viva!" Toga ti saltò addosso e ti strinse in un grande abbraccio saltellante. "Mi sei mancata! Ti hanno fatto del male? Devo ucciderli?"

"No, Toga, sto bene. Mi sei mancata anche tu." Dicesti, arruffandole i capelli in gesto di affetto.

Ci fu un piccolo coro di "Bentornata", qualche domanda da ognuno, per assicurarsi che stessi bene, e poi un intimidatorio "Siediti." Da parte di Shigaraki, al quale obbedisti senza obiezioni.

"Raccontami tutto quello che credi dovremmo sapere." E così facesti, non ti sembrava giusto che gli Hero sapessero che avresti fatto il doppiogioco e i Villain no, così avevi deciso di rendere il gioco equo, e anche di pararti un poco nel caso ci fossero stati problemi. Passasti qualche informazione, perché in fondo consideravi loro più una famiglia di quanto non fossero i tuoi compagni di scuola e l'unica persona al di fuori di loro a cui ti saresti fidata di dare informazioni era proprio tuo zio.

"Sai che visto tutto questo ti terremo d'occhio il doppio?" Annuisti. "E che se dovessi fare un passo falso sei morta?" Sospirasti, annuendo.

"Mi sa che la mia vita non sarà mai normale." Dicesti, facendo spallucce.

"Tomura"

"So cosa vuoi dire Dabi. Lei è sotto la tua protezione." Si tolse la mano dal volto per guardarlo negli occhi. "Ed è anche sotto la tua responsabilità, di conseguenza." Si avvicinò a lui e mettendoglisi di lato gli mise una mano sulla spalla. "Capisco cosa provi, amico mio, ma non possiamo rischiare tutto, per una donna." Dabi annuì e così anche tu. Il concetto era chiaro: questa volta non erano più concessi errori.

Dabi ti guardò porgendoti la mano. Eri leggermente tremante e se ne accorse. Il peso sulle tue spalle, che tu stessa avevi deciso di portare, si faceva ogni giorno più grande.

Il tuo mondo era sempre stato così. Avevi retto il peso di un segreto che dovevi nascondere al mondo. Avevi retto il peso del vedere il Simbolo della Pace che tutti adoravano, soffrire giorno dopo giorno, morendo sempre un poco in più. Avevi retto il peso della morte del tuo migliore amico. Ed ora dovevi reggere il peso del mondo. Un tuo passo falso avrebbe scatenato una guerra. Eppure nel tuo cuore cresceva la speranza che un giorno, un tuo passo, potesse scatenare una pace.

Lui ti svegliò dai tuoi pensieri quando, arrivati avanti ad una porta si fermò e ti prese il volto. Non ti eri neppure accorta di aver camminato fino a lì, ma lui era rimasto in silenzio per te. Ti accarezzò il viso. "Non sei sola, stavolta." Ti disse, per poi baciarti. Scoppiasti a piangere, perché aveva colto tutte le tue paure senza che tu gli dicesti niente. Com'era sempre stato, come sarebbe stato sempre. "Vuole vedere la sua nuova reggia, principessa?" Sussurrò staccandosi leggermente dal bacio, ma continuando a stringerti, indicando solamente con un braccio la porta. Annuisti, e così l'aprì.

Ti lasciò entrare in quello che era, questa volta un vero e proprio appartamento. Era molto più luminoso rispetto a quello a cui eri abituata. Le pareti chiare e i finestroni erano la cosa che più ti avevano stupito. C'era un che di lussuoso nelle stanze che girasti.

"È tutto nuovo e immacolato o mi sbaglio?" Chiedesti a Dabi, che sorrise dolcemente.

"Ho aspettato tornassi." Ti cinse in un abbraccio dalle spalle, scostando i tuoi capelli per riempirti di baci tra il collo e la spalla destra.

"Dove hai dormito finora?" Gli chiedesti preoccupata.

"Primo. Non ho mai detto di aver dormito. Non ci riuscivo. Secondo. Quando ci riuscivo, per quelle poche ore, dormivo su il primo divano che trovavo. O nella vecchia stanza, sperando tornassi." Tutte le pause che aveva fatto erano accarezzate da un bacio e poi un altro sulle spalle. Le sue mani arrivarono alla tua camicetta, che si curò di sbottonare trattenendosi dallo strappartela, mordendoti poi il lobo dell'orecchio.

"Allora... Ti va di inaugurare il letto?" Quel sussurro ti provocò dei leggeri brividi lungo la schiena, molto diversi da quelli che avevi provato pochi minuti prima.

"Tu credi di arrivare al letto?" Gli rispondesti e lui sorrise al tuo orecchio, lo sentisti abbassarsi leggermente, e prima che potessi capire cosa stesse facendo ti aveva presa in braccio a mo' di sposa e ti stava portando in camera. "Ci arriviamo, se faccio così." Ti disse, aprendo la porta e mostrandoti l'enorme letto che ancora dovevi vedere.

"Ma è altissimo! E grandissimo!"

"Sai, sarebbe più piacevole se rivolgessi queste affermazioni a qualcos'altro." Ti poggiò piano sul letto ammirando quanto, quella camicetta sbottonata e quei segni che avevi sul collo gli piacessero da morire su di te.

"C-Che guardi?" Ti nascondesti nelle tue braccia, imbarazzata.

Lui si inclinò verso di te, chiudendoti ai lati, poggiando le sue mani sul letto. "Pizzo." Sorrise, e tu guardasti in basso per ricordare quale imbarazzante reggiseno avessi indosso. Ti scappò una risata imbarazzata, che lui utilizzò per baciarti e farti stendere piano, spingendoti verso il basso.

Ti sfilò dolcemente la camicia e tolse la sua giacca e la sua maglia guardandoti dall'alto. Continuandoti a baciare sbottonò il tuo pantalone, mentre tu sbottonavi il suo e ve li sfilaste insieme, restando solo in intimo. Prendesti un briciolo di coraggio e, spingendolo facesti in modo di farlo stendere accanto a te, per poi sederti su di lui, che scoppiò in una fragorosa risata. "Mhh... Oggi siamo intraprendenti?" Arrossisti senza rispondere, per baciarlo sul collo, le spalle e gli addominali. Decidesti che anche lui doveva avere un segno del tuo passaggio, così gli lasciasti un succhiotto nel punto della clavicola in cui finivano le cicatrici.

Lui intanto, aveva iniziato a sbottonarti il reggiseno con una mano, mentre con l'altra aveva leggermente spostato un lato dei tuoi slip per poterti stringere il sedere, dandoti un leggero schiaffo, che di fece sussultare.

"Hey!"

"Se devi dominare almeno fallo bene." Si sfilò da sotto di te, lasciandoti in ginocchio, ti prese dalla schiena, togliendo i tuoi slip ed i suoi boxer. Ti mise una mano dietro il collo e ti spinse con il viso sul cuscino, stava usando la forza, ma aveva un tocco delicato, non ti avrebbe mai fatto del male, non contro la tua volontà, almeno. Appoggiasti le mani sui lati del cuscino, quando iniziò a spingere il suo membro dentro di te. Faceva leggermente male, ma di certo non come la prima volta.

Quando fu completamente dentro, ingoiasti un urlo di piacere, che non potesti trattenere a lungo quando iniziò a muoversi in te. Andò piano all'inizio, come se volesse farti assaporare ed assaporare lui stesso ogni movimento, i tuoi muscoli si contraevano intorno a lui donandovi infiniti sospiri.

Accelerò man mano, appoggiandosi ad un certo punto alla tua schiena per stringerti e baciarti, accarezzando il tuo seno e sussurrando il tuo nome.

Mentre raggiungevi il tuo apice ti girasti leggermente per guardarlo, quanto i vostri occhi si incontrarono lui accelerò ancora di più. "Mi ucciderai, con quegli occhi, sappilo." Ti disse, rilasciando il suo orgasmo sulla tua schiena.

Decidesti di andare a fare una doccia, prima di andare a letto definitivamente, e quando ti infilasti sotto le coperte andò anche lui, per poi raggiungerti appena finito e trovarti sorridente e rannicchiata nel mondo dei sogni.

Si stese vicino a te rimboccandoti le coperte e dandoti un bacio sulla tempia.

"Ti amo. Non stare più lontana da me." 

Play With Fire. [DabixReader(OC)]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora