𝓕𝓪𝓶𝓮 𝓭𝓲 𝓵𝓲𝓫𝓮𝓻𝓽𝓪' -The Promised Neverland- (IN REVISIONE)

Capitolo 43 -Prime rotture-

<Emma...Emma...Emma svegliati.> Bisbigliò Ray cercando di svegliare la ragazza, ancora beatamente addormentata.
<Cosa?...>
<Avanti dobbiamo andare!, è notte fonda ed è meglio muoverci con il buio per destare meno sospetti.>
<Si...> Balbetto la ragazza stropicciandosi gli occhi.

Non avevamo altra scelta che spostarci di notte, nella speranza di non farci notare da nessun demone, anche perché Norman non aveva alcun costume a differenza mia e di Emma.
Uscimmo di soppiatto dalla casa in cui ci eravamo rifugiati, evitando qualunque rumore.

Notai che Ray mi teneva molto vicina a lui, più del solito, come se avesse paura che io mi allontanassi.

<Hey puoi anche lasciarmi il braccio, mica scappo sai?.> Ridacchiò la ragazza.
<Lo so ma, non ho paura di quello...> Esclamò lanciando un occhiata a Norman, poco più avanti. <Non devi avvicinarti a Norman.> Concluse con tono serio.
<Norman...e per quale motivo?.>
<Tu non devi farlo e basta!.> Disse alzando po' troppo la voce, ripensando a ciò che gli aveva detto quella sera.
<Ray!, perché ti comporti così!?. Norman è mio amico!, e se voglio posso stargli accanto, solo perché sono la tua ragazza non vuol dire che io non possa avere degli amici!.>
<Ma Emma tu non capisci, lui...lui ci vuole separare, lui ti ama ancora non lo capisci!?.>
<Sei proprio un bambino sai!, Norman ha accettato la nostra relazione e poi è nostro amico!; come ti saltano in mente certi discorsi!.
Anche se è innamorato ancora di me che importa!?, io ho te, non ti lascio sai!, credi che ti possa tradire così!?.>
<Ragazzi...abbassate la voce o muoverci con l'oscurità sarà stato inutile.> Fece notare Norman.
<Si Norman, hai ragione...vieni con me andiamo.> Disse la ragazza prendendo per mano Norman. <...Ray si deve schiarire le idee e capire che sono un adulta ormai, sono in grado di fare le mie scelte da sola e poi, anche se "stiamo insieme"...> Continuò facendo segno di virgolette con le mani. <Non vuol dire che esiste solo lui.>

La amavo, la amavo davvero tanto ma a volte non la sopportavo, si credeva tanto grande e capace di fare tutto da sola quando non era così; era intelligente, capace e tenace ma aveva ancora bisogno di me perché si faceva prendere troppo spesso dalle emozioni e poi era troppo ingenua.

<Avanti Emma, and...> Disse Ray afferrando la mano della ragazza venendo interrotto.
<No!.> Rispose Emma rifiutando la presa del giovane. <Adesso voglio stare un po' con Norman!.> Disse tendendo la mano al giovane dai capelli chiari, visibilmente sorpreso. <Quando avrai capito che sono in grado di prendere le mie decisioni da sola e che non ho bisogno del baby sitter, allora forse potrai tornare a considerarti il mio fidanzato!.>

Dopo quel discorso Emma e Norman erano mano nella mano, mentre si avviavano con tutta tranquillità verso la cittadina; notai persino con la coda dell'occhio Norman voltarsi verso di me e farmi l'occhiolino, mi dava sui nervi.

Quelle parole erano una pugnalata dritta al petto, io l'amavo più di qualunque altra cosa al mondo e lei non capiva che la stavo solo proteggendo, Norman voleva strapparmela dalle mani, ma io non l'avrei permesso.

<Va bene Emma, fa come ti pare...> Sbraitò Ray aumentando il passo, superando i due ragazzi. <Ora non ho tempo di pensare ai tuoi capricci, io ti ho avvertita, poi non tornare da me a piangere capito?!.> Continuò mettendosi il fucile in spalla, facendo strada.

Se Yuugo fosse stato li con me mi avrebbe sicuramente rimproverato, anche perché lui stravedeva per Emma, era la sua principessa, non avrebbe mai tollerato che io le parlassi in quel modo.
Ma lei doveva capire, doveva rendersi conto di aver sbagliato e capire che non non poteva fare tutto da sola, aveva bisogno di me e lo avrebbe capito in un modo o nell'altro.
Prima o poi sarebbe tornata da me, sarebbe caduta prima di capire di aver commesso un errore ma, doveva capirlo da sola e ammettere di aver sbagliato.