Alice
Sistemo per la milionesima volta l'orlo del vestito nero che sto indossando, la gonna a palloncino continua ad alzarsi ogni volta che faccio un movimento e la cosa sta aggiungendo una buona dose di nervosismo alla mia agitazione. Sono davanti allo specchio nella baita di Marta e sto guardando il mio riflesso: un trucco leggero mi incornicia gli occhi, oggi privi degli occhiali, e i miei lunghi capelli scuri sono stati pazientemente acconciati da Aurora che mi ha stressata finché non ho ceduto e sono di nuovo stata sottoposta alle sue torture da "Barbie passione trucco e parrucco". Sono agitata, mi sudano le mani e un leggero tremore mi pizzica la punta delle dita. Prendo un respiro profondo cercando di calmare i nervi, ma con scarsissimi, per non dire nulli, risultati.
«Se ti azzardi a sistemare ancora una volta quella gonna ti taglio le mani», mi rimprovera Arianna mentre si passa un velo di rossetto sulle labbra. I suoi lunghi ricci sono acconciati in uno chignon morbido, qualche ciocca solitaria le incornicia i lati del volto e un vestito rosso le accarezza le curve. «Cos'ha che non va?», mi chiede poi richiudendo l'applicatore squadrandomi, «Stai da dio».
Sbuffo un sospiro nervoso e scuoto la testa facendo muovere i boccoli sulla schiena scoperta, un altro dettaglio che mi mette in agitazione. Non sono abituata ad avere così tanta pelle esposta e nonostante il vestito non abbia nulla di particolarmente esagerato, non mi sento particolarmente a mio agio.
«Sono nervosa», ammento d'un fiato e sul viso di Arianna si apre un sorriso comprensivo.
Nervosa! Dire semplicemente "nervosa" è a dir poco riduttivo, in questo momento sono agitata, angosciata, spaventata e con una nausea che mi attanaglia lo stomaco a tal punto che potrei vomitare. Ma quale diavolo di problema mi affligge?
La mia amica mi si avvicina e posa le mani sulle mie spalle. «Ali, rilassati. Sono giorni che vi sentite al telefono e ho visto lo sguardo che hai quando una sua notifica ti illumina il cellulare. Vedrai che andrà tutto bene».
La guardo negli occhi e faccio l'ennesimo respiro profondo della serata. È finalmente il 31 dicembre e tutto è pronto per l'arrivo dei nostri amici e di Edoardo e Matteo. Durante i giorni scorsi non abbiamo fatto altro che sentirci per telefono per sistemare i dettagli sul suo arrivo da Milano: lui e il suo coinquilino rimarranno qui stanotte e tutto il giorno di domani, ma poi torneranno a casa per gli impegni di Edoardo con Max. Come aveva intuito, il suo capo gli ha telefonato anche il giorno di Natale, ovviamente per fargli gli auguri, ma anche per chiedergli come stesse procedendo il lavoro per poi aggiungere qualche compito da svolgere. A quanto pare l'agenzia parigina ha fatto altre richieste specifiche e quindi Edoardo sarà costretto a tornare in ufficio per lavorare con lui.
«Che sta succedendo qui?», esclama Aurora entrando nella stanza. Il suo sguardo si posa immediatamente sulle mani di Arianna posate sulle mie spalle e la vedo corrugare la fronte. «Non me lo dire... sta per avere una crisi di sociopatia, vero?», dice teatrale alzando gli occhi al cielo. Fa qualche passo verso la nostra direzione, il suo vestito argentato ondeggia sui suoi fianchi riflettendo la luce del lampadario.
Arianna abbozza un sorriso sornione e una scintilla ironica le illumina lo sguardo, scuote la testa esasperata e qualche ricciolo le ballonzola sulle spalle. «Nooo», afferma ironica guardando la mia amica bionda. «Sta torturando il vestito che indossa da almeno mezz'ora e posso quasi sentire il rumore dei suoi pensieri in questo momento».
Aurora alza gli occhi al cielo, arricciando poi le labbra con disappunto. Mi studia per qualche secondo e poi schiude le labbra facendo schioccare la lingua. «Nonostante io ti conosca da una vita, continuo a far fatica a capirti a volte», dice esasperata e poi mi prende per una mano chiudendola tra le sue. Mi sento molto confortata da questo suo gesto, ma il momento di dolcezza finisce in tempo zero perché inizia a scuotermi per un braccio, «Alice! Pronto?! Che cosa sei nervosa a fare? Quel ragazzo stravede per te, non hai niente di cui preoccuparti», afferma convinta inchiodando i suoi occhi chiari nei miei e continuando a scuotermi come se fossi uno shaker. Il verde del suo sguardo non mi ha mai lasciato scampo e oggi lo sta facendo in particolar modo dal momento che è messo in risalto da un trucco metallizzato in abbinamento con il vestito.
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Incipit
RomanceAmava le storie di carta, quelle in cui inevitabilmente c'era il lieto fine. Ne era sopraffatta. Vi si immergeva vivendo la vita di mille personaggi, non avendo mai il coraggio di vivere la propria, troppo spaventata dal finale incerto. Era convita...