Alice
Gli occhi verdi di Edoardo sono fissi nei miei e limpidi come poche volte sono stati. Il suo respiro, leggermente affannato come il mio, colpisce le mie guance accaldate dal bacio che ci siamo appena scambiati. Sento ancora il sapore delle sue labbra sulle mie e un sorriso timido mi si apre sul volto. Ha decisamente mantenuto la promessa che mi ha fatto un paio di giorni fa al telefono e io sono più che contenta che l'abbia fatto. Il bacio sulla fronte che mi ha dato subito dopo mi fa formicolare ancora la pelle del viso e io mi sento felice come poche volte lo sono stata. Sono felice che lui sia qui e che sia così vicino a me. Dio mio, sono così felice che potrei mettermi a fare le capriole nella neve e non sentire nemmeno un briciolo di freddo; ma come potrei sentirlo d'altronde se tutte le mie cellule sono ancora in combustione per la distanza ravvicinata di Edoardo?
Un fischio prolungato mi distrae e distolgo lo sguardo dal ragazzo di fronte a me per capire cosa sia. «Wow Edo! Dacci dentro amico!», esclama Matteo sfilandosi le dita dalla bocca dopo aver fischiato. I suoi occhi azzurri ci stanno guardando maliziosi e un sorriso a trentadue denti campeggia sul suo volto leggermente arrossato per la corsa in motoslitta. Arrossisco istintivamente e mi rendo appena conto di aver dato spettacolo involontariamente. Devo ammettere che ero talmente presa dalla vista di Edoardo prima e dalle sue mani su di me poi da non essermi più nemmeno ricordata che non fossi da soli, ma che ci fossero i nostri amici intorno a noi.
Accidenti, che imbarazzo!
Mi discosto istintivamente di un passo, abbassando lo sguardo per nascondere l'evidente rossore che mi imporpora le guance, ma le mani di Edoardo afferrano saldamente le mie e non mi lasciano allontanare. Mi rivolge un sorriso di scuse e mi scocca un occhiolino mentre i suoi pollici tracciano dei cerchi immaginari sul dorso delle mie mani, cercando di tranquillizzarmi. Quando sento parte della tensione defluire dalle mie spalle, Edoardo, non volandosi nemmeno per evitare di distogliere i suoi occhi da me, si rivolge al suo coinquilino con un tono tra lo scocciato e il rassegnato, «Mat, cortesemente, potresti evitare di fare la persona molesta ogni santa volta?». Sbuffa poi una risata quando l'amico emette un verso annoiato per poi borbottare tra sé qualcosa che non riesco a cogliere.
«Ehi», cerca di difendersi poi. «Guarda che sei tu a non essere riuscito a fare due passi senza fiondarti su questo bel bocconcino di ragazza!», esclama alzando le sopracciglia in modo equivoco e assumendo un'espressione che mi farebbe ridere se non fossi ancora un po' imbarazzata. Matteo si sistema lo zaino sulle spalle e rivolge un ultimo sguardo alla motoslitta alle sue spalle chiedendo ad André di insegnarli l'indomani a guidarla; ci passa accanto per entrare in casa, ma prima di varcare la soglia si volta verso di me. «Comunque, è un piacere rivederti Francesca!», calca il nome facendomi un occhiolino. Avvampo di nuovo per la più che esplicita allusione al nostro primo incontro in lavanderia, in cui ho palesemente mentito sul mio vero nome. Dopo di lui, entrano in casa anche Armando e André con dei sorrisi più che sornioni stampati in viso lasciando me e il ragazzo dagli occhi chiari da soli.
Edoardo si allontana di un passo per squadrarmi da capo a piedi e, come ogni volta che il suo sguardo si posa su di me, sento formicolare la pelle. I suoi occhi chiari percorrono avidamente la mia figura e poi tornano a concentrarsi sui miei. Posso giurare che è come se mi stesse toccando in questo preciso momento, come se i suoi occhi fossero in grado di imprimere pressione sulla mia pelle provocando una piacevole scossa che si propaga lungo tutta la mia spina dorsale. Un ampio sorriso si apre sul suo volto e mette in evidenza i suoi denti bianchissimi prima che questi pinzino il labbro inferiore tra i denti, «Sei bellissima, stasera». Arrossisco e vengo distratta dalla sua lingua che bagna leggermente le labbra non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo viso, anzi sorrido rispecchiando l'espressione felice del suo volto, mentre le sue mani risalgono dalle mie lungo gli avambracci per posarsi poi saldamente sui miei fianchi. Mi beo della sensazione non riuscendo a formulare nessun tipo di pensiero coerente mentre non faccio altro che guardarlo e desiderare di baciarlo di nuovo quando i miei occhi ricadono inevitabilmente sulla sua bella bocca rosea. Edoardo sembra aver capito la direzione dei miei pensieri e si avvicina istintivamente a me facendo scontrare i nostri nasi, ma, prima che io riesca a colmare l'effimera distanza che ci divide, veniamo interrotti.
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Incipit
RomanceAmava le storie di carta, quelle in cui inevitabilmente c'era il lieto fine. Ne era sopraffatta. Vi si immergeva vivendo la vita di mille personaggi, non avendo mai il coraggio di vivere la propria, troppo spaventata dal finale incerto. Era convita...