Alice
La mattina dopo mi sveglio con la guancia premuta sul petto di Edoardo e un leggero solletico lungo la spina dorsale dovuto ai suoi polpastrelli che pigramente la stanno percorrendo. Sorrido istintivamente e mi stringo di più a lui godendo del calore del suo corpo e del suo profumo: ho una gamba incastrata tra le sue e il suo braccio sinistro mi cinge saldamente a sé. Ieri abbiamo passato il resto della serata a chiacchierare, senza un argomento preciso, condividendo soltanto quello che ci passava per la testa in quel momento. Il tutto condito da una buona dose di sorrisi e baci rubati, soprattutto da parte di Edoardo che ha continuato a sostenere di «non riuscire a star lontano dalle mie labbra e di adorare il loro movimento», il che mi ha fatto continuamente arrossire, ma non ha potuto che farmi piacere.
È ormai chiaro come il sole quanto io sia immersa fino al collo in questa cosa che c'è tra di noi: mi fido di Edoardo, sono pronta a offrirgli il mio cuore perché sono sicura che sia in buone mani e il fatto di avergli concesso una parte di me senza troppi pensieri – sebbene non ancora pienamente – mi fa comprendere che ormai non posso più tornare indietro. Non so cosa mi abbia fatto, sotto quale incantesimo mi abbiano soggiogato i suoi occhi chiari, il suo bel sorriso o la sua straordinaria anima, ma non posso che esserne contenta. Sono felice che Edoardo sia andato oltre le mie insicurezze e paure e mi abbia fatto abbassare un po' la guardia e credere un po' di più alle storie di "carne" e non solamente a quelle di "carta", in cui mi sono sempre immersa preferendole a quelle reali perché troppo spaventata di viverle davvero. Edoardo mi sta facendo passare questa paura, ogni giorno, con un semplice messaggio, una telefonata o un «non vedo l'ora di vederti».
«Sento il rumore dei tuoi pensieri», Edoardo interrompe il silenzio rilasciando una piccola risata che mi fa sorridere. Mi giro verso il suo viso, non prima però di avergli schioccato un bacio all'altezza del cuore, che fa aprire un sorriso ancora più ampio sulle sue belle labbra rosse.
«Buongiorno», mi dice non appena i nostri occhi si incrociano e io gli sorrido incrociando le mani sul suo petto appoggiandoci poi sopra il mento e guardandolo. La luce che filtra dalla finestra illumina i suoi occhi verdi rendendoli quasi del colore della giada e non posso che pensare a quanto siano belli, a quanto abbiano una sfumatura che non credo di aver mai visto.
«A cosa stai pensando?», mi chiede iniziando ad accarezzare distrattamente i miei capelli sciolti sulla mia schiena e io socchiudo gli occhi al suo tocco godendomi la sensazione di calma che questo gesto mi ha sempre trasmesso.
«A tutto e niente, in realtà», confesso sorridendogli e lui corruga la fronte trattenendo un sorriso, cercando di capire la piega dei miei pensieri e io mi pinzo il labbro inferiore tra i denti trattenendo una ristata di fronte alla sua espressione buffa.
«Ridi per caso di me?», si finge offeso e alza un sopracciglio interrogativo.
«Mai», dico non credendo nemmeno per un secondo alla mia affermazione.
«Hai appena firmato la tua condanna», mi minaccia prima di afferrarmi per i fianchi, appoggiarmi sul materasso e ingabbiarmi sotto di sé. Inizia poi a farmi il solletico infilando le mani al di sotto della mia maglietta, alzandola fino sotto al seno e io non posso che iniziare a dimenarmi dal momento che ho sempre patito tantissimo il solletico, alla pancia in particolare.
Gli occhi di Edoardo sono luminosi e un sorriso è ben presente sulle sue labbra mentre le sue dita continuano a muoversi frenetiche sulla mia pancia, «Ti arrendi?».
«Sì, ti prego», dico senza fiato ridendo però di gusto e lui alza le mani lasciandomi finalmente respiro, ma io sfrutto la situazione a mio vantaggio cercando di capovolgere le posizioni e, inaspettatamente, ci riesco salendo a cavalcioni su di lui.
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Incipit
RomanceAmava le storie di carta, quelle in cui inevitabilmente c'era il lieto fine. Ne era sopraffatta. Vi si immergeva vivendo la vita di mille personaggi, non avendo mai il coraggio di vivere la propria, troppo spaventata dal finale incerto. Era convita...