Capitolo 22

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Lasciai fabio li, lo odiavo.
Sapevo che mi avrebbe fatto litigare con Mattia una volta qua in New Jersey.
Cercai mattia per tutto l'istituto, volevo parlargli, dovevo spiegargli che ero con lui solo perché mi era stato imposto.
Dopo 10 minuti mi avviai sugli spalti del campo da calcio ormai arresa, non l'avevo trovato da nessuna parte.
Da lontano finalmente lo vidi, era seduto che fumava, gli andai in contro e mi sedetti vicino a lui.
Non se ne andò, rimase lì con lo sguardo perso nel vuoto senza dire nulla.
"Ero con lui solo perché sono la sua tutor", dissi mettendo fine al silenzio
"Non mi interessa", rispose freddo senza guardarmi
"Mattia non fare come ieri sera, non tenerti tutto dentro perché non vuoi farti vedere debole, sai che starai ancora peggio", dissi speranzosa che disse qualcosa
"Oh okay allora, sono geloso da morire perché ho paura di perderti, ho paura che lui possa non so farti un lavaggio del cervello e convincerti a tornare con lui", rispose sbottando buttando fuori tutto
"Non sarà così, io amo te", dissi mettendogli una mano sulla spalla.
Lui si girò verso di me, mi guardò negli occhi e subito dopo disse
"Tu sei la cosa più bella che mi sia capitata", successivamente si catapultò sulla mia labbra baciandomi con passione.
Ricambiai il bacio che finì troppo presto, si staccò da me gentilmente
"Ora cosa facciamo con lui?", chiese
"Non lo so, si è iscritto qua a scuola, è fuori di testa", risposi
"Dobbiamo farlo andare via!", disse mattia con tono arrabbiato
"Hai ragione, ma come facciamo?", chiesi
"Dobbiamo fargli capire che qua non deve stare", rispose ridacchiando
"Che hai in mente?", chiesi con tono curioso
"Dobbiamo fare finta di aver litigato, non dobbiamo parlarci, dobbiamo dargli la speranza che tu e lui possiate tornare assieme, quando poi lui ne sarà convinto e li che agiremo", disse fiero del suo piano.
Non ero molto convinta, non perché non fosse un buon piano, ma perché avrei avuto paura della reazione di fabio una volta scoperto la presa in giro.
"Non va bene?", mattia mi svegliò dai miei pensieri.
Presi coraggio e acconsentì al piano, se questo significava rispedirlo in Italia avrei rischiato.
"Perfetto amore, fidati di me lo faremo pentire di essere venuto qua a romperti", disse per poi baciarmi.
Ci salutammo dopo aver accordato alcune cose sul piano.
Sarebbe iniziato subito, perciò andai da fabio che era ancora seduto con il vassoio davanti.
"Eccoti, hai dovuto calmare il poppante?", mi disse ridacchiando mentre ero ancora in piedi.
Feci un sorriso falso e mi sedetti vicino a lui.
"Sai abbiamo litigato e gli ho detto che non doveva trattarti così", dissi cercando di essere il più convincente possibile.
"Davvero?", rispose lui con stupore
"Si davvero, non doveva trattarti così", risposi sforzando un sorriso
"Ora comincio a riconoscerti piccola" rispose.
Anche mattia mi chiamava così, ma non mi faceva lo stesso effetto, questa volta invece delle farfalle nello stomaco mi era venuta la nausea.
"Ti va di fare qualcosa stasera?", mi chiese avvicinandosi pericolosamente a me.
Mattia ci scrutava da dietro un'albero, mi veniva da ridere perché sembrava un'agente del fbi.
"Si.. perché no", risposi
Mi venne un fulmine di genio e mi ricordai che avevo accordato con Mattia di andare in posti dove lui avrebbe potuto tenerci sott'occhio e intervenire in caso di emergenza.
"Andiamo al mc!", proposi sperando dicesse di sì
"Tutto per farti felice", rispose per poi darmi un bacio sulla guancia.
Rabbrividì, non sentivo le sue labbra da un po' sul mio corpo e non mi mancavano per niente.

Anche se ero la sua tutor avevamo classi diverse, perciò ci separammo per il restante pomeriggio a scuola.
Durante la lezione informai mattia che saremmo andati al McDonald, lui mi rispose che sarebbe andato con i ragazzi e che mi avrebbe tenuta sott'occhio.
Non doveva essere facile per lui, vedere la propria ragazza con un'altro, anche se lo faceva per noi due, gliene ero profondamente grata.
Le lezioni finirono, uscii da scuola e andai verso la macchina, scrissi un messaggio a fabio per sapere l'ora per stasera e partii per andare a casa.

Arrivai a casa e nel frattempo fabio mi aveva già risposto.

Ero molto agitata, avevo paura di ciò che potesse farmi, con lui era tutto un casino

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Ero molto agitata, avevo paura di ciò che potesse farmi, con lui era tutto un casino.
La nostra relazione era così tossica, mi faceva sentire uno schifo ogni volta che litigavamo, se uscivo con le amiche mi faceva sentire in colpa come se avessi ammazzato qualcuno.
Cercai di calmarmi e feci un bagno caldo, nel frattempo scrissi a Mattia che saremmo andati al McDonald alle 19:30, lui mi rispose dicendomi che andava bene e che aveva parlato con i ragazzi e che erano d'accordo per il piano.
Mi sentivo già più tranquilla, mattia mi faceva questo effetto, e mi mancava molto.
Uscì dalla vasca e iniziai a prepararmi asciugando è piastrando i capelli.
Non avevo voglia di vestirmi bene, non per fabio, ma dovetti perché sennò avrebbe potuto insospettirsi.
Perciò misi un vestitino nero.

Ci abbinai le vans old school e una collanina in argento

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Ci abbinai le vans old school e una collanina in argento.
Misi un po' di profumo ed ero pronta.
Non avevo ancora ben capito dove stesse alloggiando esattamente fabio, glielo avrei chiesto una volta incontrati.
Suonò il campanello, presi la borsa di fretta, scesi aprii la porta ed era arrivato.
Andammo al McDonald con la mia macchina e una volta arrivati entrammo.
Appena entrati cercai mattia e gli altri con lo sguardo, erano collocati in un tavolo abbastanza appartato da non farsi notare.
Andammo a prendere l'ordinazione, sentivo lo sguardo di Mattia bruciarmi addosso, quanto avrei voluto essere lì con lui invece che con fabio.
Preso il cibo andammo a sederci e durante la cena cercai di instaurare una conversazione.
"Allora, dove stai adesso che sei qua?"
"Ho preso una casa in affitto in fondo al tuo quartiere", rispose addentando il panino.
È proprio da pazzi furiosi, pensai.
"Potresti venirmi a trovare qualche volta", disse con un tono che conoscevo benissimo, era il suo modo di farmi capire che sarebbe successo qualcosa di più.
"Si perché no", risposi evitando il contatto visivo per non far notare il mio evidente fastidio nei suoi confronti.
"Quel mattia non ti merita", disse facendomi l'occhiolino.
"È pesante, ho bisogno di un'uomo vero", risposi velocemente mentendo
"Che poppante ci segue anche qua, pensava che non l'avessi visto", disse scuotendo la testa verso il tavolo dei ragazzi
"Brutta l'invidia", urlò successivamente.
Sperai che mattia contenesse la rabbia per non mandare all'aria tutto, e lo fece grazie a Dio.
Sorseggiavo la mia coca cola mentre fabio mi parlava di cose di cui non mi interessava minimamente, mi mancava stare con mattia, essere nello stesso posto ma non potersi ne abbracciare ne baciare mi faceva stare malissimo.
"C'è qualcosa che non va?", chiese fabio notando il mio silenzio durante la sua conversazione
"No sono solo un po' stanca", mentì spudoratamente sperando di non aver mandato all'aria tutto.
"Va bene", rispose.
Sembrava averci creduto e ne ero contenta.
Mentre uscivamo dal McDonald tirai un'occhiata a Mattia, ci mancavamo a vicenda e a me faceva stare male stare con fabio invece che con lui anche se era per finta.
Mentre guidavo chiesi a fabio se gli dispiaceva che andassi a casa a riposarmi lui acconsentì senza troppi problemi.
Ci fermammo davanti a casa mia, lui sarebbe andato a piedi visto che era vicino, mi accompagnò alla porta e senza dire nulla mi diede un bacio sulle labbra.
Cercai di non far capire il mio ribrezzo sforzando un sorriso.
Entrai in casa e tutta la tensione e il nervosismo si sfogarono dando via a un pianto isterico.
Non ne potevo più, era troppo difficile fingere, io volevo stare con mattia.
Andai in camera ancora con le lacrime che scendevano sul mio viso.
Sentii bussare alla porta appena varcai la soglia della mia camera, scesi velocemente per vedere chi era ed era Mattia.
Appena mi vide piangere entrò chiudendo la porta alle sue spalle, mi prese il viso e mi baciò con passione, le lacrime avevano smesso di scendere, lui aveva questo potere su di me.
"È tutto okay", disse staccandosi dalle mie labbra per poi abbracciarmi
"Non c'è la faccio più, ho bisogno di stare con te", dissi ricominciando a piangere sul suo petto
"Piccola resisti, finirà tutto promesso", rispose accarezzandomi la testa.
Feci cenno di sì con la testa e lo strinsi ancora più forte a me.
Mattia era passato per sapere come stavo, sapeva che sarebbe stato difficile per me fingere di provare interesse per fabio.
Restammo abbracciati ancora qualche minuto ma doveva andare via, non poteva fermarsi a dormire, fabio avrebbe potuto sospettare qualcosa domani mattina vedendolo uscire da casa mia, perciò mi salutò e prima di varcare la soglia della porta mi baciò e mi disse
"Insieme"
"Insieme" risposi chiudendo la porta.

Spazio autrice
Ciao ragazzi come state?, io tutto bene a parte la quarantena, non vedo l'ora che passi tutto.
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento.
Un bacio💜

M.M mattia polibio💜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora