"Cazzo si", rispose la mia amica più felice che mai, mi aveva detto più volte di spaccarci assieme, ma avevo sempre inventato scuse per non esagerare.
"Dove vuoi andare?", chiesi dopo aver buttato fuori il fumo dell'ultimo tiro che mi era rimasto della mia sigaretta.
"Deciderò io, ma sarà una sorpresa", rispose ridacchiando, amavo la sua pazzia
"Va bene, mi raccomando però, portami in un posto lontano da tutto sto schifo", conclusi dopo aver sentito la campanella suonare buttando velocemente il mozzicone per terra, era iniziato l'intervallo e gli studenti stavano iniziando a uscire.
"Promesso", rispose lei, capendo a cosa mi riferivo, dovevo stare lontana da mattia, così da non farmi più trascinare nella sua merda.
"Ora vado, ci sentiamo stasera, ti passo a prendere alle 22:00, sii puntale", aggiunse per poi chiudere la chiamata, dopo aver sentito il mio "si".
Rimasi ancora un po' sotto il porticato, che ormai si stava riempiendo di studenti, che avevano intenzione di ripararsi dalla fitta pioggia che ormai cadeva da ore.
Pensai immediatamente a cosa indossare la stessa sera, la sera che doveva constatare il mio essere andata avanti, anche se ero qualche passo indietro, non potevo scordare quel ragazzo dall'oggi al domani, ma uscire senza vederlo, era già un piccolo primo passo.
Che sarebbero diventati due, poi tre, ma dovevo e volevo mettere insieme i pezzi del mio cuore piano piano, senza rischiare di romperlo di nuovo.
O meglio, di non permettere a mattia di romperlo di nuovo.
Sentivo i brividi del freddo attraversami tutto il corpo, così decisi di entrare e di andare in classe, così da assicurarmi un po' di calore.
Dopo aver varcato la soglia dell'entrata della scuola, mi imbattei in sguardi imbarazzati e confusi, e ahimè questo era il prezzo da pagare nell'avere un ex fidanzato famoso.
Tutti a quanto pare avevano visto le sue storie, e in particolare una di esse.
Ma per quanto mi facesse piacere che qualcuno di loro fosse realmente dispiaciuto per me, non mi piaceva fare e sembrare una vittima, anche se lo ero.
Perciò ignorai gli sguardi e abbassai la testa, entrando finalmente nella mia classe, dove si sarebbe tenuta dopo la fine dell'intervallo la lezione di storia.
Tenendo ancora la testa bassa mi sedetti sulla sedia dietro al mio banco, poggiandoci il telefono che era pieno di notifiche, la "rottura" con mattia aveva fatto scalpore, e le fan più scatenate volevano tutti i dettagli.
Convinta di essere sola imprecai a bassa voce, dopo aver preso il telefono che si era impallato, per i troppi messaggi e dm.
"Questo è il prezzo da pagare quando decidi di bloccarmi", la sua voce, la sua fottuta voce questa volta non era nel mio cervello.
Mattia era qua, e io non mi ero accorta di lui, come se una parte del mio cervello volesse dimenticarlo al più presto.
"Non parli?, hai deciso di bloccarmi anche nella vita reale?", insistette, sempre con quel tono seccente, che mi dette fastidio, come ogni volta.
Ormai mattia era abituato a parlare con me in italiano, la maggior parte del tempo che passavamo assieme.
Perciò dopo qualche sua imprecazione in italiano, per il mio continuo ignorarlo mentre tenevo lo sguardo sul telefono, decisi di approcciarmi in modo diverso.
"Shut the f4Ck up", dissi, finalmente staccando gli occhi dal mio iPhone, guardandolo dritto nei suoi occhi marroni
"Perché mi hai bloccato?", ignorò il mio commento in inglese, iniziando una conversazione che non avevo voglia di fare.
"Per caso il tuo inglese è arrugginito?", replicai ammonendolo, ero esausta del suo comportamento.
"È infantile", rispose lui incrociando le braccia dopo essersi messo davanti al mio banco, costringendomi ad alzare la testa verso la sua figura alta davanti a me.
"È infantile arrabbiarsi per queste cose", risposi, tenendo saldi i nervi e a bada le emozioni, che continuavano a mescolarsi.
"Dimmi il perché, è per la storia vero?", tentò nuovamente, ma non avrei ceduto dallo sputargli in faccia
"Quale storia?", chiesi fingendomi tonta, anche se non era esattamente così
"Oh, ehm mi sono sbagliato", rispose lui grattandosi la nuca nervosamente, evidentemente non aveva visto il mio nome nelle sue visualizzazioni, che sporco bugiardo.
Tentai di fargli capire con uno sguardo che era ora di mettere fine a quella stupida conversazione, cercando di allontanarlo, ma lui non si mosse di un centimetro.
Mi arresi dopo qualche secondo, sputando fuori il vero motivo del mio gesto.
"Ti ho bloccato perché non ti deve interessare ciò che faccio", dissi dopo averlo guardato ancora con disappunto.
"E perché non dovreb-", cercò di domandarmi, porgendomi su in piatto d'argento la mia prossima risposta velenosa, ma venne interrotto dalla campanella che indicò la fine dell'intervallo.
"Non finisce qui", sussurrò mentre gli studenti entravano lentamente nella classe
"Se parli della nostra relazione, è già finita da un po'", sputai più velenosa che mai, ormai l'unico sentimento che riuscivo a provare in quel momento era puro e semplice odio.
Mattia imprecò sotto voce, così da non farsi sentire mentre si allontanava sempre di più dal mio banco, andando a sedersi quattro banchi più avanti.
Avevo tirato fuori coraggio, ero stufa di stare ai suoi giochetti, e poi come aveva fatto a scoprire che l'avevo bloccato in così poco tempo?, solo chi controlla sempre il profilo dell'altra persona può accorgersene.
Smisi di pensare quando la professoressa precedentemente entrata iniziò a spiegare.
—
L'ora di pranzo era arrivata, e come al solito mi ritrovai al tavolo con kairi, Alvaro, roshaun e sorprendentemente anche mattia.
Dall'inizio del pranzo ne io ne il ragazzo avevamo proferito parola, e si percepiva tensione.
I ragazzi invece avevano continuato a parlare di una festa di un certo josh richards, che a quanto pare doveva essere molto importante per loro.
Ma non mi importava più di tanto, non sapevo nemmeno chi fosse quel josh che tutti a quanto pare adoravano e volevano come amico.
Ascoltavo sporadicamente ciò che i ragazzi dicevano, ma avevo potuto constatare che era la solita festa americana organizzata dal più popolare, solito cliché e solita merda, in cui non mi sarei buttata.
E quello che più temevo arrivò, mentre ormai avevo finito il mio pasto.
"Stasera c'è la festa di josh, ti va di venire?", mi chiese kairi, sperando in una risposta positiva, che non avrei dato.
"No, stasera ho da fare", mi limitai a rifiutare gentilmente, cosa che mi ero imposta.
"Che hai di meglio da fare, dai la festa sarà epica", intervenne Alvaro in soccorso a kairi, sperando di potermi convincere.
Decisi di non rispondere, non volevo dire che stavo per spaccarmi, e cercare di godermi la mia vita da single non voluta.
"Già, che hai di meglio da fare?", chiese mattia, mentre fumava la sua forse terza sigaretta, non avendo toccato nulla di quello che c'era nel suo vassoio.
Ignorai il fatto che nel suo tono c'era un pizzico di gelosia, perché lui mi aveva lasciata andare, e fare il geloso non lo rendeva buono ai miei occhi.
"E a te che ti frega?", lo stuzzicò roshaun, anche lui scioccato e confuso dalla sua reazione, a quanto pare aveva visto mattia darsi da fare con altre ragazze, e la sua gelosia inutile non era ben accetta da nessuno.
"Difatti non me ne frega un emerito cazzo", rispose alzando leggermente la voce, buttando la sigaretta per terra e calpestandola con violenza.
"Divertitevi stasera", parlai dopo qualche minuto di silenzio imbarazzante.
"Anche tu", rispose kairi facendomi l'occhiolino, guadagnandosi così un'occhiata minatoria da mattia.
Sorrisi al ragazzo e mi alzai dal tavolo, per affrontare le lezioni pomeridiane.
Mentre mi allontanavo lentamente dal mio tavolo, sentii mattia parlare sottovoce con kairi, esternandogli la sua rabbia.
"Ma da che parte stai?", riuscì a sentire, così rallentai ulteriormente, cercando di non farmi notare dai ragazzi
"Sto dalla parte di chi ha sofferto davvero per la vostra rottura, tu non hai fatto altro che buttarti nelle braccia di altre", replicò kairi prendendo le mie difese.
Decisi di allontanarmi per non farmi beccare, ma mentre pensavo a ciò che aveva appena detto il ragazzo, mi spuntò un sorriso.
Sapere che i ragazzi erano dalla mia parte mi aiutava a capire che non io non avevo sbagliato niente, avevo amato mattia e avevo sofferto, ma non me ne pentivo, perché l'avevo amato davvero ed era una cosa bellissima.
Ma dovevo andare avanti, dovevo smettere di pensare sempre a lui, dovevo e per certi sensi volevo, mi aveva spezzato il cuore più volte ed ero stufa di leccarmi le ferite ogni volta.
Dovevo iniziare da me.Spazio autrice
Ciao ragazzi, come state?
Non odiatemi per questo capitolo, verrete ripagate, anche perché è tutto ben studiato e collegato.
La vostra pazienza sarà valsa a qualcosa, ve lo assicuro❤️
Grazie grazie e grazie per le 85000 letture, ci avviciniamo sempre di più alle 10000, sono super felice🥰
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento.
Un bacio💜
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M.M mattia polibio💜
FanfictionForse il destino, o pura coincidenza.💜 La prima parte della storia è completa, la storia è munita di un sequel all'interno che per motivi già specificati non è stato continuato. Buona lettura a tutti💜 Storia iniziata il 13/02/2020💜