Scoprire che cosa si erano detti di tanto sconvolgente mattia e suo padre, questo frullava nella mia mente mentre ero ancora stravaccata sul letto.
Mattia era un fottuto bipolare, di questo ne ero certa, ma stavolta a fargli cambiare l'umore era stata quella strana telefonata, e non credevo minimamente alla scusa della sigaretta elettronica, era qualcosa di più grave.
Purtroppo, a causa di quella maledetta telefonata io e mattia sprecammo l'opportunità di passare un'intero pomeriggio assieme senza i nostri compagni, lui si era innervosito per la mia troppa curiosità e io mi ero innervosita per il suo atteggiamento.
E infatti eccomi qui, stravaccata sul mio letto d'hotel a far lavorare la mia mente più che mai.
Dopo aver passato qualche ora a spremere le meningi, decisi di fare una pausa e di prendere il mio telefono dal comodino.
Sperai di trovare un messaggio da mattia, ma purtroppo la mia casella messaggi era vuota.
Dopodiché guardai l'ora, il mio telefono segnava le 17:30, e mi ricordai che fra mezz'ora sarebbero arrivati tutti, compreso Tony.
Mi alzai di scatto e aprii le finestre per fare uscire l'odore di chiuso che si era formato, di certo non avevo voglia di intossicare il mio compagno di stanza.
Dopodiché diedi una veloce riordinata, e misi fuori dalla porta il carrello del servizio in camera, così da ridarlo indietro al personale dell'hotel.
Per ultima cosa rifeci il letto, cambiando le lenzuola che avevo trovato nella parte bassa dell'armadio, mi sembrava più che doveroso farlo, infondo non volevo fare dormire Tony nelle lenzuola dove avevamo "peccato" tutta la notte io e mattia.
Dopo aver fatto il letto, presi l'intimo, l'accappatoio, un jeans e una felpa dall'armadio, e dopodiché andai in bagno per farmi una doccia, ne avevo davvero bisogno, anche se amavo avere l'odore di mattia addosso.
Sotto la doccia cercai di non pensare per un momento alla discussione avuta con mattia, ma ovviamente con scarsi risultati, litigavamo spesso e questo mi faceva stare male, ma nonostante gli screzi tornavamo l'uno dall'altro, perché diciamocelo, non riuscivamo a stare lontani.
Ero sicura che tutto ciò si sarebbe risolto, avevo solo bisogno che lui parlasse invece di tenersi tutto dentro.
Dopo essermi lavata uscii dalla doccia, asciugandomi successivamente.
Iniziai ad asciugare i capelli, dopodiché li piastrai, e subito dopo misi l'intimo, la felpa e i jeans.
Avevo scelto un'outfit comodo, tanto l'unica attività che avremmo fatto stasera era andare a cena nel grande salone dell'hotel.
Non era esattamente necessario, ma decisi di truccarmi leggermente, per coprire le occhiaie dovute alla nottata.
Optai per correttore, cipria, blush e due passate di mascara.
Mentre applicavo l'ultima passata, sentii la porta della stanza aprirsi e poi chiudersi successivamente.
"Ciao", la voce di Tony arrivò alle mie orecchie attraverso la porta del bagno
"Ciao Tony", risposi uscendo sempre dal bagno
"Come sta la mia coniglietta?", chiese con un sorriso enorme
"Bene grazie, perché questo soprannome ridicolo?", chiesi facendomi scappare una piccola risata
"Per quello che hai fatto stanotte", rispose ridacchiando
"Tony!!", lo sgridai imbarazzata mentre mi sedevo sul letto
"Dov'è il tuo stallone?", chiese gentilmente guardandosi attorno
"In camera sua", risposi fredda, guardando in basso
"È tutto ok?", chiese, evidentemente si era accorto del mio cambio d'umore improvviso
"Abbiamo litigato", risposi semplicemente
"Perché?", chiese curioso
"Andava tutto bene, poi all'improvviso gli è arrivata una telefonata da suo papà, è da lì ha cambiato completamente umore", risposi seccata ripensando a quel momento
"Oh, e hai provato a chiedergli cosa c'era che non andasse?", chiese gentilmente
"Ci ho provato Tony, ma si è arrabbiato ancora di più", risposi con tono di sconforto
"Evidentemente era una cosa privata", rispose semplicemente
"Non lo so, ma sembrava una cosa grave, e vorrei che lui me ne parlasse", risposi passandomi una mano tra i capelli che profumavano di argan
"Prova a lasciargli spazio, quando si sentirà pronto te ne parlerà, adesso vieni qui", disse per poi aprire le sue braccia, facendomi cenno con la testa di avvicinarmi.
"Forse hai ragione, grazie Tony", risposi e successivamente mi recai nelle sue braccia, dando via ad un'abbraccio.
Tony era davvero un buon amico, gli volevo bene e le sue braccia mi confortarono moltissimo.
"Adesso vado a farmi una doccia, la parlantina del professore mi ha fatto sudare", disse, e dopodiché sciolse il nostro abbraccio.
"Okay", risposi, mentre lui si avviava verso il bagno, chiudendocisi successivamente, dopo essersi alzato dal letto.
Io rimasi seduta sul letto, e per ingannare l'attesa guardai un po' Instagram.
—
"Eccomi", disse Tony dopo essere uscito dal bagno.
Indossava anche lui una felpa della Nike e un jeans.
"C'è ne hai messo di tempo", risposi guardando l'ora sul mio iPhone, che segnava le 19:00.
"Per essere belli come me, ci va tempo", rispose vantandosi, provocando una piccola risatina da parte mia.
"Dai andiamo giù, è ora di cena", risposi dopo essermi infilata le mie Nike air force 1 bianche.
Tony fece un lieve cenno con la testa, e dopo essersi messo anche lui le scarpe uscimmo dalla camera.
Entrammo nel grande salone dopo aver sceso le scale e successivamente ci mettemmo a sedere, mi guardai attorno, e non c'era traccia di mattia da nessuna parte.
"Lasciagli spazio", mi ricordò Tony, dopo aver notato che i miei occhi continuavano a guardarsi attorno.
"Sono solo preoccupata, di solito mangia con un bue, mi fa strano che lui salti la cena", risposi gentilmente senza agitarmi
"Può capitare che non si abbia fame qualche volta", rispose cercando di tranquillizzarmi.
Lo assecondai e iniziai a mangiare la pasta al sugo che mi aveva lasciato un cameriere qualche minuto prima, avevamo un menù fisso per pranzo e cena, così da non confondere i camerieri con i troppi ordini diversi tra loro.
Durante la cena Tony mi raccontò della sua giornata molto interessante, che comprendeva il sentir parlare il professore per ore senza fermarsi un'attimo.
Mi ringraziai mentalmente per essere rimasta addormentata, non avrei retto il professore tutta la giornata.
Ogni tanto mentre Tony mi parlava, mi guardavo attorno alzando leggermente la testa, senza farmi notare da lui ovviamente.
Dopo un po' notai anche l'assenza di lena durante l'ora di cena, ma non ci feci molto caso, era solo una stupida coincidenza che però mi faceva impazzire sotto sotto.
Anche se lei si era scusata non mi fidavo completamente di quella ragazza.
Per quanto non volessi mi vagavano in mente tanti scenari, che mi facevano ammattire sempre di più, Tony ovviamente notò il mio comportamento e mi chiese spiegazioni.
"Tutto bene", risposi velocemente, non avevo voglia di esprimere a voce i miei pensieri, avevo paura che facendolo, loro diventassero reali così da ferirmi.
Ma io mi fidavo di mattia, non avrebbe fatto nulla con lena, ne ero sicura.
E se lui fosse stato al mio posto?, se io fossi in camera con Tony da sola mentre lui è qui a mangiare con lena, come si sentirebbe?, come mi sento io?.
Combattevo con la mia mente per scacciare tutti i fottuti pensieri schifosi che entravano uno dopo l'altro.
"Stai tremando, che succede piccola?", mi chiese Tony dopo aver posato la sua mano sulla mia spalla stringendola lievemente.
Forse il pensiero di mattia che mi tradiva mi faceva più male di quanto pensassi.
"Ho bisogno di stendermi", dissi alzandomi, uscendo dalla sala e andando verso la mia camera.
Dopo essere entrata mi stesi sul letto, con le scarpe ancora indosso, fissai il soffitto mentre alcune lacrime uscivano dalla parte esteriore dell'occhio, bagnando così il cuscino.
Ero talmente immersa nei miei stupidi pensieri che non mi accorsi della presenza di Tony, che evidentemente mi aveva seguita in camera per sapere come stessi.
"Che succede?", mi chiese dopo essersi sdraiato accanto a me
"Ho paura che mattia mi stia tradendo con lena, era così arrabbiato oggi e lui non ragiona quando è furioso", ammisi ciò che mi vagava in testa, anche se avevo paura che diventasse reale.
"Ma no, perché lo pensi?", chiese con tono dolce Tony
"Non trarre conclusioni affrettate", aggiunse subito dopo
"Lei non c'era a tavola, e neanche lui", dissi continuando a piangere
"Non vuol dire niente, ora calmati", rispose avvicinandosi a me
"Perché lo fai?", chiesi senza guardarlo
"Perché ti prendi cura di me, non ci conosciamo così bene, non sei obbligato a farlo", aggiunsi passandomi il dorso della mano sul viso per togliere tutte le stupide lacrime.
"Perché siamo amici, e gli amici si aiutano a vicenda", rispose anche lui guardando il soffitto
"Non so come ringraziarti", dissi alzandomi leggermente e mettendomi seduta
"Non devi ringraziarmi, ora dimmi, c'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio?", chiese dopo essersi alzato anche lui
"Andresti sotto a prendermi una bottiglietta d'acqua?, qua non c'è ne sono più", risposi sorridendo debolmente
"Certamente", rispose, e dopodiché il ragazzo sparì dalla mia vista.
Tony pov
Mi faceva male vedere martina così, mattia inconsciamente la stava facendo soffrire molto, e lei non lo meritava.
Assecondai la sua richiesta e scesi al piano di sotto, dirigendomi alla reception per prenderle l'acqua.
"Scusi so che il bar è chiuso adesso, ma potrebbe darmi una bottiglietta d'acqua per favore?", chiesi alla receptionist bionda che avevo davanti
"Certamente, aspetti un minuto", rispose la ragazza per poi sparire dietro ad una porta scorrevole
"Mattia sei così divertente", sentii una voce femminile molto familiare, mentre aspettavo appoggiato sul piccolo bancone della reception.
Girai la testa e vidi ciò che martina temeva di più, ovvero lena e mattia, che facevano il loro ingresso nell'hotel palesemente brilli.
Non ci potevo credere, forse martina aveva ragione a non fidarsi del suo amato polibio.
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene, mentre andavo verso di loro per chiedere una fottuta spiegazione.
"E questo che significa", urlai infuriato ai due ragazzi che, tenevano saldo il loro sorriso ebete e confuso
"Che vuoi?", mi chiese mattia, che da come biascicava sembrava aver alzato decisamente il gomito.
"La tua ragazza è di sopra nella sua stanza a piangere perché non sa ne dove sei e ne con chi sei, e tu l'unica cosa che mi chiedi è che cosa voglio?!", risposi infuriato con il ragazzo di fronte a me
"Sta calmo, ci stavamo solo divertendo", rispose ridacchiando
"Non fa ridere polibio", sputai acido
"Oh, il piccolo barboncino Lopez si sta arrabbiando, occhio che ti si gonfia il pelo", rispose cercando di rimanere in piedi mentre rideva.
"Sai, sei proprio una persona di merda", risposi con tono di sfida
"Almeno io non ci provo con le ragazze altrui, mentre sono nel loro momento di debolezza", disse e dopodiché si avvicinò a me, facendomi purtroppo sentire il suo alito che puzzava d'alcol.
"La sto solo aiutando, visto che tu la stai facendo soffrire", risposi stringendo i pugni.
Prima che il ragazzo di fronte a me potesse ribattere la voce di martina si fece viva dietro di noi.
"Che sta succedendo?", chiese e tutti ci girammo verso di lei, guardandola, senza proferire una parola..Spazio autrice
Ciao ragazzi, come state?
Vi lascio con un po' di suspence, e vi ringrazio infinitamente per le 56000 letture, vi amo❤️
Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina e un commento.
Un bacio💜
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M.M mattia polibio💜
FanfictionForse il destino, o pura coincidenza.💜 La prima parte della storia è completa, la storia è munita di un sequel all'interno che per motivi già specificati non è stato continuato. Buona lettura a tutti💜 Storia iniziata il 13/02/2020💜