Capitolo 34

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Finalmente dopo ore e ore di viaggio, eravamo giunti in Italia.
Mi affrettai a scendere da quell'aereo che mi aveva ospitata per così tanto tempo.
Una volta presa la valigia dal rullo che le distribuiva, uscimmo tutti dall'aeroporto per aspettare il pullman che ci avrebbe portato in hotel.
Oh l'aria dell'Italia quanto mi mancava, tirai un sospiro profondo mentre il vento caldo della primavera faceva ondeggiare i miei capelli.
Per quanto fosse bello il New Jersey la patria era la patria, non si poteva obbiettare.
Dopo qualche minuto d'attesa il pullman arrivò, e dopo aver posato la valigia nel suo spazio apposito salii prendendo posto, ovviamente vicino al finestrino.
Vicino a me si sedette kairi, io e mattia dovevamo stare lontani, e questo viaggio mi avrebbe aiutato a schiarirmi le idee.
Durante il viaggio verso l'hotel ammirai la bellezza dell'Italia, le strade, i suoi bellissimi colori e pensai che mi era mancata tantissimo anche se non ero mai stata a Roma.
Tante persone mi avevano detto che Roma era spettacolare, avevano ragione.
Dopo venti minuti il pullman si fermò davanti ad un grosso hotel, che era veramente lussuoso a vederlo da fuori, la gita l'avevamo pagata davvero un sacco di soldi e questo era il risultato.
L'hotel si chiamava "hotel de Russie".
Dopo essere scesi dal pullman, prendemmo le nostre valigie e entrammo.
"Wow", era l'unica che ero riuscita a dire trovandomi davanti un enorme atrio super lussuoso.
Ringraziai mentalmente chi aveva scelto questo hotel, era magnifico e non ero abituata a tutto quel lusso.
Vidi un'altro gruppo di ragazzi entrare nel nostro stesso hotel, scendendo da un'altro pullman, il viaggio in Italia non era solo per la nostra scuola.
La mia attenzione verso loro venne interrotta dal professore, che con la sua voce pesante chiamò tutto il nostro gruppo verso di lui.
"Bene ragazzi, eccoci finalmente in Italia", disse entusiasta
"Mi raccomando questo hotel è molto prestigioso, siate civili", aggiunse con tono sicuro
"Non lo raderemo al suolo, non si preoccupi", intervenne roshaun facendo ridere tutti quanti
"Diah per favore fa silenzio, devo assegnare le camere", lo sgridò ironicamente il professore mentre tirava fuori un barattolo dal suo zainetto.
"Bene ragazzi, qui dentro ci sono i vostri cognomi scritti su un bigliettino, ognuno di voi deve pescarne uno, e il cognome che gli uscirà sarà il suo compagno di stanza", aggiunse porgendo il barattolo al compagno vicino a me.
Dopo vari cognomi arrivò il turno di mattia, che con sicurezza pescò con la mano il foglietto, lo aprii e notai il suo sguardo confuso.
"Allison", disse
"Uh, sono io", rispose una ragazza che non so come era finita nel nostro cerchio
"Mi scusi, ma non è possibile", disse il professore con un foglio in mano leggendolo velocemente
"Tu sei di un'altra scuola, non dovresti fare l'estrazione nel tuo gruppo?", chiese il professore riferendosi alla ragazza con i capelli castani
"Mi hanno detto che l'estrazione per le camere prevedeva tutte le scuole assieme", rispose sicura lei
"Bene allora, allison e polibio nella stessa stanza", rispose il professore facendo spallucce
"Comunque io mi chiamo lena", disse la ragazza riferendosi a mattia porgendogli la mano.
"Piacere mattia", rispose il moro sorridendole.
Ridacchiai nervosamente, volevo stare lontano da mattia ma la mia gelosia non era così lontana da lui.
La ragazza sembrava molto contenta del suo nuovo compagno di stanza, come biasimarla.
Venni distratta dai miei pensieri omicidi dal mio compagno che mi passò quella maledetta scatolina contenente i cognomi.
Pescai il foglietto e lessi un cognome che non conoscevo per nulla.
"Lopez?", chiesi confusa guardandomi attorno
"Sono io", urlò un ragazzo con i capelli molto ricci correndo verso il nostro gruppo.
"Ciao mi chiamo tony", disse dopo avermi raggiunta
"Piacere martina", risposi abbozzando un sorriso
"Voi due eravate gli ultimi, l'estrazione è terminata, andate a prendere le chiavi delle vostre camere e stasera avete la serata libera", concluse il professore.
Io e il mio nuovo compagno di stanza andammo alla reception per prendere le chiavi, subito dopo lo fecero anche mattia e lena che avevano già preso confidenza a differenza mia e di tony.
Lanciai un'occhiata minatoria a mattia e lui rispose mimando con le labbra un "non essere gelosa", io in risposta gli mimai un "ti tengo d'occhio".
Lui ridacchiò sotto i baffi e seguì la sua compagna per le scale dell'hotel.
Dopo poco salimmo le scale anche io e tony, e dopo aver percorso il lungo corridoio illuminato entrammo nella nostra stanza che aveva come numero 660.
Una volta entrata rimasi sbalordita, la stanza aveva dei tocchi verdi ed era davvero molto grande e lussuosa.
Rimasi un po' contrariata dal fatto che non c'erano i letti separati ma bensì un letto matrimoniale.

M.M mattia polibio💜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora