Mi svegliai con l'odore di mattia sulla pelle, come se essa si fosse sciolta in me.
Il primo senso del mio corpo che decise di attivarsi era la vista, che mi permetteva di vedere le mie gambe ancora intrecciate al ragazzo accanto a me.
Il secondo fu l'olfatto, che mi permise di sentire quell'odore che si sente dopo aver passato tutta la notte a fare sesso, un'odore magnifico, soprattuto se avevi condiviso la notte con la persona che amavi più al mondo.
Il terzo senso era l'udito, che mi permise di sentire la voce profonda di mattia dire
"Buongiorno bellissima".
Il quarto senso fu il tatto, che avevo attivato io passando la mia mano nei suoi capelli mori e disordinati.
Il quinto e ultimo senso era il gusto, che attivò lui attraverso un bacio passionale.
Intrecciammo le nostre labbra per qualche minuto, prima di staccarci e accorgerci che, ci eravamo svegliati davvero tardi.
"Mattia, ma che ore sono?", sbuffai alzando il busto e mettendomi seduta sul letto
"Le 11:00", rispose dopo aver preso il suo cellulare dal piccolo comodino
"Abbiamo saltato la colazione", risposi ridacchiando passandomi una mano tra i capelli, che erano tutti annodati
"Più che la colazione, abbiamo saltato l'escursione di oggi", rispose posando il cellulare
"Cazzo hai ragione", risposi alzandomi velocemente dal letto
"E mo? Che scusa inventiamo?", chiesi agitata camminando avanti e indietro, cercando di pensare ad una scusa plausibile da rifilare al professore.
"Fammi chiamare Tony", aggiunsi allungandomi verso il comodino, dove era appoggiato il mio iPhone.
Cercai il contatto di Tony e dopo aver schiacciato l'icona della chiamata, misi il telefono all'orecchio ascoltando i bip.
Dopo quatto bip finalmente Tony rispose.
Chiamata
"Pronto", disse il ragazzo dall'altra parte del telefono
"Tony, dove siete?", chiesi continuando a camminare avanti e indietro.
"Siamo in giro con il professore che spiega senza fermarsi", rispose semplicemente
"Cazzo", imprecai
"Ha notato l'assenza di me e mattia?", aggiunsi agitata
"Certo, perciò gli ho detto che non stavate bene", rispose Tony con tono confortante
"E ci ha creduto?", chiesi gesticolando, come se lui fosse qua davanti a me
"Sembra di sì", rispose ridacchiando
"Tony, grazie davvero per ciò che hai fatto", risposi distendendo finalmente i nervi
"Figurati, ma tu e polibio ci avete dato dentro di brutto per non riuscire a svegliarvi", rispose ridacchiando prendendomi in giro
"Scemo", risposi ridendo e portandomi una mano alla fronte
"Ora ti lascio, c'è il professore che mi guarda male, torneremo vero le 18:00 in hotel", disse
"Va bene, grazie Tony", risposi
"Ah e, smettetela di scopare come conigli, ti ricordo che ci devo dormire anch'io in quel letto", aggiunse scappiando a ridere
"Tony!", urlai imbarazzata prima di chiudere la chiamata.
Fine chiamata
"Allora?", chiese mattia seduto sul letto ancora a petto nudo
"Tutto ok, ci ha coperti entrambi, santo Lopez", risposi sedendomi nuovamente accanto a mattia.
"E pensare che mi stava sul cazzo", rispose lui ridacchiando
"Sei troppo geloso", dissi girandomi sul fianco destro verso di lui
"Come posso non esserlo di tale bellezzza", rispose prendendomi una ciocca di capelli e facendola girare sul suo dito
"Sai, non avrei mai pensato di arrivare qui", dissi abbozzando un sorriso
"E cosa pensavi?", chiese corrugando le sopracciglia
"Non pensavo a nulla sinceramente, solo non mi aspettavo di innamorami di nuovo", risposi mantenendo il contatto visivo
"Sono molto persuasivo", rispose ridacchiando
"E anche molto scemo", risposi mettendomi a cavalcioni su di lui, baciandolo successivamente.
"Cazzo quanto ti amo", disse dopo essersi staccato dalle mie labbra, guardandomi da sotto di lui
"Io di più", risposi lasciandogli un leggero bacio sul collo per poi abbracciarlo.
Mattia ricambiò l'abbraccio stringendomi a se, permettendo al suo respiro di scontrarsi con la mia spalla.
"Ho voglia", sussurrò al mio orecchio
"Ancora?", chiesi ridacchiando, ancora abbracciata a lui
"I'm horny all the time", rispose ridacchiando
"Ho fame", dissi sciogliendo lo strano abbraccio e successivamente togliendomi da sopra di lui.
"Ordiamo il servizio in camera?", chiese mettendosi comodo
"Ci sto", risposi prendendo la cornetta del telefono a filo dal mio comodino.
Dopo che la reception rispose, iniziai ad elencare ciò che garbava a me e a mattia per pranzo.
Per me ordinai gli gnocchi alla romana, e per mattia ordinai una tagliata, cottura al sangue.
"Con la scusa della fame non hai fatto sesso con me", mi disse mattia subito dopo aver ringraziato la reception e aver chiuso la chiamata.
"Abbiamo continuato tutta la notte, sono sfinita", mi lamentai abbozzando un sorriso
"Non mi stufo mai di te, e lo sai", rispose lasciandomi un bacio leggero sulla guancia
"Nemmeno io, ma sono comunque stanca", risposi scherzando
"Che ti va di fare oggi?", aggiunsi cambiando discorso.
Prima che mattia potesse rispondere, il suo cellulare iniziò a squillare, provocando un lamento da parte sua.
"Devo rispondere, è mio padre", mi disse dopo aver preso il telefono in mano
Annuì silenziosamente, e finalmente poco dopo mattia rispose mettendo fine a quell'odiosa suoneria.
Raccontò a suo padre del viaggio, di ciò che avevamo visto e soprattutto dell'anello che mi aveva regalato, omettendo ovviamente ciò che successe dopo durante la notte.
Dopo aver parlato qualche minuto, mattia stette in silenzio mentre ascoltava ciò che suo padre aveva da dirgli, ma notai che più ascoltava, più la sua espressione diventava cupa.
Successivamente mi lanciò uno sguardo strano, a cui risposi con lieve cenno di testa, in segno di totale confusione.
Mattia non rispose alla mia richiesta silenziosa di spiegazioni, ma si alzò e si avviò verso il bagno, chiudendocisi dentro subito dopo.
Mattia pov
"Sei in un posto in cui lei non può sentirti?", mi chiese mio padre dopo che entrai in bagno.
"Si pà, ora dimmi che succede, e non dirmi le stesse cose di prima perché non ci ho capito niente!", risposi seccato e preoccupato
"Mattia, non voglio rovinarti la gita, ma quando tornerai dobbiamo parlare io, te e tua mamma", rispose duro
"Sono le stesse cose che mi hai detto prima che entrassi in bagno, mi vuoi dire che sta succedendo?", risposi alzando pericolosamente il tono di voce, rischiando di farmi sentire da martina.
"Non posso dirti nulla adesso, ma prometti che non dirai nulla a Martina per il momento", rispose velocemente
"Cosa posso dirle, se nemmeno io so cosa caspita sta succedendo!", risposi seccato, abbassando la voce.
"Se ti vede turbato, inventati una scusa", rispose semplicemente
"Dimmi solo una cosa, è una situazione grave?", chiesi sperando in una risposta negativa
"Si mattia, abbastanza", si limitò a rispondere, dandomi la risposta che non volevo
"E allora se è grave perché non me lo dici", risposi con tono supplichevole
"Non è una cosa che va detta al telefono, quanto tonerai dall'Italia ti diremo tutto", rispose non sbilanciandosi
"Okay pà", risposi con tono di resa, non mi avrebbe detto nulla, era inutile continuare ad insistere.
"Ora vado, divertiti figliolo", rispose per poi staccare la chiamata.
Ero fottutamente preoccupato, cosa c'era di tanto grave da non potermelo dire subito?.
Ma il problema non era quello, il problema era quella ragazza che era oltre la porta.
Sapevo benissimo che, uscito da questo maledetto bagno lei mi avrebbe fatto mille domande, e io ahimè non sapevo mentire, e non volevo mentirle.
Ma ero costretto a farlo, perciò aprii la porta e sforzai un sorriso andando verso il letto, sotto il suo sguardo confuso e attento.
Martina pov
Dopo dieci minuti passati a cercare di ascoltare ciò che mattia e giacomo avevano da dirsi, finalmente il ragazzo uscii dal bagno, con un sorriso che sembrava davvero troppo sforzato.
"Che succede?", chiesi immediatamente
"Nulla, va tutto bene", rispose tenendo lo sguardo fisso davanti a lui, senza incontrarlo con il mio
"Mattia lo so quando menti", risposi mettendogli la mano sulla spalla
"Mio papà si è arrabbiato, perché ha trovato la mia sigaretta elettronica nel mio letto", rispose velocemente.
Mattia fumava, ma questa era stronzata bella e buona, e l'avevo capito dal tono di voce insicuro e tremolante.
"Ti ho sentito alzare la voce un paio di volte, mi sembra esagerato per una sigaretta elettronica", risposi dandogli corda, volevo capire il motivo della sua bugia.
"Mio padre è molto severo", rispose passandosi nervosamente la mano tra i capelli.
Continuava imperterrito a mentire, ma perché non poteva semplicemente essere sincero?.
"Mattia, smettila di mentirmi", dissi allungandomi verso lui, per poi prendere il suo viso tra le mie mani.
"Non ti sto mentendo", rispose guardandomi negli occhi, il suo sguardo era pieno di speranza, la speranza che io non avessi fatto altre domande.
Prima che potessi replicare qualcuno bussò alla porta, ricordandomi del servizio in camera precedentemente ordinato.
"Arrivo", urlai per farmi sentire, mentre mi infilavo velocemente una maglietta e un pantaloncino che presi dall'armadio.
Aprii la porta, e mi trovai davanti un ragazzo che davanti a se aveva il nostro mangiare.
"La ringrazio", dissi dopo aver tirato il piccolo carrello di metallo dentro la nostra camera.
Successivamente chiusi la porta e tolsi il coperchio ai piatti, sprigionando un'odore buonissimo di cibo, che velocemente si sparse per tutta la camera.
"Mangiamo?", dissi a mattia, che era preso a guardare lo schermo del suo cellulare
"Certo", rispose posando il telefono sul comodino.
Iniziammo a mangiare di gusto, dovevamo rimetterci in forze dopo la nottata, e il modo migliore per farlo era ingerire una grossa quantità di gnocchi alla romana.
Durante il pranzo mi accorsi del fatto che mattia era davvero un pessimo bugiardo, mentre mangiavamo si era lasciato sfuggire alcuni atteggiamenti non da lui, ossia il fatto che non mangiava come faceva di solito, anzi, sembrava sotto sforzo e perennemente in soprappensiero.
Si era anche lasciato scappare alcuni sospiri affranti, e per quanto volessi chiedergli cosa lo rendeva così non lui, decisi di non farlo e di non interrompere il pranzo.
Finito il pranzo ci stendemmo nuovamente sul letto, eravamo pigri e entrambi non avevamo voglia di lasciare questa camera, ma non potevano poltrire tutto il giorno, perciò proposi a mattia di andare a prendere un gelato in centro Roma.
"Non mi va", rispose secco mentre io ero appoggiata al suo petto
"Si può sapere che ti prende?", sbottai, fregandomene di ciò che mi ero precedentemente imposta, cioè farmi i fatti miei.
"Fatti i cazzi tuoi per una volta", sputò acido
"Scusa se mi interessa sapere come stai", risposi alzandomi e prendendo le distanze dal suo corpo.
"Sono cazzi miei", rispose seccato facendo roteare gli occhi
"Okay", risposi seccata, non mi piaceva il fatto che cambiasse umore ogni tre per due, ma non avevo voglia di litigare, non di nuovo.
Dopo la mia risposta, mattia si alzò dal letto e si vestì velocemente, rimettendo le cose che aveva indossato la sera prima.
Dopodiché aprii la porta della camera, uscendo successivamente.
La mia reazione non tardò ad arrivare, mi alzai anche io, uscii dalla camera e lo vidi avviarsi verso la sua camera.
"Dove vai?", chiesi appoggiata al varco della porta, mentre lui si allontanava sempre di più.
"Voglio stare solo!", rispose semplicemente, senza un tono di voce che mi facesse capire che aveva.
Lo assecondai entrando nuovamente nella mia camera, e successivamente mi buttai sul letto confusa e affranta come al solito.
Mattia aveva cambiato umore dopo la telefonata, dovevo scoprire cosa si erano detti lui e giacomo.Spazio autrice
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Un bacio💜
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M.M mattia polibio💜
FanfictionForse il destino, o pura coincidenza.💜 La prima parte della storia è completa, la storia è munita di un sequel all'interno che per motivi già specificati non è stato continuato. Buona lettura a tutti💜 Storia iniziata il 13/02/2020💜