CAP. 5 - LA MORA E LA BIONDA

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ARISA

I miei, i signori Bellini, abitano in uno dei condomini del Villaggio del Sole, zona periferica di Vicenza. La mia famiglia non è di quelle proprio benestanti, ma non mi hanno mai fatto mancare nulla. So che hanno fatto sacrifici per farmi studiare medicina e io ho aiutato come ho potuto: ripetizioni a studenti con debiti, piccoli lavoretti e qualche stage presso la farmacia dove lavora mamma, quella del Villaggio del Sole: per l'appunto.

Parcheggio e guardo in alto, al quarto piano. Come odio questi vecchi palazzi senza ascensore. Eppure, essendo medico, dovrei sapere che fare le scale 4/5 volte al giorno aiuta a mantenere il corpo sano ed elastico. Ma purtroppo mi pesano ancora quelle dodici ore e pagherei per un ascensore.

Come entro in casa (con le mie chiavi che ancora conservo), il profumo di pasticcio ai funghi fa fare i salti di gioia al mio povero stomaco. Niente a che vedere con i sofficini o i filetti di platessa surgelati che prendo al supermercato.

«Ciao tesoro, ho appena sfornato e tuo padre è già a tavola. Dai, lavati le mani e vieni».

Il pranzo inizia con la solita conversazione di routine: come stai, come va al lavoro, mangi a sufficienza, ecc.... ecc.... Normalmente l'interrogatorio vero e proprio avviene dopo il secondo aspettando il dolce. Forse perché il dolce serve proprio ad addolcire gli animi dopo i sicuri battibecchi.

«Allora piccola, perché il dottor Giusti non si fa più vedere? Non ti sembra che lavori troppo? Dovresti prenderti più cura di lui e...»

«Mamma! Basta! Io e Mauro abbiamo rotto. Anzi, lui ha rotto, ha rotto proprio. Perciò dacci un taglio». Come immaginavo mi guardano tutti e due scioccati, immagino la loro delusione. Non certo per me, ma per l'occasione sprecata di poter annoverare un illustre luminare della cardiologia nel nostro parentado. Io faccio finta di niente e controllo i messaggi sul telefonino. Neanche un minuto dopo...

«E che aspettavi a dircelo? Quando è successo? E adesso al lavoro come fai? Lui è il tuo capo e... e chissà come ne sarà ferito...» Allorché sbatto con forza il palmo delle mani sulla tavola.

«Mamma! Ferito un cazzo! Ma hai capito che è stato lui a mollarmi? E per quella puttana della sua assistente? Comunque è successo venti giorni fa, e comunque è da più di un anno che non è il mio capo. Per fortuna lavoro al pronto soccorso così manco lo vedo.»

«Oh Dio santo! Ma allora adesso sei sola, senza uno straccio di ragazzo! Non puoi continuare a vivere con quelle tue coinquiline, quelle possono traviarti, possono...»

«Mamma! La finisci? Le mie amiche stanno benissimo come sono e per quanto riguarda me, non ho certo bisogno di un uomo... al momento». Noto subito lo sguardo preoccupato di mamma mentre papà preferisce tacere. È ben cosciente che non è produttivo intervenire in una discussione di sua moglie. Comunque devo calmarla, altrimenti mi va in panico. La sua bambina sola e abbandonata: ma per piacere! Ma non si ricorda più che ho 28 anni? Penso di poter vivere la mia vita come voglio. O no!?

«Comunque mi vedo con un altro ragazzo da... da qualche giorno. "precisamente da ieri sera. Ma meglio non entrare in particolari". Un bel tipo, simpatico...» Vorrei mordermi la lingua. Ma guarda cosa diavolo devo dire per tranquillizzare il fenomeno di mia madre.

«E chi è? Che lavoro fa? Sei sicura che non sia uno di quelli...»

«Mamma, tranquilla. Ti ho detto che è da qualche giorno. Non lo conosco ancora bene. Comunque sono sicura che ti piacerà, fa addirittura il cuoco. "almeno spero sia vero"

«E quando ce lo fai conoscere?»

«Uffa, ma quando rompi, rompi. Mica starà crollando il mondo no? Lasciami almeno prima il tempo di conoscerlo meglio. Può anche essere che capiamo fin da subito di essere incompatibili, "come effettivamente lo siamo", e tutto finisce lì. Non credi?» Mi guarda seria, si alza e va a prendere la torta. Mio padre mi strizza l'occhio. Lui è molto più reale e pragmatico, lui mi capisce, lui è la mia roccia. Infatti mi dice:

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora