CAP 25 - ADESSO CENA DI MIEI

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ARISA

Luca si alza e mi dà la mano, un piccolo sforzo e mi tiro su anche io. Effettivamente comincia a farsi tardi e non posso nascondere di avere un certo languorino.

«Ti è avanzato ancora qualcosa in quel tuo frigorifero?» chiedo con nonchalance mentre avanziamo tenendoci ancora per mano. Lui mi guarda sornione.

«Certo, credo che potrò sfamarvi per ancora un paio di giorni.»

«No, solo io. Stasera Conci e Dari vanno al cinema. Credo mangeranno qualcosa fuori.» Lui sembra soddisfatto. Non si sarà mica messo in testa certe idee, vero? Ci fermiamo davanti alla portafinestra.

«Okay strega, il tempo di farci una doccia e mentre ti asciughi i capelli preparo qualcosa. Via, veloce». e scappo via con un risolino. Come sospettavo le mie amiche se la sono già filata ma, con mia enorme sorpresa, trovo sopra il mio letto un bellissimo vestito leggero monospalla in seta rossa. Questo è sicuramente un pensiero di Darina, mentre questi stupendi orecchini con topazi gialli sono sicuramente di Conception. Invio loro un silenzioso grazie anche se ho capito benissimo il loro intento.

Mezz'ora dopo mi presento davanti alla porta aperta e resto in silenzio ad osservare Chef Luca al lavoro. Io pensavo che la maniaca fosse mia madre: come mi sbagliavo. Luca è chino sul tavolo tutto intento a misurare millimetricamente la distanza del piatto dalle forchette.

«Che stai facendo?» Chiedo soffocando una risata. Lui sobbalza di colpo e giurerei di averlo visto un attimo arrossire.

«Ehm, niente, deformazione professionale. Comunque siediti che è pronto. Comunque neanche tu hai preso alla leggera questa cenetta, e devo dire che... wow! Sei un incanto.» Ecco. Adesso credo di essere arrossita io.

«Noo, non è niente. Una robetta che ho trovata sopra il letto. Non è che tu ne sai qualcosa?» E lo fisso sospettosa. Lui fa il gnorri e serve il pasticcio sui piatti. Io continuo a fissarlo e incrociò le braccia in attesa. Mi guarda e sbuffa.

«Può essere che abbia accennato qualcosa a Conci.»

«Qualcosa??»

«Certo, qualcosa tipo che non volevo mangiare da solo; ma comunque l'invito era esteso a tutte e tre, sappilo.» Lo guardo scettica storcendo le labbra: ma chi vuole prendere in giro? Se praticamente mi sono autoinvitata. Comincio comunque ad assaggiare il pasticcio di melanzane alla parmigiana.

«Da quand'è che hai tutta 'sta confidenza con Conci?»

«Niente di trascendentale, tranquilla. Parlando di Milano è uscito che conosco Paola, la costumista, e fatalità è anche una sua amica.»

«Mentre invece tua sorella la tratti a pesci faccia, vero?» Si blocca con la forchetta a mezz'aria e mi fissa socchiudendo leggermente le palpebre.

«Ehi. È stata lei a piantarmi in asso da solo con i miei!» Sbotta risentito.

«E mi sembra per un buon motivo, e io lo posso confermare come già detto. Piuttosto, spiegami del perché di tutta questa indisponenza verso i tuoi».

Luca tace, ingoia il boccone che ha in mano e lo mastica continuando a fissarmi. Anch'io riprendo a gustarmi il pasticcio ma continuando a ricambiare il suo sguardo, come una sfida. Alla fine perde lui.

«I miei, in un certo senso, non so neanche se posso definirli "genitori". Sono sempre stati degli estranei a livello emotivo. Sempre presi dal loro lavoro, a progettare nuove strategie di marketing, seguire seminari su nuove tecnologie, scoperte e ricerche mediche. In pratica il loro figlio o figlia è la loro industria, a quella dedicano anima e corpo. Io sono cresciuto tra le braccia di altre donne: tate, domestiche, babysitter e soprattutto di mia sorella.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora