CAP 34 - NON LASCIARTELA SCAPPARE

89 6 0
                                    


ARISA

Finalmente è venerdì sera. Ho fatto dieci ore filate e non vedo l'ora di infilarmi sotto le coperte. Non so neanche se riuscirò a farmi una doccia e mangiare un boccone, anche se mamma avrà già preparato qualcosa e non cederà di una sola forchettata. Papà è più tollerante, parla poco ma mi capisce di più, lui mi lascia i miei spazi, non vuole sondarmi il cervello, non vuole cambiarmi.

«Ciao a tutti, sono arrivata.» annuncio mentre appoggio borsa e chiavi dell'auto.

«Ciao tesoro, siamo in sala, vieni che abbiamo ospiti».

Mi pietrifico all'istante. Ospiti? Sarà mica per caso Luca spero. Mi dò comunque una sistematina allo specchio ed entro in sala da pranzo. La tavola è imbandita come fosse domenica e con mio stupore vedo già seduti vicino a mio padre Conception e Danilo. Cosa cazzo sono venuti a fare qui?

«Mamma! Come eravamo d'accordo?» chiedo duramente alla persona che mi ha messa al mondo e che dovrebbe proteggermi.

«Tesoro, è ora che la smetti di angustiarti e che ascolti qualcuno che ti vuole bene, non puoi andare avanti così.»

Conception si alza e senza tentennamenti viene ad abbracciarmi. Un abbraccio forte, deciso ma nello stesso tempo delicato, un abbraccio che sa di casa, di amore. Sì, lei a modo suo mi ama. E io scoppio a piangere.

«Ari, tesoro, va tutto bene, tranquilla. Prima mangiamo un boccone per non offendere tua madre e poi parliamo. Ti va?» Tiro su con il naso e confermo con la testa. Vedo Danilo che storce le labbra preoccupato mentre mio padre mi saluta con un sorriso dolce mentre mi invita a prendere posto.

Possibile che tutti mi vogliano bene fuorché l'unica persona alla quale mendico un po' d'amore?

Finita la cena, svoltasi quasi nel totale silenzio, invito gli altri a seguirmi in camera mia. Mia... una volta forse. Adesso è una stanza piena di altre cose che mamma usa come disbrigo. Però c'è un letto e delle sedie... e un trolley a terra. Non so quanto ancora resterò qui, ormai la mia vita è da un'altra parte, anche se ho timore di ritornarci.

«Accomodatevi pure, ma badate che sono stanchissima e ho intenzione di andare a letto subito. Che ci fate qui?» Vado dritta al punto. Danilo, appoggiato coi gomiti sulle ginocchia, mi sta guardando triste.

«Arisa. Forse io sono l'ultimo che dovrebbe parlare, l'ultimo che hai conosciuto e che forse, per farmi un favore, ha innescato tutto questo. Ma comunque io quel giorno c'ero e ho visto quello che hai visto tu. Solo che non sono scappato, non ne avevo il motivo. Così sono rimasto cercando di capire la tua reazione e ho chiesto spiegazioni appurando i fatti. Ti posso assicurare che non è come credi.» scatto di colpo.

«Non è come credo? Ma siamo impazziti? Ho visto tutto benissimo, lui e la sua ex, labbra su labbra. Su cosa dovrei avere frainteso? Dai, sentiamo.»

«Ari», interviene la mia amica, «Ho visto Luca, ho parlato con lui. È disperato come te, forse più di te. È consapevole che quello che hai visto può averti ferito e questo lo fa stare ancora più male, ma lui non ha baciato Kathrina, è stata lei a baciarlo; improvvisamente e di sua spontanea volontà.»

«Come no. E lui grande e muscoloso com'è si è lasciato sopraffare? Ma non fatemi ridere. In quel bar era seduto ad un tavolino con lei, solo con lei e non con un rappresentante come mi aveva detto. La cosa era sicuramente premeditata e si è semplicemente preso gioco di me, della stupida che sono.»

«Ari, tesoro, le cose non sono sempre come sembrano, a volte...»

«E non eh! Non cominciare anche tu con questa filastrocca. Ne ho i coglioni pieni di essere presa in giro. Se non doveva essere come sembrava, non doveva sedersi con lei a quel bar. No! Non doveva proprio.» Devo prendere un fazzoletto perché non riesco a trattenere le lacrime. Danilo fa cenno a Conci di tacere un attimo.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora