CAP 2 - IN PISCINA

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LUCA

Accidenti a me! Mi ero ripromesso di non accettare l'invito a pranzo dai miei ma mi hanno ingannato confermando la presenza di Angelica e Diana. E invece? Me li sono dovuti sorbire io, però Angi me la paga; doveva avvertirmi. Con la più banale delle scuse, ha tirato in ballo Diana che non sta bene e hanno dato buca.

Solita tiritera. L'età avanza, il lavoro di cuoco a loro non sembra che mi rilassi abbastanza, la scrivania in azienda è sempre là che mi aspetta, devo trovarmi un'altra compagna e riprendere una vita più civile. In alternativa potrei sempre perdonare Kathrina e riprendere in mano le redini del nostro matrimonio.

Il nostro matrimonio!! Cazzo! Ma mi hanno ascoltato qualche volta mentre ho spiegato loro del perché non ho più un matrimonio? Giurerei di no. Ma se sperano in quest'ultima opzione, stanno freschi.

Si sono calmati solo quando mi è sfuggito che ho conosciuto una bella ragazza e, subendo un terzo grado, hanno esultato nel sapere che è un medico chirurgo. Certo, fosse anche stata racchia, ma un medico è una continuità nella nostra famiglia, anzi, nell'attività di famiglia. Da qui l'imposizione di fargliela conoscere. Non so come la prenderà Arisa, ma mi deve un favore.

Arrivo a casa che sono ormai le tre del pomeriggio. Appena scendo dall'auto sento distintamente un mix di schiamazzi, strilli e l'urlo inconfondibile di Diana. Accidenti a loro; ecco dove si sono rifugiate. Altro che ricovero al pronto soccorso.

Entro in casa e appoggio la giacca. Eh sì, un'altra mania dei miei. Non importa se fuori fanno 40 gradi. Il pranzo o cena in casa Gualtieri è di rigore la giacca. Solo non capisco perché alle donne è concesso presentarsi con abiti striminziti e senza maniche. Dovrebbero portare almeno la cravatta; capirebbero qualcosa. Vado alla porta finestra che domina il giardino e rimango bloccato con la mano sulla maniglia, incredulo e... ehmm, eccitato? Sì, l'ho detto giusto: eccitato.

A parte mia sorella e Diana che indossano un costume intero, ci sono tre sirene, o conigliette di Playboy, che stanno dando spettacolo a chi indossa meno stoffa possibile. Sempre nei limiti del consentito, è ovvio. C'è pur sempre una minorenne in acqua. Faccio un rapido dietrofront e corro in camera a indossare il mio costume da bagno.

ARISA

Come arrivo dentro casa vado subito al frigorifero in cerca di qualcosa di fresco. Fuori c'è un caldo africano. Afferro la bottiglia di acqua e comincio a bere a canna come una beduina senza degnarmi di prendere un bicchiere, tanto, occhio non vede... E lo vedo mentre chiudo il frigo, con la bottiglia ancora in bocca, il post-it giallo. Okay, questo conferma che sono tornate.

<Ti aspettiamo in piscina. Dormirai dopo. Baci, bacini, bacetti>.

Sorrido, anche se la smielatura dei baci se la potevano evitare. Vado alla finestra e guardo fuori. Conception e Darina stanno giocando in acqua con Diana, mentre Angelica è stesa sulla sdraio con gli occhiali da sole sul naso e un cappello di paglia in testa. Corro in camera a cambiarmi.

Come entro dal cancelletto Darina, con in braccio la piccola, alza la mano per salutarmi.

«Ecco che arriva la principessa Ari. Dai, salutala.»

«Ari. Ari. Ari. Dai, vieni in acqua con noi.» mi supplica Diana.

«Sempre che non abbia troppo freddo.» mi prende in giro Conception. Stavolta, complice anche il caldo, salto subito in acqua e contemporaneamente spingo Darina, la quale, con la bambina in braccio, barcolla un attimo cercando di afferrarsi a qualcosa di invisibile e poi sprofonda con un piccolo grido. Si alza subito imprecando.

«Sei pazza? La bambina... oh mio Dio, la piccola non riemerge.» Darina è diventata bianca e anche Conception cominci a fissare l'acqua preoccupata.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora