EPILOGO

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ARISA

È ormai un mese che Luca è fuori dall'ospedale, ha anche riaperto il suo locale e la prima sera abbiamo fatto una grande cena tutti insieme. I suoi, i miei, Angelica e famiglia, Conci con Dari e ormai l'inseparabile Danilo.

Con mia amara sorpresa la cena era a base di pesce crudo, sushi e roba molliccia varia. Io mi sono ben guardata dal dire che mi faceva ribrezzo, ma ho dovuto ingoiare più di un boccone. Di certo abbiamo bevuto in abbondanza, ma non credo sia stato per quello che ho vomitato anche l'anima. Devono essere state le ostriche, sì, di sicuro quelle.

Io e Luca abbiamo intrapreso una vita di pseudo coppia, a volte mi fermo a dormire da lui, a volte, quando le modelle sono a Milano, viene lui da me. Il sesso, quello che mi faceva sentire inferiore con Mauro, va alla grande; non mi sono mai sentita tanto donna come in questo periodo. Luca mi ha aiutato a scoprire i piaceri del mio corpo, che per assurdo lui ritiene suo, e non siamo mai sazi l'uno dell'altra. E devo dire che abitare uno sotto e l'altra sopra ha i suoi vantaggi; solo a letto dobbiamo lottare per la posizione dominante.

Ma oggi non sto bene, ho paura. Paura di confessare a Luca un qualcosa che porterà dei cambiamenti nella nostra relazione; anche perché non abbiamo ancora ben definito il nostro tipo di relazione.

Mi auguro solo che non debba finire nel peggiore dei modi.

LUCA

È da ieri che vedo Arisa strana e preoccupata, e la cosa non è da lei. Non vorrei che fosse pentita del nostro rapporto che, anche se partito un po' altalenante, mi sembra si sia stabilizzato. Stiamo passeggiando mano nella mano per il centro e ogni tanto la sento tremare, fa quasi fatica a guardarmi e le parole devo levargliele quasi a forza; cosa mi sta nascondendo?

Ormai questa fantastica rossa mi è entrata nel sangue, la sento mia, la voglio mia. Già al risveglio all'ospedale volevo chiederle di sposarmi, quegli occhioni verdi velati di lacrime parlavano d'amore. Ma poi ho pensato che fosse solo preoccupazione, dolore, senso del dovere; e non ho rischiato.

Non voglio spaventarla con una proposta che probabilmente la costringerebbe a fare delle scelte, non voglio rischiare di perderla; senza di lei mi sentirei vuoto, inutile. Se la separazione con Kathrina mi aveva messo a terra, da una eventuale separazione con Arisa non riuscirei più a risollevarmi. Ancora mi domando come ho potuto stare così male per il mio divorzio, ma probabilmente non era dolore, ma solo rabbia. Solo con Arisa ho scoperto cos'è il vero amore.

Già mi vedo in una villetta sulle colline di Costabissara, in mezzo al verde e alla pace, con un frugoletto rosso con le codine che stringo in braccio mentre i due maschietti più grandi stanno giocando nella fontana. Mia figlia sarà intelligente e caparbia come sua madre, mentre i maschi forse seguiranno le mie orme e diventeranno grandi chef. Chissà, forse i sogni possono trasformarsi in realtà, l'ho visto in molti film e a suo tempo lo ritenevo un'assurdità. Adesso spero con tutto il cuore che il mio desiderio possa trovare conferma in quello di Arisa.

Passiamo a salutare Angelica nel suo negozio ed invitarla per un caffè, ma lei gentilmente declina perché al momento ci sono ben cinque clienti. Intanto noi andiamo a sederci su un tavolino al bar di fronte aspettando che ci raggiunga.

E adesso sono qui che, oltre a sorseggiare un caffè al quale mi sono dimenticato di mettere lo zucchero, osservo Arisa. Mi sembra assente, mi sembra lontana; cosa le sta succedendo? Non vorrà per caso chiudere la nostra relazione, spero. Dio, ti prego. No!

Adesso ha appoggiato la sua tazzina e, dopo un profondo sospiro, mi guarda. Percepisco che sta per dirmi qualcosa di importante, qualcosa che le costa fatica, qualcosa che mi preoccupa. Tremo nell'attesa.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora