CAP 30 - DANILO

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LUCA

Quando la sveglia ha suonato stavo facendo un sogno meraviglioso e, da come sono ancora eccitato, potete ben intuire a cosa mi riferisco. Allungo la mano destra per spegnere il tormento mentre con la sinistra cerco un corpo accanto a me; corpo che ovviamente non c'è. Inutile, il malefico suono della sveglia ha cancellato tutto. Intendo il sogno, perché la realtà di ieri sera è ancora vivida dentro me.

Non mi ero sbagliato su Arisa, la rossa è fuoco puro, è lava bollente, è una strega che ammalia e ti cattura, ti rende schiavo; ti rende felice di essere suo schiavo. Ci siamo salutati con un semplice bacio della buonanotte, avrei voluto che restasse a dormire da me, ma forse è troppo presto. Si corre il rischio di caricare quello che è successo di un'aspettativa che può spaventare: meglio andarci cauti.

All'improvviso mi ricordo del perché ho messo la sveglia. Butto di lato il lenzuolo e vado in bagno. Alle undici mi devo trovare con uno dei finanziatori del mio locale in centro e poi andremo a mangiare in qualche locale sotto la basilica. Arisa l'ho già avvisata e mi ha promesso che stasera cenerà con me. Io preparo la base, lei porterà il dolce; quel tipo di dolce che non ti basta mai.

Parcheggio a San Biagio e sono quasi subito in Corso Palladio. Oggi è lunedì e molti negozi sono chiusi; chi per il turno settimanale, chi per ferie. Mi avvio verso la piazza in mezzo ad una marea di turisti, la maggior parte asiatici.

La città di Vicenza è famosa nel mondo per le opere del grande architetto Andrea Palladio, la cui opera principale, ossia la Basilica Palladiana, occupa il posto di prim'ordine nella grande piazza centrale; cuore pulsante della città.

Arrivo al caffè Garibaldi con dieci minuti di anticipo e occupo un tavolino in attesa del notaio Ruggeri. Faccio segno al cameriere che stava per avvicinarsi di aspettare un attimo, nel frattempo mi godo il via vai di gente che passa di fianco alle fioriere del caffè.

Devo proprio dire che ci sono di quelle sventole che passano... eppure ho girato parecchie città, inclusa la Francia; ma Vicenza ha un serbatoio incredibile di belle ragazze. Se poi teniamo conto che è estate e che si vestono con il minimo indispensabile... ci sarebbe da restare lì per ore a guardarle sfilare.

Porca la miseria! La parola "sfilare" ha riportato a galla ricordi che speravo di avere ormai seppellito irritandomi come non mai. Ho come una sensazione strana e mi guardo attorno con sospetto: sono in zona pericolosa. Di certo la mia immaginazione mi fa fare pensieri assurdi che mi sembra essere diventato paranoico. Proprio in quell'istante mi squilla il cellulare.

È il notaio che si scusa tremendamente ma ha un atto importante da depositare in tribunale e quindi chiede di posticipare l'incontro ad un altro giorno. Poco male, forse faccio in tempo a rientrare a casa e portare a pranzo la mia rossa. Sono passate poche ore ma già mi manca. Sto per alzarmi quando una voce che conosco bene mi blocca.

Ma porca la miseria! Per fortuna che era solo la mia immaginazione, me lo sentivo: cazzo!

«Luca? Ma che bella sorpresa, volevo proprio chiamarti uno di questi giorni, ma già che ti trovo qui...» la guardo male mentre si siede composta davanti a me: mica l'ho invitata.

«Ciao Kathrina, non era certo intenzionale e stavo giusto per andare via». Lei non si scompone e si toglie con una mossa studiata gli occhiali da sole, li appoggia sul tavolino di metallo e mi fissa candidamente. Quegli occhi d'un azzurro intenso non lasciano scampo. Mi hanno incantato sin dal nostro primo incontro e anche oggi mi stanno fissando con intensità: non ci voleva.

«Luca, ti chiedo scusa di tutto, ma proprio di tutto. Ti chiedo solo di dedicarmi dieci minuti del tuo tempo, poi, se lo vorrai, non ci rivedremo più. Ma dobbiamo parlare». La guardo come si guarda un serpente a sonagli. Crederle o non crederle? Ma gli occhi parlano chiaro, sembrano tristi e rassegnati. Forse... forse è sincera.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora