CAP 33 - SCHIOCCATO

87 7 0
                                    


ARISA

Me ne torno a casa stanca e svuotata. Sto facendo turni lunghissimi, sostituisco volentieri i colleghi e cerco ti trattenermi all'ospedale il più possibile: finché sono lì non penso.

Il professor Rigodanzo ha accolto il mio rientro senza fiatare, mi conosce bene. Ha vissuto con me il brutto momento della separazione con Mauro, di come mi ha tradita tra le mura dell'ospedale. In quei giorni ero distrutta ed intrattabile, come d'altronde lo sono oggi. Però, con il senno di poi, non ricordo bene perché ci fossi rimasta così male, in fin dei conti non lo amavo veramente; anche se mi sono resa solo in questi giorni del vero significato della parola "amare". La quale indubbiamente va in coppia con la gemella "soffrire".

Forse è stata solo l'umiliazione del fatto in sé, del dove e, soprattutto, con chi. Sono la prima a ribadire che il nostro rapporto faceva acqua da tutte le parti, ma allora bastava dirlo, no? Ci saremmo lasciati da amici, un bacio e ognuno sarebbe stato consapevole di aver riacquistato la propria libertà. Ma il voler tenere l'uccello in due nidi... questo no!

E questo mi riporta a Luca. Lo sta facendo veramente anche lui? Una parte di me vuole intensamente sperare di no, ma come dargli ragione se gli occhi hanno visto ben altro? Forse quella Kathrina vuole riprenderselo e forse lui non aspettava altro. Forse è andato in centro proprio per incontrarla, inventando la scusa del colloquio. Forse... troppi forse, devo darmi una calmata.

Certo che mi verrebbe voglia di affrontarlo e stampargli in faccia le mie cinque dita, anche dieci, e poi gridargli che non è come sembra, che anche una carezza può far male. "Non è come sembra", che idiozia. La frase più banale, più stupida, più falsa e più usata in tutti i film che racchiudono un tradimento.

Aspetta che lo vedo, glielo dò io il "non è come sembra".

LUCA

Mentre io riscaldavo i cibi già cotti in precedenza durante le nostre sessioni sperimentali di cucina, Danilo mi ha stupito preparando la tavola con una cura maniacale. Di certo il corso in Francia lo ha forgiato per bene e probabilmente stasera vuole mettere in mostra tutte le sue armi di seduttore. Mi giro per non ridergli in faccia.

«Ecco fatto, io ho finito. Se lo sei anche tu direi di cambiarci, tempo quindici minuti e le due veneri suoneranno il campanello».

Neanche quindici minuti dopo, quasi a spaccare il secondo, il campanello suona e Danilo si precipita ad aprire. Io resto leggermente indietro perché voglio godermi la scena. Conosco le tipe, e so che il più scarso dei loro vestiti è un Valentino; chissà cosa indosseranno stasera. Non resto deluso.

Danilo è paralizzato davanti alla porta con la bocca aperta, devo prendere il fazzoletto per asciugarmi le lacrime agli occhi. Entra Darina e gli fa una languida carezza sorpassandolo da un lato. Conception passa dall'altro e con la mano gli chiude delicatamente la bocca; lui deglutisce a vuoto. Mi sembra di vedere la scena del gatto che gioca con il topo, e qui di gatte ce ne sono due.

«Ehm, Dani? Puoi chiudere, sono entrate.» lui chiude piano la porta e poi si gira come in trance. Davanti a lui Conci e Dari sono in posa, affiancate e con la mano appoggiata all'anca, come fossero in passerella. Il sorriso sulle labbra è malizioso e consapevole: sono vecchie del mestiere, e sanno come colpire.

Darina indossa un semplice vestitino in cotone senza maniche color grigio perla. La gonnellina ampia e plissettata le copre a malapena l'intimo esponendo le lunghe gambe bene in vista, mentre lo scollo sarebbe anche castigato se non fosse per i tre bottoncini di madreperla lasciati sapientemente aperti. Il suo décolleté generoso è perfetto, messo in bella vista sino all'incavo dei seni da quella stoffa che la calza alla perfezione. Ai piedi due semplici infradito color argento.

Conception invece è leggermente più sofisticata e provocante. È avvolta in una seta color bronzo quasi impalpabile senza spalline. I seni sono raccolti in due coppe che li modellano oltre l'immaginabile e una stretta fascia le circonda l'esile vita. La schiena è completamente scoperta mentre la lunga gonna che sfiora il pavimento ha due spacchi laterali dai quali escono quasi prepotenti le lunghe cosce abbronzate e ben tornite della bella portoricana.

Certe cose si vedono solo nei film, e per i più fortunati alle sfilate di alta moda. Trovarsele così di fronte, dal vivo e senza preavviso, ha lasciato attonito e ammutolito mio cugino: gli manca solo la bava alla bocca. Poverino, forse dovevo preavvisarlo.

Prendo Danilo per il braccio e lo trascino con me ai fornelli sperando si riprenda. D'altronde lo capisco in pieno; ricordo benissimo la loro entrata la sera al mio ristorante. Al solo pensiero mi viene più duro di quanto lo sia già. Ma la mia reazione è momentanea conoscendo i retroscena, per lui credo ci vorrebbe una doccia fredda.

Le ragazze si siedono ai loro posti dopo che un imbarazzato Danilo ha spostato loro cortesemente le sedie mentre io servo in tavola la prima teglia di cannelloni ripieni con tartufo e asparagi. Conci mi regala un caldo sorriso, mentre Dari mi fissa ancora sospettosa.

Tutto sommato la cena prosegue con tranquillità e i discorsi variano in campi banali, neutri o sui nostri lavori. Darina è rimasta sorpresa nel sapere che anche Danilo diventerà un nuovo chef e gli ha chiesto qualche lezione di cucina. Probabilmente l'assenza di Arisa ha fatto loro capire che non possono sempre fare affidamento su altre persone o sperare in continui inviti. L'unica cosa della quale non si è assolutamente parlato è stato l'argomento Arisa: almeno sino al dolce. La prima ad aprire il conflitto è Darina.

«Allora, è vero che è stata Kathrina a baciarti?»

«Assolutamente, te lo giuro. Ci siamo spiegati e... ehm, perdonati. Voleva rendermi l'appartamento ma ho rifiutato, così, senza che me ne rendessi conto, si è alzata e mi ha baciato; probabilmente per ringraziarmi, per stabilire una tregua. Sapete benissimo anche voi il tipo di bacio che può avermi dato Kathrina, non certo passionale. Purtroppo Arisa è comparsa proprio in quell'istante ed ha travisato tutto, mi sono sentito morire, giuro.»

«Su questo ti credo, ti avrà concesso un semplice bacio stampo.» conferma Conci. Danilo guarda lei e poi me, sembra perplesso.

«Scusate un attimo ma mi sono perso qualcosa. Perché tua moglie... scusa, la tua ex non dovrebbe baciarti come si deve? Se avevate fatto pace e le hai lasciato l'appartamento, come minimo doveva ficcarti la lingua fino alle tonsille, e sarebbe abbastanza normale.»

Subito Darina fa la faccia schifata e cerca le mani di Conception. Quest'ultima mi guarda e le faccio un cenno con la testa: sono pronto a godermi lo spettacolo.

«Perché Kathrina ha gusti diversi, simili ai nostri.» cerca di spiegarli Conception.

«Cioè? Anche a voi piace Luca? E no! E io che ci sto a fare! Guardate che sono un tipo niente male, e se mi date la possibilità di farmi conoscere meglio...»

«No! Non è per quello. Tu sei simpatico e divertente, ma noi intendiamo questo». E prese le guance di Darina tra le mani, dà piena dimostrazione del suo punto di vista gustandosi quella labbra rosa che tanto lui ci aveva smaniato sopra poco prima. Credo di avere sentito un tonfo. Dev'essere la sua mandibola che ha sbattuto sulla tavola. Faccio veramente fatica a trattenere tra i denti una risata pazzesca. Almeno mi diverto un po' in questa valle di lacrime.

«Okay, okay, ti sei spiegata benissimo. La potete smettere per favore? Cazzo! Mi fa male al cuore vedere certe cose. Scusate, non in quel senso, io sono per la libertà dei sessi, ma cazzo! Due fighe stratosferiche come voi... sono basito, avete appena distrutto il mio cuore e le mie speranze. Avete altri segreti che mi nascondete? Che ne so! Sadomaso? Manette e aggeggi vari?»

«Per aggeggi intendi...» chiede maliziosa Darina lasciando volutamente la frase in sospeso.

«Stop, Finisch, basta così. Non entriamo nei particolari per favore, ne va della mia virilità di maschio. E pensare che...»

«Pensavi cosa?» chiede interessata Darina cui non le erano sfuggite le occhiate che Danilo le lanciava non tanto furtivamente.

«Non lo so, bambola. Mi vedevo già avvinghiato a te su delle lenzuola di raso viola illuminati da candele aromatiche e leggermente afrodisiache. Tu che...»

«Basta così», interviene decisa Conception stringendo la mano alla sua donna. «siamo qui per parlare di Arisa e per i tuoi bollori ti consiglio la doccia. Fredda, mi raccomando».

Ragazzi, che serata: impagabile.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora