CAP 06 - FILETTO ALLA WELLINGTON

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ARISA

Quando apro gli occhi sono quasi e 13:45. Avrei dormito ancora volentieri, ma quel vociare in salotto, che si trova purtroppo a muro con camera mia, mi ha costretta ad aprire gli occhi. Aghi di luce filtrano dalle imposte obbligandomi a socchiuderli. Stanotte il turno in ospedale è stato abbastanza tranquillo, ma niente mi vieta un meritato riposo visto che sono riuscita ad infilarmi a letto che erano quasi le sette e trenta: accidenti a loro.

Scalzo le lenzuola e appoggio i piedi sul pavimento stiracchiandomi. Ci penso un attimo. Non è stato il vociare delle mie compagne a svegliarmi, a quello sono abituata. Ma è stato il nome pronunciato, qualcosa di familiare e fastidioso: Luca. Mi infilo i pantaloni della tuta e una t-shirt ed esco in salotto sbadigliando.

Conception e Darina sono sedute sul grande tappeto a gambe incrociate e stanno cercando di fare i loro esercizi di yoga: almeno tacessero.

«Ciao bellezze, non vi ho sentite rientrare; tutto okay?»

«Okay un Xep!» mi risponde irritata Darina.

«Eh? Sarebbe? Dari, lo sai che non mastico bene il russo.

«Un cazzo! Okay un cazzo! Okay?» Guardo scioccata Conception in cerca di aiuto. Darina è normalmente una ragazza dolce e gentile e non capisco cosa l'abbia irritata così.

«Non preoccuparti, poi le passa. Stamattina abbiamo conosciuto il nostro nuovo vicino. L'hai già visto?»

«Chi!? Luca? Ah... adesso capisco. Stai parlando del troglodita che adesso abita sotto di noi? Cosa vi ha fatto per fare incazzare in questo modo la santarellina?» Darina scatta in piedi inferocita. Odia essere chiamata così, ma c'è poco da dire, per lei è tutto zucchero e miele, quindi... deve essere stato come minimo brutale e violento per ridurla in questo stato.

«Quel... quel... verme, ci ha buttato fuori dalla piscina! Capisci? Noi! Ci ha intimato di andarcene e di non farci più vedere nella sua proprietà privata. Ma ti sembra possibile?» Corro ad abbracciarla perché sta per scoppiare a piangere.

Loro due sono le mie coinquiline, le mie amiche da ormai quasi un anno, da quando ho deciso di andare a vivere per conto mio per preparare il terreno per un probabile futuro con Mauro, e nel frattempo ho cercato una ragazza con la quale dividere appartamento e affitto, visto che c'erano due camere. Sono arrivate in due, due modelle di alta moda, una portoricana e una russa, e se il problema era la sola camera a disposizione, mi hanno fatto capire fin da subito che per loro non era assolutamente un problema; anzi. Poi ho capito il perché.

Comunque a me è andato più che bene, anche perché sinceramente, con due bellezze del genere, avrei avuto seri pensieri a presentar loro il mio, a quel tempo, fidanzato. Poi ho scoperto che Darina, dolce e a modo, è la vera lesbica, su Conception ho seri dubbi: penso che non le dispiacerebbe mescolare le cose.

Infatti una sera che eravamo fuori a cena insieme, ha proposto a me e Mauro di unirci a loro. Non ha specificato bene cosa, ma il suo sguardo provocante era ben chiaro. Ho dovuto dare una gomitata sul fianco del mio ragazzo per cancellare certi pensieri che cominciavano a lampeggiare sulla sua fronte.

«Su tesoro, non angustiarti così. Anche se ha modi da vaccaro, sulla proprietà ha ragione. È casa sua e ha tutto il diritto di non volere estranei nel suo giardino.»

«Non me ne frega niente del giardino! Io parlavo della piscina!» Alzo gli occhi al cielo. Uff, quando si mette...

«È la stessa cosa. Siamo solo state fortunate che in questo anno il caro e buon Giulio ce ne ha concesso l'uso. Comunque trovo strano una cosa.» commento pensierosa.

LUI SOTTO, LEI SOPRADove le storie prendono vita. Scoprilo ora